Stephen King è lo scrittore più censurato d’America. Ecco perché
Non è “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood ma l’America MAGA 2025: fino a qualche anno fa la messa al bando dei libri sarebbe stata inimmaginabile. E invece questo tipo di censura negli Stati Uniti è diffusa e normalizzata, “sintomo dello smantellamento dell’istruzione pubblica e di una democrazia in declino”. L’autore più censurato? Il maestro dell’horror Stephen King
LO SCENARIO DEL REPORT DI PEN AMERICA
Il report 2024/25 di PEN America è implacabile: mai prima d’ora così tanti libri sono stati rimossi dalle biblioteche scolastiche di tutto il paese con l’aiuto anche di leggi ad hoc. Sono 6.870 i divieti di lettura in 23 stati e 87 distretti scolastici pubblici. Florida, Texas e Tennessee sono gli stati che censurano più di tutti. La Florida vanta il primato con 2.304 casi di censura e pressioni da gruppi locali e funzionari eletti. Emergono infatti gruppi estremi che fanno leva sulle paure dei genitori esostenuti da una politica che li appoggia. Trump ha emanato infatti 3 ordini esecutivi che mettono nel mirino il movimento LGBTQ+, le politiche di promozione della diversità e dell’inclusione delle minoranze: “Porre fine all’indottrinamento radicale nella scuola primaria e secondaria”, “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere” e “Porre fine ai programmi e alle preferenze governative radicali e dispendiose in materia di DEI (Diversità, Equità e Inclusione)”.
PERCHÉ I LIBRI VENGONO CENSURATI?
Come spiega PEN America, nel mirino dei genitori finiscono la sessualità, la violenza, il razzismo, della discriminazione i diritti Lgbtq+, le minoranze, trans e diritti civili. In molti casi la sessualità è un pretesto per vietare nelle scuole di parlare delle famiglie omogenitoriali. E ancora i diritti Lgbtq+, le minoranze, trans e diritti civili. La tendenza in atto è l’autocensura. Come sostiene il premio Pulitzer Amy Ellis Nutt: «Sembra che siano gli stessi cittadini a rivolgersi ai distretti scolastici per vietare determinati libri e non è un caso che ad essere banditi siano per lo più i testi sui diritti Lgbtq+».
IL CASO KING
King è il più censurato nelle scuole. I lavori del maestro del brivido sono stati banditi 206 volte nel solo anno scolastico 2024-2025. E forse non è una novità viste le sue posizioni e i suoi tweet infuocati contro Trump, Musk e la nuova tecnocrazia americana emergente. Sul tema già nel 2018, al gran gala di PEN, il Pulitzer aveva un’idea chiara: “Tabby ed io abbiamo cresciuto tre figli. Li esortiamo tutti a leggere i libri proibiti, perché ciò che le persone al potere non vogliono che tu sappia è esattamente ciò che devi scoprire”. L’autore di Carrie, L’ombra dello scorpione, It, e decine di altri bestselle, è finito nel mirino dei conservatori per le stesse logiche reazionarie degli altri libri. Kasey Meehan, direttrice del programma Freedom to Read di PEN sostiene che i suoi libri sianostati rimossi dagli scaffali scolastici per i temi che trattano: identità di genere, sessualità, migrazione, violenza e discriminazione.
KING DEMOLISCE LE CERTEZZE MAGA
Le storie di King sono quelle di una società che superficialmente appare ineccepibile ma in realtà è corrotta alla sua stessa radice. King mette in discussione la storia fondativa americana, fatta di genocidi, deportazioni di massa, schiavitù e sfruttamento. La sua più che letteratura è denuncia sociale. I suoi protagonisti non sono etichettabili: né proletari né borghesi, né colpevoli né innocenti. E in ogni uomo si gioca la partita tra forze del bene e del male, ma non in modo evidente come in Tolkien: è una guerra sottile, sporca, ma potente. E infine King si rivolge a quell’America che fa paura perché è ancora capace di farsi guidare da un’intelligenza e da una curiosità non distorte e non contaminate dal potere e dallo status quo.
GLI ALTRI LIBRI CENSURATI
Oltre a King i testi più censurati sono Arancia meccanica, classico distopico degli anni Sessanta di Anthony Burgess, rimosso ben 23 volte, Sold di Patricia McCormick, Forever di Judy Blume e Breathless di Jennifer Niven, oltre a numerose opere di Sarah J. Maas e Jodi Picoult.

