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In che cosa consiste la (fumosa) fase 2 del piano Trump

Dopo la firma a Sharm el-Sheikh degli accordi di pace per Gaza alla presenza di 30 leader, Trump ufficializza la fase 2 del suo piano. Ecco di che si tratta

Il tycoon, che a detta sua ha fermato 7 guerre in 7 mesi, annuncia la fase 2 del piano e apre a un ruolo per Hamas come forza di polizia palestinese: “Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo” ha detto. Tra le priorità anche la formazione di un comitato tecnico per governare Gaza.

COSA PREVEDE LA FASE 2

A Sharm l’accordo di pace è stato annunciato come parte di una nuova era di stabilità e prosperità per il Medio Oriente, ma i dettagli concreti non sono molti e gli analisti evidenziano numerose lacune che potrebbero far arenare il processo di costruzione di pace.

Le due certezze sono il disarmo totale di Hamas e il futuro governo di Gaza. Il presidente americano sta lavorando per istituire una forza di sicurezza “multinazionale” per Gaza, con leader civili palestinesi e ricostruire l’enclave: lo scrive Barak Ravid di Axios citando due consiglieri senior di Trump. Questo servirebbe a mantenere la stabilità nel territorio, ricostruire l’economia e le infrastrutture.

FORZA DI STABILIZZAZIONE INTERNAZIONALE: CHE COS’È L’ISF

Nella base israeliana di Hatzor gli Usa hanno istituito con 200 soldati, ad ora, il centro di comando della forza di stabilizzazione internazionale, l’Isf (International Stabilisation Forces).

Lo schieramento, che sarà costruito con la partecipazione di Qatar, Turchia, Egitto e forse Emirati, non entrerà a Gaza, ma avrà il compito di garantire ordine e sicurezza, dare protezione ai civili, assistere il governo di tecnocrati e il “board”, l’organismo chiamato ad accompagnare la transizione.

AL VAGLIO NUOVI FORZE INTERNAZIONALI DA EUROPA E INDONESIA

Secondo quanto riporta Reuters anche Francia e Gran Bretagna, in coordinamento con gli Usa, stanno lavorando per comporre una futura forza internazionale a Gaza. L’Italia ha dichiarato di essere disponibile a partecipare. Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha riferito alle Nazioni Unite che il suo paese è pronto a schierare 20.000 soldati per Gaza.

USA: NASCE IL “DART” PER IL COORDINAMENTO DEGLI AIUTI

Il Dipartimento di Stato americano ha dispiegato anche un “Disaster Assistance Response Team (Dart) per aiutare ad aumentare e coordinare gli aiuti a Gaza. Secondo quanto precisato alla Cnn da un funzionario dell’amministrazione Usa, la maggior parte del team avrà la propria sede a Gerusalemme, mentre il resto sarà dislocato in diverse parti del Medio Oriente.

RUOLO PER ANP E VETO SU BLAIR

Il piano prevede anche la possibilità che l’Autorità nazionale palestinese possa assumere il controllo. “L’ Anp è pronta ad assumere il governo di Gaza e i piani sono sul tavolo, sono stati discussi, elaborati con cura, con programmi e progetti”. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri dell’Anp, Varsen Aghabekian in un’intervista all’ANSA ai Med Dialogues di Napoli aggiungendo di lavorare a un unico Stato unificato con un solo governo, una sola legge e un’unica arma. Nelle scorse settimane circolava anche il nome dell’ex premier britannico Tony Blair che insieme a Trump avrebbe fatto parte del comitato internazionale di sorveglianza del nuovo governo palestinese, ma Hamas ha posto il veto. Tra i papabili nel board chiamato a guidare la supervisione di Gaza ci sarebbe il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

IL DISARMO DI HAMAS E IL NODO SICUREZZA

Trump ha confermato un ruolo per Hamas come forza di polizia palestinese. “Abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo” ha detto alla stampa. “Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo. Penso che andrà tutto bene”, ha aggiunto.

Prima però il disarmo: non sono specificati i particolari sul comete dove consegnare fucili, lanciagranate, razzi, esplosivi e a chi. L’appuntamento è al vertice di novembre al Cairo per fare il punto sulla situazione e qui si spera in una maggior concretezza.

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