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Hong Kong: Trump approva l’Hong Kong Autonomy Act
L’articolo del Cesi sull’ultima mossa del presidente degli Stati Uniti Trump riguardo Hong Kong
Martedì 14 luglio il Presidente statunitense Donald Trump ha firmato l’Hong Kong Autonomy Act, la legge approvata dal Congresso che conferirà al Presidente la possibilità di imporre sanzioni contro persone fisiche e istituzioni finanziarie che abbiano un ruolo materiale nella violazione dell’autonomia di Hong Kong. La firma della legge è avvenuta in concomitanza all’approvazione dell’ordine esecutivo con il quale la Casa Bianca ha sancito il termine dello status economico speciale concesso fino ad ora alla Regione Autonoma. L’ordine esecutivo, di fatto, impone alla città lo stesso regime commerciale che gli Stati Uniti applicano alla Cina, annullando così i vantaggi concessi finora in termini di esenzioni tariffarie, regole di ingresso negli Stati Uniti per cittadini hongkonghesi e possibilità di esportazione di tecnologie sensibili.
Se il vero impatto dell’Hong Kong Autonomy Act e del cambio di regime economico siano ancora poco chiari, molto dipenderà dall’effettiva implementazione delle disposizioni, che dovrebbe avvenire durante il prossimo anno, soprattutto in merito alla discrezionalità concessa al Presidente nell’imposizione delle sanzioni. Per quanto la portata dei provvedimenti dovrebbe essere di natura prettamente economica, la scelta della Casa Bianca si inserisce inevitabilmente nel più ampio confronto tra gli Stati Uniti e Pechino. La decisione di Washington ha suscitato la dura reazione del governo cinese, che ha sempre guardato la presa di posizione degli Stati Uniti a fronte degli avvenimenti ad Hong Kong come ad un’intromissione nei propri affari interni. L’effettiva messa in atto delle disposizioni potrebbe contribuire ad un’ulteriore polarizzazione dei rapporti tra le due potenze e ad un incremento delle tensioni bilaterali. Parallelamente, tuttavia, l’indebolimento dei rapporti con Hong Kong potrebbe ridimensionare la presenza e i rapporti di Washington con la Regione Autonoma e spuntare, così, una possibile leva negoziale da poter utilizzare per cercare di tenere Pechino al tavolo negoziale.
Articolo pubblicato su cesi-italia.org