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La caduta di Draghi vista dalla stampa estera

Draghi Stampa Estera

“È andato in pezzi” il “governo di unità nazionale che aveva ridato all’Italia credibilità e influenza”, così il New York Times. Per la BBC il presidente del Consiglio italiano era “diventato una figura chiave nella risposta internazionale alla guerra in Ucraina”. La fine del governo Draghi vista con gli occhi della stampa estera

El Pais, almeno nella sua versione online, è senza dubbio il quotidiano straniero che dedica più spazio alla politica italiana, avendoci dedicato l’apertura di ieri e di oggi. “L’Italia – scrive il quotidiano spagnolo – ha definitivamente seppellito la prolifica era Draghi. Il primo ministro, che mercoledì ha perso il sostegno di alcuni partner del suo governo, ha annunciato questa mattina alla Camera dei Deputati che presenterà le sue dimissioni al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Il Parlamento ha evitato un secondo voto di fiducia, come richiesto dal sistema bicamerale perfetto italiano, e Draghi si è quindi recato al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato e presentare le sue dimissioni. L’Italia aprirà ora un processo elettorale che porterà probabilmente alle elezioni politiche nella prima o seconda settimana di ottobre. Uno scenario vertiginoso nel momento più delicato per l’Italia e per l’Europa”.

Le Figaro scrive: “Si tratta di un dramma del potere in più atti che si sta svolgendo da diversi giorni a Roma. Dalle dimissioni di Mario Draghi di una settimana fa, rifiutate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che gli ha poi chiesto di venire a spiegarsi in Parlamento il 20 luglio e gli ha imposto di chiedere un voto di fiducia, l’Italia è appesa alla domanda se il governo Draghi sarà in grado di continuare il suo lavoro fino alle prossime elezioni della primavera 2023. O se, confermando le sue dimissioni, gli italiani saranno chiamati a elezioni anticipate all’inizio di ottobre, sette mesi prima del previsto, quando sette su dieci vogliono la fine della legislatura”. Il quotidiano francese poi sottolinea come “La preoccupazione è tale da sollecitare chiamate non solo dalle cancellerie europee, ma anche da tutta Italia. Tra cui, per la prima volta nella storia, quasi 2000 sindaci che, di ogni orientamento, chiedono espressamente a Mario Draghi di restare”.

Draghi stampa estera

“È andato in pezzi” il “governo di unità nazionale del primo ministro Mario Draghi che aveva ridato all’Italia credibilità e influenza”, è quanto scrive il New York Times, secondo il quale l’Italia entra ora “in una nuova stagione di caos politico in un momento critico, mentre l’Unione europea sta lottando per restare in un fronte unito contro la Russia e per rilanciare le sue economie”. L’abbandono di Draghi, scrive il giornale, rappresenta “un duro colpo sia per l’Italia, sia per l’Europa”. La testata newyorkese crive poi che “l’ex presidente della Banca centrale europea, che ha contribuito a salvare l’euro, ha usato la sua statura di statista” per portare all’Italia “un breve periodo d’oro” da premier. Ricordano come Draghi ha “portato l’Italia fuori da uno dei peggiori giorni della pandemia, garantito e pianificato la spesa di miliardi di euro nei Recovery funds europea” ed è stato “parte fondamentale della posizione eccezionalmente unitaria dell’Europa contro l’aggressione russa all’Ucraina”. Il Nyt scrive che “come al solito” quel “periodo di progresso, unità e aumentata influenza internazionale per l’Italia ha rapidamente lasciato spazio alla politica”. Le elezioni di ottobre, prosegue il giornale, potrebbero portare in Italia “un governo dominato da partiti molto più solidali con il presidente russo Vladimir Putin e più ostili verso l’Unione europea”. Determinante, secondo il Nyt, “il richiamo troppo potente delle imminenti elezioni per i partiti in competizione”. E sottolinea come “il colpo decisivo a Draghi non è venuto solo dal Movimento Cinque Stelle”, ma “anche dalla Lega, guidata dal nazionalista Matteo Salvini” che “ha faticato a prendere le distanze da Putin”. Mentre la Lega “è già entrata in campagna elettorale”, per il giornale la crisi si è “ritorta contro” i Cinque Stelle.

Durissimo l’Economist: “All’inizio, Draghi è riuscito a far emergere il meglio dei politici italiani, entusiasmandone molti con il senso del dovere, la disponibilità al compromesso e la convinzione della necessità dell’unità nazionale. Ma dopo soli 17 mesi ora sta cadendo vittima del loro peggio: l’ambizione, il ristretto interesse personale e l’incapacità di capire, o forse di preoccuparsi, che gli eventi nel proprio travagliato Paese hanno sfortunate implicazioni ben oltre i suoi confini”.

Ferale il Financial Times: “Draghi sull’orlo del baratro dopo che gli alleati della coalizione hanno ritirato il loro appoggio”.

Apre sul caos italiano pure il Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Mercoledì scorso, tre partiti della coalizione di “unità nazionale” di Draghi si erano rifiutati di dare la fiducia al capo del governo non di parte al Senato. In precedenza, l’ex capo della BCE aveva lanciato un appello urgente nella camera più piccola del parlamento per ottenere un ampio sostegno per continuare a governare”. “Ma – aggiunge il quotidiano di Francoforte – il Movimento Cinque Stelle, populista di sinistra, la Lega, nazionalista di destra dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, e la Democrazia Cristiana di Silvio Berlusconi, Forza Italia, non hanno partecipato al voto di fiducia. Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ha poi annunciato le sue dimissioni da Forza Italia perché convinta che il partito abbia ceduto alle pressioni della Lega e abbia partecipato alla caduta finale di Draghi”.

La BBC ripercorre così i fatti: “Quando il Primo Ministro Mario Draghi ha annunciato che gli italiani lo avevano convinto a non dimettersi, per buona parte di mercoledì sembrava che il suo governo di unità nazionale sarebbe sopravvissuto. Ha chiesto un nuovo patto e un voto di fiducia al Senato. Ma poche ore dopo tre partiti della coalizione hanno dichiarato che non avrebbero partecipato al voto. Ora, dopo un anno e mezzo, il suo governo di larghe intese, che comprende destra e sinistra, è destinato a crollare. Dopo quella che il leader del centrosinistra ha definito una giornata di follia, Draghi ha vinto il voto ma, privato dell’appoggio di tre partiti, è probabile che ora presenti le sue dimissioni per la seconda volta in una settimana. Tuttavia, dovrà prima partecipare al dibattito di giovedì alla Camera bassa del Parlamento. Il dramma politico italiano è iniziato giovedì scorso, quando l’ex capo della Banca Centrale Europea, 74 anni, ha rassegnato le sue dimissioni al presidente, perché il movimento populista Cinque Stelle si era tirato fuori dal voto di fiducia su un pacchetto di aiuti da svariati miliardi di euro per famiglie e imprese”. “Per diverse ore gli italiani hanno trattenuto il fiato, nella convinzione che la crisi politica che ha travolto il governo di un titano tecnocrate sarebbe stata superata fino alle elezioni, previste per il prossimo anno”, è la cronaca della testata inglese. “Il centrosinistra ha dato il suo appoggio a Draghi, ma tutti i partiti hanno guardato alle prossime elezioni.Nel corso di un dibattito molto acceso al Senato è emerso chiaramente che la Lega, partito di destra e Forza Italia, partito di centro-destra, non era disposto a rimanere al governo con il movimento populista Cinque Stelle, che ha innescato la crisi. Tutti e tre si sono rifiutati di partecipare al voto. L’ex leader dei Cinque Stelle, Luigi di Maio, ha dichiarato che si tratta di una “pagina nera” per l’Italia e che la politica ha fallito. Il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha dichiarato di voler lasciare Forza Italia, accusando il partito di centrodestra di aver voltato le spalle agli italiani e di aver ceduto all’estrema destra. Il Partito Democratico di centro-sinistra ha dichiarato che si preparerà per la campagna elettorale. Draghi è stato chiamato a guidare il governo italiano attraverso la pandemia, le riforme necessarie per ottenere quasi 200 miliardi di euro di fondi UE per la ripresa economica e da allora è diventato una figura chiave nella risposta internazionale alla guerra in Ucraina”.

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