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Gaza e non solo, cosa ha detto Edith Bruck a Papa Francesco
“Francesco si sta sbagliando. A Gaza è una tragedia, il genocidio è un’altra cosa” sostiene Edith Bruck, la scrittrice sopravvissuta ai campi di concentramento
Edith Bruck, scrittrice e poetessa sopravvissuta all’Olocausto, su ben tre interviste odierne (al Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa) ha espresso il suo disappunto per l’uso della parola “genocidio” da parte di Papa Francesco in riferimento a Gaza. «Non approvo. Il genocidio è un’altra cosa», ha dichiarato. Per Bruck, l’uso improprio di questo termine rischia di sminuire la gravità dei veri genocidi, come quello degli armeni o della Shoah, che ha vissuto in prima persona: «Quando vengono bruciati milioni di bambini si può parlare di genocidio. Ma a Gaza non si sta distruggendo tutto il popolo palestinese».
BRUCK: “A GAZA TRAGEDIA MA NON GENOCIDIO”
Pur riconoscendo la gravità della situazione, Bruck distingue tra tragedia e genocidio: «Quello che sta accadendo a Gaza è una tragedia che ci riguarda tutti, ma non è genocidio». Per la testimone della Shoah l’uso della parola da parte del Pontefice riflette una mancanza di controllo: «Non sente il peso della frase che pronuncia. Non è italiano e forse la frase gli è scappata». Bruck fa riferimento anche ad altri episodi, come quando Papa Francesco usò il termine “frociaggine”, per sottolineare che talvolta le sue parole possono essere interpretate male.
Edith Bruck ha sottolineato l’urgenza di affrontare il crescente antisemitismo in Europa. «Vorrei che la voce del Papa si alzasse forte su questo tema e invece non la sento come vorrei», ha affermato, ricordando il loro incontro del 2021, quando il Papa le chiese perdono per quanto accaduto agli ebrei. «Non basta. Deve occuparsi di più di antisemitismo. Ogni vita vale l’altra, e dobbiamo batterci per la pace, ma non si può usare la parola genocidio con troppa facilità».
LE MANIFESTAZIONI E IL RISCHIO DIVISIONI
Bruck ha espresso preoccupazione per il clima divisivo che si respira nelle piazze: «Vedo tante manifestazioni solo per la Palestina. Perché non si sventolano anche le bandiere di Israele se davvero si vuole la pace?». Critica anche decisioni istituzionali come quella del sindaco di Bologna di esporre la bandiera palestinese: «Se vuole la pace, perché non espone anche quella israeliana? Questi gesti alimentano divisioni in un momento in cui l’antisemitismo dilaga fortissimo in tutta Europa».
Nonostante le difficoltà, Edith Bruck continua a parlare ai ragazzi, portando avanti il suo messaggio di memoria e pace: «Non provo odio, nemmeno quando nei campi mi sputavano addosso. Io ero nuda, ma non avevo vergogna: provavo pena per loro». Anche se le manifestazioni per la Palestina sembrano spesso confuse, Bruck insiste sull’importanza di unire i giovani attorno a un ideale di pace che non dimentichi nessuno: «Non bisogna uccidere né i palestinesi né gli israeliani».
L’INVITO AL PAPA
Infine, Bruck – nell’intervista – ha ribadito la sua stima per Papa Francesco, pur auspicando una maggiore attenzione alle parole e ai temi affrontati: «Aspetto che mi chiami. Gli direi tutto quello che penso. Gli direi di riflettere prima di usare certe parole». La scrittrice rimane una testimone instancabile della memoria, convinta che solo la comprensione profonda del passato possa aiutare a costruire un futuro di vera pace.