La caduta della Siria significa, da un lato, l'indebolimento della posizione internazionale dell'Iran, dall'altro, è…
Mitsotakis porterà il Ppe verso i Conservatori di Meloni?
Mitsotakis – le cui posizioni non sono di tipo “centrista” – potrebbe esercitare una forte influenza sull’intero centro-destra europeo. L’analisi di Eraldo Bigi per Elezioni e sistemi elettorali nel mondo
Elezioni in Grecia del 25 Giugno 2023, Mītsotakīs (ri)vince a distanza di un mese, e ottiene l’agognata maggioranza assoluta [peraltro, con uno score leggermente inferiore (-0,3%) rispetto quanto ottenuto a Maggio]: si trattava di una scommessa, ed il Premier l’ha vinta, conquistando il diritto di governare la Grecia senza essere obbligato a trovare accordi con altre forze politiche.
TUTTI I NUMERI DEL VOTO IN GRECIA
L’affluenza alle urne è stata del 52,83%. Il partito conservatore Nea Dimokratia incassa pertanto il 40,56% dei voti e 158 dei 300 seggi di cui è composto il Parlamento monocamerale ellenico. Il leader del partito al governo, l’ex premier Kyriakos Mītsotakīs – figlio dell’ex primo ministro greco, Kostantìnos Mītsotakīs (1918-2017) e fratello dell’ex titolare del ministero degli Esteri, Dora Bakoyanni, auspicava peraltro una vittoria ancor più netta rispetto a quella ottenuta il 21 maggio scorso, sfiorando il 41% dei voti.
Il suo principale rivale politico, Alexis Tsipras, segretario del partito di sinistra Syriza si ferma invece al 17,83%, ottenendo 47 seggi. Seguono i socialisti del Pasok con l’11,86% dei voti e 32 scranni e i comunisti del Kke (7,67% delle preferenze e 20 seggi). Sorpresa all’estrema destra dello schieramento politico: il Partito degli Spartanidel presidente Vassilis Stigas, salito alla ribalta dopo aver ricevuto il sostegno dell’ex membro di Alba Dorata, Ilias Kasidiaris(attualmente in carcere dove sta scontando una pena di 13 anni per aver partecipato a un’organizzazione criminale, ovvero il partito neonazista ormai disciolto di Alba Dorata) entrerà in Parlamento, avendo superato la soglia di sbarramento fissata al 3%: i risultati lo danno infatti al 4,68% e 13 seggi.
Anche in questa 2^ tornata elettorale ravvicinata il partito dell’ex ministro delle Finanze della Grecia, Yanis Varoufakis, Mera25, non riesce a superare la soglia, mentre gli ortodossi – anch’essi posizionati all’estrema destra – di Niki (Vittoria), guidato da Dimitris Natsios, superano l’asticella, posizionandosi arrivano al 3,7%.
In tutto, saranno otto i partiti presenti in parlamento: Nuova Democrazia (maggioranza assoluta), Syriza, Pasok, Kke, Spartiates, Elliniki Lysi (“Soluzione greca”, fomazione di estrema destra nota per le sue posizioni anti-migranti, registra un aumento di suffragi giungendo al 4,48% e 12 seggi), NIKI e Plefsi Eleftherias (“Rotta di Libertà”, di ispirazione antisistema, ottiene il 3,17% dei voti e 8 seggi).
IL NUOVO PARLAMENTO DELLA GRECIA DI MITSOTAKIS
In definitiva, un Parlamento fortemente spostato a destra: con la indubbia batosta bissata domenica in Grecia, la sinistra sembra scomparsa dei radar degli elettori ellenici (e non sembra star godendo di buona salute nell’intero Vecchio Continente, con l’eccezione – quasi a livello di …. “mosca rosa” – del Portogallo).
Non va sottovalutato in particolare come Nea Demokratia abbia trionfato nonostante le pesanti contestazioni recentemente subite, sia a seguito del gravissimo incidente ferroviario di Tempe (28.02.2023) che ha causato 57 morti, che a causa dell’ancora attualissimo naufragio di migranti al largo delle coste greche del 14 giugno scorso, in cui sono spariti tra i flutti centinaia di persone, tra cui tutte le donne ed i bambini presenti a bordo, episodi per i quali il Governo è stato pesantemente criticato.
Così come, del resto, il Governo ed il suo Presidente avevano tutto sommato agevolmente superato la scorsa estate (2022) lo scandalo cagionato dalla scoperta dell’utilizzo – da parte dei servizi di sicurezza greci – del ‘fratello’ del noto spyware Pegasus, Predator, che – secondo le accuse dell’opposizione e della stampa elleniche – sarebbe stato utilizzato con il benestare delle superiori istanze politiche per sorvegliare gli smartphones di alcuni giornalisti, e soprattutto del leader del Partito Socialista (Pasok) di opposizione, Nikos Androulakis.
PERCHE’ MITSOTAKIS PUO’ SPOSTARE A DESTRA IL PPE
A questo punto, vale la pena porre l’accento sulla circostanza che l’anno prossimo (e precisamente nei giorni tra il 06 ed il 09 Giugno 2024) i cittadini dell’Unione Europea saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo, e sulla base delle percentuali espresse dalla recente tornata elettorale Nuova Democrazia si configurerebbe al momento come uno dei partiti più forte a livello nazionale all’interno del gruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe), consociazione politica che attualmente esprime tanto la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, quanto la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.
Ne consegue che, se in tale prossimo cimento riuscirà a bissare il successo nazionale di domenica, Mītsotakīs – le cui posizioni non sono di tipo “centrista” – potrebbe esercitare una forte influenza sull’intero centro-destra europeo, portando il Ppe verso posizioni nazionaliste e sovraniste molto più prossime a quelle dell’estrema destra del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei(cui aderisce la formazione italiana Fratelli d’Italia), e del Gruppo Identità e Democrazia (cui aderisce la formazione italiana della Lega).
L’attuale Legge Elettorale, entrata in vigore proprio in occasione del presente cimento elettorale, definisce un ritorno ad un sistema proporzionale con premio di maggioranza, ma secondo una formula molto diversa dalla precedente, abrogando dunque il sistema proporzionale semplice che ha contrassegnato la precedente elezione, pur mantenendo una soglia di sbarramento del 3% per entrare in Parlamento.
Nello specifico, anziché un premio fisso di 50 seggi al partito che ottenga il maggior numero di voti (come accadeva in precedenza), è previsto un premio progressivo, che assegna sempre più seggi (fino ad un massimo di 50) in base alla percentuale di voti ottenuti: un partito, infatti, ottenendo il 25% dei voti, riceverebbe automaticamente 20 seggi e, superata questa percentuale, un seggio ogni mezzo punto percentuale aggiuntivo, fino al raggiungimento del 40%, soglia in cui riceverebbe tutti i 50 seggi disponibili.
Ciò vuol dire che, in un’elezione, i seggi da distribuire in maniera proporzionale possono variare da 250 (se un partito ha raggiunto almeno il 40% delle preferenze), a 300 (se nessun partito ha raggiunto il 25%).