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Obiettivi e aspettative del neo governo austriaco (benedetto dall’Ue)
L’approfondimento di Pierluigi Mennitti sul primo governo tra conservatori ed ecologisti della storia repubblicana dell’Austria per Start Magazine
Saranno trecento delegati del congresso dei Verdi a dare sabato prossimo il via libera a Vienna al primo governo tra conservatori ed ecologisti della storia repubblicana austriaca. I due partiti vincitori delle ultime elezioni, il popolare conservatore Övp e i verdi, hanno raggiunto l’accordo dopo tre mesi di non facili trattative: 15 ministeri (tra cui la novità di un dicastero dell’Integrazione), 4 dei quali andranno agli esordienti ecologisti. I popolari mantengono ben salda la barra dell’esecutivo con il rientrante cancelliere Sebastian Kurz e i ministeri principali: ampio era stato d’altronde il margine fra i due partiti, 37,%% i popolari, 13,9 i verdi piazzatisi al quarto posto dopo socialdemocratici e nazionalisti. Il loro leader Werner Kogler assumerà la carica di vice cancelliere. L’intero castello prodotto dalle trattative attende solo il vaglio dei delegati ecologisti, ma il loro voto favorevole è scontato. Sabato l’Austria avrà un nuovo governo votato dagli elettori e l’esecutivo tecnico di transizione diventerà un breve capitolo della sua storia.
UN GOVERNO FRA DIVERSI MA BENVOLUTO DA UE E CANCELLERIE CONTINENTALI
La lunghezza delle negoziazioni fra due partiti che volevano a tutti costi raggiungere l’accordo si spiega con la distanza programmatica che separava le due forze all’indomani del voto, assai più marcata di quella che divide conservatori e verdi nella vicina Germania. Le trattative sono state difficili perché “le linee programmatiche erano molto, molto differenti”, ha ammesso lo stesso Kurz, assicurando poi che il compromesso raggiunto “non è al ribasso ma raccoglie il meglio dei progetti dei due partiti”. Non avrebbe potuto dire altrimenti, ma è chiara la soddisfazione del giovane cancelliere per potersi giocare da subito una seconda chance, questa volta contando su un atteggiamento molto più benevolo da parte dell’Unione Europea e delle principali cancellerie continentali. Dopo aver sfidato senza successo il popolarismo merkeliano di chiusura a destra sdoganando il nazional-populismo dell’Fpö, Kurz ora guiderà proprio quell’alleanza inedita e modernizzatrice con i verdi che la cancelliera avrebbe voluto formare nell’ultimo suo mandato, prima di dover ripiegare sull’ennesima Grosse Koalition senza anima e cuore.
IL LABORATORIO POLITICO DEI NUOVI EQUILIBRI EUROPEI
Il nuovo governo di Vienna viene dunque accolto come un laboratorio politico dei nuovi equilibri europei. Lo era a modo suo anche l’alleanza fra popolari e nazionalisti, ma quella formula governativa, che non entusiasmava certo l’establishment europeo, è caduta per uno scandalo dai contorni indefiniti (l’Ibizagate) che tendeva a dimostrare l’inadeguatezza della classe dirigente nazionalista. Kurz è stato abile a sfilarsi dalle responsabilità e a giocare la carta personale, riacquistando la fiducia degli elettori per spenderla in una diversa alchimia politica, assai più gradita all’ecosistema nel quale anche l’Austria è inserita. Oggi gli stessi ambienti che guardavano con sospetto il precedente esperimento austriaco sperano che quello nuovo abbia successo: il vantaggio di Vienna è che il nuovo laboratorio ha il bollino elettorale, non è un prodotto eterodiretto di ingegneria politica.
RIFORMA DEL FISCO: TENERE INSIEME TAGLI FISCALI E RIORIENTAMENTO IN SENSO ECOLOGICO DEL SISTEMA
Per il momento prevalgono gli annunci e le indicazioni di massima sul programma di governo. Sarà interessante attendere i prossimi giorni, i discorsi programmatici istituzionali e soprattutto il lavoro nei prossimi mesi per capire come verranno modulati i punti chiave dell’azione di governo, quelli che segneranno la specificità del laboratorio conservatore-ecologista (nel caso austriaco turchese-verde, dal colore dei due partiti). Innanzitutto il programma di riforma fiscale, che secondo le anticipazioni di Kurz dovrebbe permettere allo stesso tempo l’alleggerimento e il taglio voluto dai popolari e il riorientamento in senso ecologista del sistema del fisco. Le domande che dovranno trovare risposta sono quanto il primo sia compatibile con il robusto sistema di welfare austriaco e in cosa consista il secondo (sostanzialmente quali incentivi, per che cosa e con quali coperture).