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La fondazione del Front National, le accuse, la cacciata dal partito. Chi era Jean-Marie Le Pen
Il ritratto di Jean-Marie Le Pen, leader della destra che ha fatto la fortuna del Front National ma è stato cacciato dal suo stesso partito perché troppo estremo dalla stessa figlia, Marine Le Pen
È morto Jean-Marie Le Pen, controverso fondatore del Front National, antenato del Rassemblement National. Per quasi 40 anni è stato il leader incontrastato della destra estrema francese, fino a quando non è stato espulso dal suo stesso partito a causa delle sue posizioni troppo estreme. A sacrificarlo per la vittoria è stata la stessa figlia, Marine Le Pen, che oggi non gli dedica neanche un post sui social.
LE PEN, LA PASSIONE PER PETAIN E LA LAUREA
Si è spento oggi a Garches (Hauts-de-Seine) all’età di 96 anni Jean-Marie Le Pen, una delle figure politiche più carismatiche e controverse. Nasce nel ’28 a La Trinité-sur-Mer in Bretagna da una famiglia umile. Nel 1944 il primo bivio importante: la sua richiesta di entrare a far parte delle forze di Resistenza del generale Charles De Gaulle viene respinta. Un evento che lo porta a simpatizzare per il ‘collaborazionista’ Philippe Petain, criticando De Gaulle in diverse occasioni successive.
“Ci sono due De Gaulle, il ribelle del 1940 e il cacciatore di ribelli del 1961. Ma tutti e due, assieme, formano per me un falso grande uomo, il cui destino fu quello di aiutare la Francia a diventare piccola”, scriverà qualche anno dopo nelle sue Memories.
Terminata la guerra, si laurea prima in Legge e Scienze Politiche, poi si arruola come volontario in Indocina tra i paracadutisti.
LE PEN, L’INGRESSO IN POLITICA
L’ingresso di Jean-Marie Le Pen in politica avviene a 27 anni, quando viene eletto tra le fila di Unione e Fraternità Francese, diventando il più giovane deputato della Quarta Repubblica. Dopo una parentesi come volontario nella guerra d’Algeria, dove fu accusato di torture, nel ’57 lascia il partito di Poujade per dar vita al Front national des combattants. Un nome che s’addice all’animo del suo fondatore, che proprio in quei mesi perde un occhio a seguito di una rissa. Da quel momento in poi per diversi anni il suo segno distintivo sarà una benda nera.
Nel ’65 guida la campagna presidenziale del candidato di estrema destra Jean-Louis Tixier-Vignancour. Nel 1969, invece, aderisce a Ordre nouveau. Neanche così però riesce a centrare l’obiettivo di essere eletto all’Assemblea Nazionale nel 1971. Così decide di diventare produttore discografico e di pubblicare quattro album di canzoni naziste. Una scelta che gli costa una condanna a due mesi di carcere con la condizionale per “apologia di crimini di guerra”.
NASCE IL FRONT NATIONAL
Nel 1972 Jean-Marie Le Pen fonda il Front National, partito che riunisce diversi movimenti di estrema destra. La scelta della fiamma tricolore è il simbolo scelto dal leader, che si ispira al Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante. Le elezioni del 1974 si rivelano però un flop per il partito che strizza l’occhio a tutti gli elettori che non si rispecchiano negli ideali del ‘68 francese. Infatti, il Front National porta a casa un misero 0,75% dei voti. La prima svolta arriva con la scomparsa dell’imprenditore Hubert Lambert, che lascia in eredità a Jean-Marie Le Pen tutti i suoi averi per finanziare il partito e “difendere le idee nazionali”.
ARRIVA IL SEGGIO EUROPEO E CRESCE IL CONSENSO
Dal 1984 al 2003 detiene la poltrona di europarlamentare a Bruxelles, fino a quando non viene dichiarato decaduto dalla Corte di giustizia europea per la condanna per aggressione a pubblico ufficiale. Intanto, in Francia Le Pen acquista sempre più popolarità ad ogni votazione. Durante le elezioni presidenziali del 1988 ottiene il 14% dei voti. Percentuale che 7 anni dopo aumenta di un punto. Il vero exploit arriva però nel 2002, quando il Front National totalizza il 16,8% dei voti, centrando uno storico ballottaggio contro il gollista Jacques Chirac ai danni dell’ex premier socialista Lionel Jospin (16,18%).
Il ballottaggio viene stravinto da Chirac con l’82% dei voti contro il 17,8% di Le Pen. L’impresa non riesce nuovamente nel 2007, quando il partito di estrema destra ottiene appena l’11%. Tuttavia, lo storico passaggio al secondo turno ha aperto le porte alla crescita dell’estrema destra francese. Ma le fortune del partito non coincidono con quelle di Jean-Marie Le Pen.
MARINE CONTRO JEAN-MARIE, LA CACCIATA DAL PARTITO
Dal 2010 i rapporti di Jean-Marie Le Pen con il partito e la figlia, Marine Le Pen, si sono deteriorati sempre più a causa delle posizioni estreme del fondatore del Front National. In particolare, il forte contrasto all’immigrazione e la simpatia per le idee di Petain, a capo dello Stato di Vichy, gli costarono spesso l’accusa di essere fascista.
“Io non sono un razzista. Sono un nazionalista francese”, rispondeva.
Marine Le Pen, al contrario, ha sempre adottato una strategia di normalizzazione del partito, al fine di portare dalla sua parte i voti dei moderati. Nel 2011 il contrasto tra la corrente più moderata e quella più estrema del partito di destra prende le forme di uno scontro tra padre e figlia per il vertice del partito. Sfida che si conclude con la vittoria di Marine Le Pen, che guida ancora oggi il Rassemblement National insieme a Jordan Bardella, presidente dal 2022.
Nel 2015 il fondatore del Front National viene condannato per aver detto che le camere a gas sono state dei “dettagli” nella storia della Seconda guerra mondiale. Una condanna che sancisce la fine della sua storia all’interno del partito. Infatti, viene sospeso e poi espulso definitivamente.