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La Cina sfida il G7 riunendo i Paesi dell’Asia centrale

Dragone Xi Jinping

A Xi’an viene inaugurata ufficialmente una “nuova era di cooperazione” tra il Dragone e i 5 Paesi”stan”

Mentre nel fine settimana a Hiroshima il G7 cercherà di trovare un accordo sulle misure contro la “coercizione” economica cinese invocate da Washington – che intende portare la discussione sull’export di tecnologia e di software per impedire a Pechino di accelerare sulla strada dell’intelligenza artificiale – a Xi’an viene inaugurata ufficialmente una “nuova era di cooperazione” tra la Cina e un’Asia centrale nella quale diminuisce il peso degli Usa, ormai limitato all’assistenza finanziaria, e decresce – seppur ancora fortemente persistente – l’autorità russa.

IL DRAGONE AL TAVOLO CON I 5 STAN

Oggi e domani, Xi Jinping riceverà a Xi’an – nella provincia dello Shaanxi – i capi di stato di Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan con cui spera di lavorare per costruire insieme una nuova Belt and Road Initiative (Bri),  in modo da promuovere lo sviluppo e la prosperità di tutti i paesi interessati dall’iniziativa.

I cinque paesi ex sovietici, rimasti nella sfera d’influenza di Mosca dopo il crollo dell’Urss, temono che, prima o poi, potrebbero essere costretti a fare i conti con l’imperialismo di Vladimir Putin. Non a caso, i paesi dell’Asia centrale hanno mostrato una certa irritazione nei confronti dell’azione russa in Ucraina.

Yu Jun, vicedirettore generale del dipartimento Europa-Asia del Ministero degli Esteri cinese, durante il primo briefing al centro di stampa del summit, ha dichiarato che, attualmente, la situazione in Asia centrale è influenzata da diversi fattori e sta affrontando nuove sfide, per cui i paesi della regione desiderano rafforzare la cooperazione con la Cina a favore dello sviluppo e della sicurezza comune.

LA CINA ATTRAE L’ASIA CENTRALE

A Xi’an i leader delle cinque repubbliche presidenziali si riuniranno per definire lo sviluppo futuro e costruire insieme una più stretta comunità. Inoltre, ufficializzeranno il loro sostegno al tentativo di mediazione basato sul piano cinese per una “soluzione politica della crisi ucraina”, mal digerito da Mosca.

Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan hanno visto l’economia del loro ex protettore indebolirsi per effetto delle sanzioni internazionali, perciò le repubbliche centroasiatiche si stanno riavvicinando a Pechino per poter prendere più agevolmente le distanze da Mosca.

LA VIA DELLA SETA (BRI) DEL DRAGONE

La scelta di Xi’an come sede dell’evento è simbolica. L’ex capitale imperiale era, difatti, il punto di partenza dell’antica via della seta, oltre duemila anni fa e la Cina ha gli occhi puntanti all’Asia Centrale dal lontano 2013, quando dalla capitale kazaka Nur-Sultan Xi Jinping annunciò la nascita della Bri, la nuova via della Seta.

“Pechino sta rafforzando le relazioni con i cinque paesi dell’Asia centrale anzitutto perché essi rappresentano indispensabili partner di sicurezza. Il Tagikistan, il Turkmenistan e l’Uzbekistan hanno frontiere in comune con l’Afghanistan, che a sua volta confina con il Xinjiang popolato dalla minoranza musulmana degli uiguri”; scrive – in merito – il quotidiano Domani.

LE MOSSE AFGHANE

La cooperazione nella stabilizzazione dell’Afghanistan è fondamentale per la Cina. Difatti, questo è uno dei temi al centro dell’agenda di oggi e domani. L’area – per Pechino – è strategica anche per le sue risorse energetiche, che hanno un potenziale enorme, ma che sono poco sfruttate, a causa della scarsa capacità produttiva locale.

Negli ultimi anni la Cina ha costruito un oleodotto di 2.200 km che porta il petrolio dal Kazakistan al Xinjiang e, nel 2009, ha lanciato il gasdotto Asia centrale-Cina che la collega a Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan. Nel settembre scorso, Pechino ha annunciato l’avvio dei lavori per un quarto gasdotto tra il Xinjiang e il Turkmenistan attraverso il Kirghizistan e l’Uzbekistan.

COSA VUOLE FARE IL DRAGONE IN ASIA CENTRALE?

Il commercio bilaterale tra i cinque ‘stan’ e la Cina è in costante aumento. Durante il vertice della Shanghai cooperation organization – tenutosi a settembre 2022 – Xi “ha annunciato che la Cina avrebbe fornito 150 milioni di yuan (24,37 milioni di dollari) in aiuti umanitari ai membri della “Nato dell’est” (di cui fanno parte i paesi dell’Asia Centrale), e “le compagnie di stato cinesi hanno avviato tanti progetti infrastrutturali molto rilevanti, come la nuova ferrovia che collegherà la Cina al Kirghizistan e all’Uzbekistan. L’offerta di Pechino è irrinunciabile: la connettività della nuova via della Seta, che promette di sviluppare le economie dei cinque vicini, e il mercato cinese, pronto ad accogliere le loro esportazioni di materie prime”; approfondisce Domani.

LA SFIDA PER AMERICA E G7

Gli Stati Uniti e il G7 rincorrono, frattempo, hanno rinnovato le loro promesse di assistenza finanziaria all’Asia centrale, che però “vuole continuare a guardare a Mosca, senza disdegnare il sostegno occidentale, ma avvicinandosi di più alla Cina”.

(Articolo pubblicato su Energia Oltre)

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