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Il Pentagono convoca la lobby delle armi in vista della battaglia finale di Mariupol

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Quante armi hanno spedito gli USA all’Ucraina? Secondo il think tank di Washington Center for Strategic and International Studies, gli americani avrebbero fatto fuori un terzo delle loro scorte di Javelin e un quarto di quelle di Stinger e ci vorranno dai tre ai cinque anni per rimpinguarle

Boeing, L3Harris, Lockheed Martin e Raytheon: non manca davvero nessuno dei colossi del settore nella riunione emergenziale che il Pentagono ha convocato per discutere delle forniture di armi all’Ucraina ma anche per elaborare una strategia per rifornire le riserve di quei partner della Nato che hanno ceduto parte dei loro armamenti a Kiev e, ovviamente, pensare alle scorte statunitensi, Paese che più di ogni altro ha ceduto armamenti a Kiev e che più di ogni altro potrebbe ritrovarsi esposto se la guerra ucraina valicasse quei confini. Secondo il think tank Center for Strategic and International Studies, gli americani avrebbero ormai spedito un terzo delle loro scorte di Javelin e un quarto di quelle di Stinger e ci vorranno dai tre ai cinque anni per rimpinguarle.

QUALI ARMI GLI USA INVIANO IN UCRAINA?

Del resto il presidente americano Joe Biden è stato chiaro: in Ucraina è corso un genocidio, termine, questo, che lo autorizza ad aumentare le armi che intende inviare sul campo in vista della battaglia finale di Mariupol. Questo nonostante da più parti gli analisti facciano notare che sarebbe ormai impossibile recapitarle ai soldati ucraini sotto assedio proprio per la conformazione della città, che affaccia sul mare mentre alle spalle è ormai interamente circondata dalle forze nemiche.

Nel nuovo pacchetto americano di armamenti del valore di 800 milioni annunciato dal presidente Joe Biden, sono compresi anche sistemi di artiglieria pesante da terra come gli obici, che possono colpire fino a 70 km di distanza. “Queste nuove capacità – ha detto l’inquilino della Casa Bianca- includono sistemi di artiglieria, proiettili di artiglieria e veicoli corazzati per il personale. Ho anche approvato il trasferimento di altri elicotteri. Inoltre, continuiamo a facilitare il trasferimento di capacità significative dai nostri alleati e partner in tutto il mondo”, ha fatto sapere Biden dopo una telefonata con l’omologo ucraino.

Nella lista elicotteri Mi-17, 18 obici da 155 mm, 40.000 proiettili di artiglieria, missili Javelin, sistemi radar di sorveglianza aerea AN/TPQ-36, AN/MPQ-64 Sentinel e mine anti-uomo Claymore M18A1, 100 veicoli corazzati Humvee e 200 mezzi corazzati per M113. Verranno inviati nuovi Switchblade, i cosiddetti “droni kamikaze”, che si sono rivelati fondamentali per fermare il caravanserraglio di truppe corrazzate che nella prima parte della guerra si era mosso su Kiev.

“Faremo arrivare le nuove armi all’Ucraina in meno di una settimane e poi le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese”, dove i russi si preparano a sferrare una nuova offensiva, ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, alla Cnn.

LA RUSSIA PRONTA A COLPIRE CHI FORNISCE ARMI

Dall’altra parte dell’oceano, il viceministro degli esteri russo, Sergei Ryabkov, ha avvertito che Mosca considererà i veicoli statunitensi e Nato che trasportano armi sul territorio ucraino come “bersagli militari legittimi”. “Avvertiamo che i trasporti di armi Usa-Nato attraverso il territorio ucraino saranno da noi considerati obiettivi militari legali”, l’ammonimento di Ryabkov, che lascia intendere come un possibile allargamento del conflitto a eserciti di altri Paesi sia sempre più possibile.

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