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Libano in fiamme, il mondo ad un passo dalla guerra totale

Attacchi di droni dall’Iraq sul porto di Eilat. Israele risponde con un’ondata di raid sul Libano, siamo a un passo da una guerra totale. Il nostro governo avverte: “italiani andate via subito da Beiurt”. Papa Francesco: “Inaccettabile questa escalation di morte”

“Israele prepara l’invasione” titola in prima pagina il Corriere della Sera, “Pronti ad entrare” sottolinea Avvenire e rilancia l’appello dei vescovi italiani: “la guerra è solo morte, dalla violenza nessun vantaggio” mentre la Stampa chiude il cerchio con “Guerra totale, il mondo a rischio”. Le prime pagine dei nostri quotidiani sono dedicate all’escalation in Medio Oriente e, mai come oggi, il rischio di essere alle porte di una guerra totale è così reale.

ANTONIO TAJANI: “ITALIANI,  ANDARE VIA SUBITO DAL LIBANO”

Il risultato di tutto questo è che decine di migliaia di persone stanno fuggendo dal Libano meridionale, per paura delle bombe e dell’irruzione di Tsahal. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, come riporta il Messaggero, si unisce agli inviti mossi dalle altre cancellerie europee e invita gli oltre 300 italiani che si trovano in Libano per motivi di lavoro a “lasciare il Paese in questo momento. Ci sono ancora voli da Beirut”. Insomma siamo vicina ad “una strada senza ritorno” come titola Fulvio Scaglione il suo editoriale per Avvenire. Con dei risvolti drammatici per la popolazione che andrebbe tutelata e con il rischio che presto l’Occidente debba fare i conti con una “terza guerra mondiale”.

A NETANYAHU LA GUERRA “CONVIENE”

La verità è che “la guerra israeliana nella Striscia non ha raggiunto i suoi obiettivi: Hamas è stata indebolita militarmente ma non certo sradicata”. scrive l’analista Nathalie Tocci su la Stampa inoltre “il governo israeliano, e in particolare Netanyahu, ha tutto l’interesse ad allargare la guerra al Libano. Difatti, mentre dopo il 7 ottobre 2023 il premier israeliano sembrava politicamente finito, è ora risorto, con gli ultimi sondaggi che danno il suo Likud in testa. Insomma, a Netanyahu la guerra conviene”. Anche perché bisogna constatare il fallimento della diplomazia a partire da quella americana. Scrive ancora Tocci: “Le elezioni presidenziali Usa sono ormai prossime, e se già nell’ultimo anno l’attivismo diplomatico del segretario di Stato Antony Blinken non è mai stato dotato della minaccia del bastone (ossia la sospensione degli aiuti militari a Israele), ora l’amministrazione Biden non ha più neanche il tempo di poter persuadere Israele a più miti consigli. E quindi, al fallimento della diplomazia internazionale su Gaza, si aggiunge ora il suo fallimento nel tentativo di contenere un escalation regionale”.

SIAMO DI FRONTE AD UNO SCONTRO DI CIVILTA’

Non la pensa così Benny Morris, insigne storico israeliano, docente alla Ben Gurion University nella città di Beersheba, oggi 75enne capofila di quella che venne definita la corrente dei “Nuovi Storici” che viene intervistato dal Foglio e ribatte: “C’è uno scontro di civiltà, ne siamo dentro, ma in occidente la maggioranza rifiuta di accettarlo, di vedere la realtà nonostante gli attentati di Madrid, Londra, Parigi, Stoccolma e Berlino”. “Israele è la frontiera di questo scontro di civiltà, perché cerca di essere un argine al fondamentalismo islamico di Hamas e Hezbollah, sostenuti dall’Iran”  aggiunge Morris. “Vogliono distruggere Israele, l’Iran lo dice apertamente, come i suoi satelliti Hamas e Hezbollah, non solo perché ha preso loro una terra che doveva essere islamica nella loro logica, ma la verità è che vedono Israele come un avamposto della civiltà occidentale. Dopo Israele, vogliono islamizzare il mondo intero. E vogliono farlo gradualmente”.

PAPA FRANCESCO: INACCETABILE QUESTA ESCALTION DI MORTE

Parole pesanti ma che fanno capire a che livello di non ritorno siamo arrivati. E non bastano più neanche i moniti e la ricerca della diplomazia. Anche papa Francesco fronte al sangue che sta scorrendo in Libano come riporta l’Osservatore Romano  teme sempre di più una guerra globale, un conflitto planetario. Ha manifestato la sua apprensione durante l’udienza generale di ieri in piazza San Pietro, alla vigilia della partenza per il viaggio apostolico nel «cuore» d’Europa, in Lussemburgo e in Belgio, da oggi a domenica. .Il Vescovo di Roma auspica «che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation». E poi esclama: «È inaccettabile!».  E molti la pensano come lui

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