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Perché il mondo delle ecig ha da ridire sul report dello SCHEER
I produttori lamentano il fatto che la Commissione UE non abbia richiesto allo SCHEER un’analisi analisi comparativa tra gli effetti delle sigarette classiche e quelli dei nuovi prodotti sulla salute
Al comparto delle ecig non va giù il Report dello SCHEER (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks) sulle sigarette elettoniche. Il 29 aprile lo SCHEER ha infatti pubblicato il proprio parere sulle sigarette elettroniche. Un documento molto atteso, visto che sarà funzionale a tracciare l’indirizzo regolamentare Europeo rispetto ai prodotti innovativi alternativi alle sigarette, che nel corso del 2021 saranno protagonisti di due importanti appuntamenti regolatori a livello comunitario: la Tobacco Products Directive (TPD) e la Tobacco Ecxise Directive (TED).
Il mondo delle sigarette elettroniche lamenta però che la Commissione UE non abbia richiesto allo SCHEER un’analisi analisi comparativa tra gli effetti delle sigarette classiche e gli effetti dei nuovi prodotti sulla salute. Il rapporto si focalizza secondo quanto sostengono unicamente sugli effetti delle sigarette elettroniche e sul loro profilo di rischio.
Questo, proseguono gli addetti al lavoro di quel particolare comparto economico, nonostante i 691 contributi ottenuti in fase di consultazione pubblica su una proposta preliminare – contributi espressi tra gli altri da associazioni di consumatori e autorità del mondo medico-scientifico, che sottolineavano la necessità di considerare “la riduzione del danno delle sigarette elettroniche rispetto alle sigarette tradizionali”. Perciò, per le industrie delle ecig il rapporto dello SCHEER non considererebbe il ruolo dei prodotti innovativi nella lotta al fumo. Viene inoltre sottolineato dagli addetti del settore come l’unico riflesso delle molte raccomandazioni ottenute sul rapporto riguardi la modifica da “forti” a “moderate” delle evidenze sul fatto che le sigarette elettroniche causino effetti di lungo termine sul sistema cardiovascolare, o che rappresentino un rischio rispetto all’attrattività per i minori.
ANAFE Confindustria, l’Associazione nazionale dei produttori di fumo elettronico, ha deciso, insieme alla LIAF (Lega Italiana Antifumo), di lanciare una petizione “per chiedere al Governo italiano, e in particolare al Ministero della Salute, di farsi portavoce a livello europeo affinché possa essere promossa un’analisi comparata tra svapo e sigarette tradizionali, che una volta per tutte fornisca ai cittadini e ai consumatori informazioni chiare e adeguate sull’impatto sanitario delle sigarette elettroniche”.