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Oms: Europa sola regione dove Covid aumenta. I Paesi a rischio

Regioni Rischio Covid Europa

Il numero di contagi di Covid-19 in Europa è aumentato per la quinta settimana consecutiva. In Russia nuovo record di decessi

Ora è l’Europa a preoccupare l’Organizzazione mondiale della Sanità, perché è nel Vecchio continente che il Covid sta rialzando la testa. Principalmente a Est, soprattutto in Russia, e poi in Romania, Ungheria e Croazia, ma la situazione inizia a essere preoccupante anche in Austria, in Germania (dove Angela Merkel sta valutando restrizioni per i No Vax) e in Olanda, dove Mark Rutte ha reintrodotto l’obbligo di mascherina al chiuso. E poi c’è sempre il Regno Unito, alle prese già da settimane con una nuova ondata. ’’Il Natale potrebbe essere problematico’’, ha dichiarato alla Bbc il consulente del governo britannico e vice capo della Sanità inglese, Jonathan Van-Tam, parlando di ’’mesi invernali potenzialmente problematici’’. Per evitare un nuovo lockdown, secondo Van-Tam occorre mostrare ’’cautela durante i mesi invernali, ma in particolare nei prossimi due mesi’’. E alla domanda se i sudditi di Sua Maestà festeggeranno il Natale, ha risposto “dipende da quanto saremo cauti”.

COVID IN EUROPA, I NUMERI CHE PREOCCUPANO L’OMS

Il numero di contagi di Covid-19 in Europa è aumentato per la quinta settimana consecutiva. Nell’ultimo rapporto, l’agenzia Onu ha scritto che i nuovi casi sono aumentati del 6%, rispetto al 18% della settimana precedente. Nelle altre regioni, il numero è diminuito o rimasto costante. I cali più decisi in Medioriente (-12%), Sudest asiatico e Africa (-9%). Globalmente i nuovi contagi sono stati 3 milioni. I decessi per Covid-19 sono aumentati globalmente dell’8%, con i dati più alti nel Sudest Asiatico (+50%). Il tasso di contagio in Europa è il più alto al mondo: 192 casi ogni 100mila persone. Seguono le Americhe, con 72 casi ogni 100mila persone.

Continua a essere fuori controllo la situazione in Russia, che riferisce il decesso di 1.189 pazienti con il Covid nelle ultime 24 ore, ritoccando il precedente record negativo toccato l’altro ieri. Nel Paese si contano anche 40.443 nuovi contagi, per un totale di oltre 8,6 milioni, mentre le vittime ufficiali sono 242.060. Il numero maggiore di casi, 6.827, è stato registrato a Mosca, seguita dai 3.269 di San Pietroburgo.

La Slovenia ha registrato un record di nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore, ovvero 3.456. Secondo le autorità sanitarie locali, il 44,7 per cento dei test effettuati nell’ultima giornata hanno dato esito positivo. Mentre i medici sloveni chiedono che vengano introdotte misure più rigide per fermare i contagi, nel Paese di circa due milioni di abitanti sono attualmente 29.354 i casi attivi. Circa il 53 per cento della popolazione ha completato l’iter vaccinale, ovvero 1,12 milioni di persone. Domani il governo si riunirà per discutere le proposte dei medici, che hanno chiesto di limitare gli assembramenti, ridurre gli orari di apertura di bar e ristoranti, favorire il lavoro da casa per i dipendenti del settore pubblico, secondo quanto riportato dalla televisione nazionale.

È seria la situazione pure Ucraina, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 23.393 nuovi contagi e nelle piazze di Kiev sono scesi i manifestanti no vax dopo la decisione del governo di sospendere lo stipendio ai dipendenti statali, insegnanti compresi, se rifiutano di vaccinarsi contro il Covid-19 entro l’8 novembre.
Tra i nuovi contagiati si contano anche 1.406 bambini e 421 medici, si legge in una nota del ministero della Salute postata su Facebook. Nell’ultima giornata ci sono stati anche 720 decessi per complicanze riconducibili al coronavirus.

La Repubblica Ceca conta invece  9.902 contagi nell’ultima giornata, il numero più alto da marzo. Una settimana fa i nuovi casi confermati erano 6.284. Inoltre, per la prima volta da maggio, i malati di coronavirus ricoverati hanno superato i 2mila, di cui 288 persone in terapia intensiva.

Record nazionale pure in Croazia, con 4.573 nuovi infetti da coronavirus e 41 decessi nelle ultime 24 ore, ormai pericolosamente vicina ai numeri che nel dicembre del 2020 segnarono il picco della pandemia. Nonostante il peggioramento della situazione sanitaria, il governo ha escluso qualsiasi tipo di lockdown o nuove restrizioni e il Paese resta tra i più aperti in Europa, ma anche tra quelli con il tasso di vaccinati più bassi sul continente. Finora solo il 56 per cento degli adulti ha completato il ciclo vaccinale, pari al 47 per cento dell’intera popolazione di quattro milioni di abitanti.

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