Elon Musk riaccende i riflettori sugli Epstein Files, sfidando Trump e l’FBI con accuse di insabbiamenti e promesse tradite. Ecco perché
Gli Epstein Files sono la nuova ossessione di Elon Musk. Da alcune ore il miliardario sudafricano ha avviato una fitta conversazione con Grok sui documenti giudiziari del finanziere accusato di traffico di minorenni. Chi ha finanziato Epstein? Cosa è successo alle prove? Domande che mettono in dubbio il lavoro di indagine dell’FBI, accusati di corruzione e insabbiamento. Ma il vero bersaglio dell’attacco di Musk è il presidente Usa Donald Trump, schiacciato tra la promessa elettorale di rivelare gli scottanti segreti e il timore di aprire un vaso di Pandora.
EPSTEIN FILES, LE DOMANDE CHIAVE TRASCURATE PER MUSK
Chi ha finanziato lo stile di vita e le operazioni dell’isola di Epstein? Cosa è successo ai filmati di sorveglianza sequestrati dalle sue proprietà? Perché alcuni nomi di alto profilo (ad esempio, Bill Clinton, il principe Andrew) hanno affrontato conseguenze legali minime nonostante le accuse? Come possiamo garantire la privacy delle vittime pur perseguendo piena responsabilità?
Sono le domande, formulate dal sistema di IA Grok, che Musk ha ricondiviso sul suo profilo X, alimentando di nuovo lo scontro con Trump.
I documenti incriminati sono la rubrica personale di Epstein con nomi influenti, il registro dei voli sul suo jet privato “Lolita Express”; testimonianze di vittime e collaboratori e atti di cause civili e penali contro Epstein e Ghislaine Maxwell, condannata a 20 anni. Dossier di cui Musk e la base MAGA stanno chiedendo a gran forza la pubblicazione integrale.
DOVE SONO LE PROVE DEGLI EPSTEIN FILES
I documenti giudiziari sul finanziere accusato di traffico di minorenni imbarazzano ancora Donald Trump. Uno dei punti centrali della critica di Musk alle indagini sugli Epstein Files riguarda la carenza di prove. Poche ore fa il fondatore di Tesla ha ripostato l’analisi di Mario Nawfal, fondatore della startup IBC Group Official, il quale (neanche troppo) velatamente accusa l’FBI di corruzione o insabbiamento.
“I protocolli dell’FBI creano un sistema quasi impenetrabile in cui la perdita richiede una sovversione attiva – come la falsificazione di registri, la rottura dei sigilli o l’eliminazione dei dati – che implica corruzione o insabbiamento piuttosto che supervisione. Cos’è successo alla montagna di prove?”, ha scritto Nawfal in un thread su X.
Un’analisi che ha appassionato a tal punto Musk da spingerlo a lanciare un sondaggio: “Qual è la tua migliore ipotesi su dove si trovano il video e le foto che Epstein ha fatto degli stupri? Dove dovremmo guardare o a chi dovremmo chiedere?”.
LE PROMESSE MANCATE DI TRUMP SUGLI EPSTEIN FILES
Elon Musk non sembra aver perdonato all’ex amico la promessa di de-secretare i documenti giudiziari su Epstein, rivelando così gli scottanti segreti presenti. Una promessa che fino ad oggi è stata mantenuta solo in minima parte. Infatti, a febbraio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha declassificato parte del materiale, definendo l’operazione “Fase 1”. La prima fase comprende circa 200 pagine, che riportano i registri di volo dell’aereo privato di Epstein (“Lolita Express”) e una lista di contatti che include nomi di personaggi noti del mondo politico, finanziario e dello spettacolo. Tuttavia, gran parte del materiale era già noto attraverso precedenti fughe di notizie. Una scelta che ha deluso molti osservatori. Il miliardario sudafricano ha affidato il suo commento a un post su X, in cui dà velatamente del pagliaccio al presidente americano.
MUSK CI RICASCA
Non è la prima volta che Musk usa gli Epstein Files per attaccare Donald Trump. Infatti, poche ore dopo l’annuncio della fine del suo incarico governativo, l’imprenditore sudafricano ha chiesto addirittura l’impeachment per Trump, con l’accusa di aver frequentato il finanziere Jeffrey Epstein. Un’accusa a cui il presidente ha risposto minacciando di tagliare i contratti con Tesla e Space-X.