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Iran, non si ferma la rivolta della benzina

Iran

L’articolo di Enrico Oliari per Notizie Geopolitiche sulle proteste che stanno scuotendo l’Iran a causa del razionamento dei carburanti

È “rivolta della benzina” in Iran, dove ormai da giorni la gente è scesa in piazza a Sirjan, Mashhad, Ahvaz, Bandar Abbas, Birjand, Gachsaran, Abadan, Khoramshahr, Mahshahr ed in altri centri per protestare contro il razionamento e l’aumento dei prezzi dei carburanti. Ogni automobilista iraniano potrà avere 60 litri di benzina al mese (erano 250) per 15 mila rial (circa 15 centesimi) al litro, costava 10mila rial (circa 9 centesimi). Negli scontri a Sirjian, nell’Iran centrale, un manifestante è rimasto ucciso negli scontri con le forze dell’ordine. Secondo la giornalista del New York Times, Farnaz Fassihi, il giovane sarebbe rimasto ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da agenti di polizia, ed il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ha fatto sapere che vi sarà una repressione ancora più dura per ristabilire l’ordine. Una quarantina gli arresti a Yazd, sempre per gli aspri scontri con le forze dell’ordine.

Fonti di Notizie Geopolitiche hanno tuttavia riferito di diverse vittime e numerosi arresti, soprattutto nelle zone del Kurdistan iraniano.

LE SANZIONI USA PESANO SUL COSTO DEI CARBURANTI

A pesare sul costo dei carburanti e sul razionamento sono state le sanzioni imposte dagli Usa, ed il segretario di Stato Mike Pompeo ne ha approfittato per soffiare sul fuoco affermando che “noi americani vi ascoltiamo e vi sosteniamo”. Nelle scorse settimane Donald Trump ha fatto sapere che vi sarebbero state ritorsioni nei confronti dei paesi alleati, tra cui l’Italia, che avrebbero continuato ad acquistare idrocarburi dall’Iran, cosa che ha gettato il paese in una profonda crisi economica. L’iniziativa di aumentare il prezzo dei carburanti è stata presa da Teheran proprio per ricavare 300mila miliardi di rial (circa 2,5 miliardi di dollari) necessari per sostenere le classi più deboli, e la guida spirituale Ali Khamenei, massima autorità della Repubblica Islamica, è intervenuto per sostenere l’iniziativa governativa e per denunciare che “sabotaggio e l’incendio doloso sono commessi da criminali, non dalla nostra gente. La controrivoluzione dell’Iran e i suoi nemici hanno sempre sostenuto il sabotaggio e le violazioni della sicurezza e continuano a farlo”.

Nel frattempo si registrano focolai di protesta anche nella capitale Tehheran, con blocchi nelle strade ed assembramenti che hanno cerato enormi ingorghi in una città che con i sobborghi e le realtà urbane vicine arriva a 12 milioni di abitanti.

 

Articolo pubblicato su notiziegeopolitiche.net

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