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Gli Usa fanno la parte del leone nel GNL, ma l’Ue non può dormire sonni tranquilli
Quest’anno gli USA hanno fatto la parte del leone nelle esportazioni di GNL, rappresentando il primo fornitore dell’Ue. Un trend che potrebbe invertirsi. Ecco perché
Nel 2024 gli Stati Uniti hanno dominato il mercato del GNL, diventando il primo fornitore dell’Ue. Tuttavia, il trend potrebbe invertirsi nei prossimi anni, proprio mentre la domanda globale di GNL aumenterà dagli attuali poco più di 400 milioni di tonnellate a 580-600 milioni. Gli scambi con il Continente finiscono sotto la lente d’ingrandimento. Ecco perché.
GLI USA LEADER NEL MERCATO DEL GNL
Un ruolo di primissimo piano nel mercato del GNL lo stanno avendo gli Stati Uniti: finora quest’anno gli USA sono stati i maggiori esportatori di gas naturale liquefatto, ma un forte calo dei prezzi di vendita e una brusca oscillazione nei volumi di esportazione verso i mercati chiave stanno mettendo alla prova l’interesse degli esportatori.
Secondo la società di analisi Kpler, nei primi 8 mesi del 2024 gli Stati Uniti hanno spedito un volume record di 56,9 milioni di tonnellate di GNL, una cifra superiore ai 54,3 milioni di tonnellate dell’Australia e ai 53,7 milioni di tonnellate del Qatar, che e segna il secondo anno consecutivo in cui gli USA sono in cima alla classifica delle esportazioni mondiali.
“Oggi il mondo si sta spostando attivamente verso il GNL”, ha spiegato Sorokin intervenendo all’Eastern Economic Forum. “La domanda entro 6-7 anni aumenterà dagli attuali poco più di 400 milioni di tonnellate a 580-600 milioni. Entro 20 anni raggiungeremo i 700 milioni di tonnellate”, ha detto il il primo vice ministro dell’Energia russo, Pavel Sorokin.
I RICAVI DELLE ESPORTAZIONI DI GAS LIQUEFATTO
Tuttavia, un calo di oltre il 25% nei prezzi medi delle esportazioni di GNL nella prima metà del 2024 rispetto alla prima metà del 2023 ha inferto un duro colpo ai ricavi delle esportazioni, che sono scesi di 4 miliardi di dollari dalla prima metà del 2023, a 13,2 miliardi di dollari. Si è trattato del fatturato semestrale più basso dalla prima metà del 2021, che segna un calo di oltre 12 miliardi di dollari rispetto alla seconda metà del 2022, quando i guadagni delle esportazioni statunitensi dal GNL raggiunsero il picco.
Il problema dei ricavi in forte calo è stato aggravato da una brusca riconfigurazione dei volumi delle esportazioni nei mercati chiave, che ha visto le spedizioni verso mercati relativamente vicini in Europa scendere di oltre il 20%, mentre le vendite verso l’Asia sono aumentate di oltre il 40%. La domanda di GNL ancora debole in Europa e l’ulteriore crescita in Asia potrebbero mettere alla prova la determinazione degli esportatori USA a restare i maggiori venditori di GNL al mondo, poiché diversi mercati asiatici possono essere riforniti a prezzi più bassi da altri venditori.
LA DOMANDA DI GNL IN EUROPA
L’improvviso aumento della domanda di GNL in Europa dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 – che bloccò i flussi di gas verso la regione – è stato il principale catalizzatore dell’ascesa dell’industria USA delle esportazioni di gas liquefatto. Secondo Kpler, dal 2018 al 2021 le esportazioni statunitensi verso l’Europa sono state in media di circa 15 milioni di tonnellate all’anno, ma nel 2022 e nel 2023 sono balzate a circa 55 milioni di tonnellate all’anno, poiché le aziende energetiche europee si sono affrettate a sostituire il gas russo perso con qualsiasi mezzo.
LE ESPORTAZIONI IN EUROPA
Gli esportatori a stelle e strisce sono stati ben lieti di contribuire a colmare il divario del gas, aumentando i volumi totali delle esportazioni del 95% rispetto al totale del 2019, entro la fine del 2022. Anche la quota dell’Europa sul traffico totale di GNL degli Stati Uniti è quasi raddoppiata, passando da circa il 37% dal 2019 al 2021 a quasi il 70% nel 2022.
Inoltre, nel 2022 un calo di circa il 44% nelle spedizioni in Asia rispetto all’anno precedente ha consentito ai venditori di GNL statunitensi di dare priorità all’Europa rispetto a tutti gli altri clienti e di capitalizzare lo shock dell’offerta che ha sconvolto i mercati globali del gas in quel periodo. Le spedizioni di GNL dagli USA in Europa hanno raggiunto vette ancora più alte nel 2023, ma il tono è cambiato quest’anno, con le spedizioni che da gennaio ad agosto sono diminuite del 22% rispetto agli stessi mesi del 2023.
GNL ED ENERGIE RINNOVABILI
Un fattore chiave dietro questo rallentamento è stato un forte aumento della produzione di energia elettrica europea da fonti di energia rinnovabile, che resta una priorità per le aziende elettriche europee. Secondo il think tank energetico Ember, la quota di energia solare ed eolica nella produzione di elettricità in Europa è balzata da circa il 16,4% del 2022 al 20,5% finora quest’anno.
Per far posto alla maggiore produzione di energie rinnovabili, la quota di generazione di combustibili fossili è scesa da circa il 44,6% del 2022 al 36,6% finora quest’anno. L’energia prodotta dal carbone è stata la principale fonte di combustibile fossile ad essere tagliata in Europa, ma anche la quota di produzione di gas naturale è diminuita, passando da circa il 26% del 2022 al 22% di quest’anno.