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Perché l’Italia senza bandiera alle Olimpiadi? La vicenda

Perché L'Italia Senza Bandiera Alle Olimpiadi?

Tutta colpa del Conte I, che ha fatto una norma contraria alle regole. E pure del Conte II, che non la ha mai cancellata

Perché l’Italia senza bandiera alle Olimpiadi? È la domanda che impazza in queste ore in Rete, dopo che Repubblica ha anticipato quella che appare più come una punizione al mondo dello sport del nostro Paese che non all’inettitudine della classe politica che ci rappresenta. Ma andiamo con ordine.

PERCHÉ L’ITALIA SENZA BANDIERA ALLE OLIMPIADI?

Quelle di Tokyo 2020, ammesso si facciano, rischiano di essere davvero Olimpiadi nate sotto una cattiva stella, non solo perché sono state rinviate di un anno per la pandemia (si chiamano comunque Tokyo 2020 per motivi di merchandise), ma anche perché potrebbero vedere gli atleti italiani gareggiare sotto i vessilli bianchi, coi 5 cerchi, del Cio, il Comitato olimpico internazionale. Niente ingresso trionfale sventolando il tricolore e, soprattutto, niente inno di Mameli in caso di vittoria degli Azzurri. Che poi sarebbero bianchi.

 

Il motivo è squisitamente burocratico e pure parecchio politico: il Coni, ovvero il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ente pubblico nonché autorità di disciplina regolazione e gestione delle attività sportive nazionali a seguito della riforma dello sport voluta dal Conte I, è in piena violazione della Carta Olimpica (articolo 27) perché perde di autonomia e competenze ed è a tutti gli effetti emanazione del governo. Qualcosa che il Cio non tollera.

Perché l'Italia senza bandiera alle Olimpiadi?

Qualcosa che Giovanni Malagò ripete, inutilmente, da tempo. A fine dicembre avvertì il mondo politico: “Pensate alla Russia, Paese top non solo nello sport, che non potrà partecipare con la propria bandiera né alle Olimpiadi di Tokyo né ai Giochi invernali di Pechino. Non so se vi rendete conto – aveva ammonito il numero 1 del Coni – della pesantezza della decisione anche per i rapporti con Giappone e Cina. Ci auguriamo che chi ha l’onere e la responsabilità di trovare la soluzione quanto meno mantenga la parola perché ormai tutti sanno perfettamente il rischio che corriamo”.

Perché l'Italia senza bandiera alle Olimpiadi?

SERVE UN DECRETO PER RIMEDIARE

Insomma, perché l’Italia senza bandiera alle Olimpiadi? Per colpa della politica, di una legge pedestre del Conte I e della disattenzione del Conte II, che ha avuto oltre un anno per cancellarla ma non lo ha fatto (c’è stato di mezzo il Covid, è vero, ma le occasioni di decretare d’urgenza, a maggior ragione, non sono mancate). Non lo diciamo noi ma lo denuncia sempre Malagò in audizione alla Camera davanti alle Commissioni riunite Cultura e Istruzione e Lavoro: “Perché ci siamo ridotti così? Perché questa società, diventata emanazione del Governo, non ha scorporato le funzioni obbligate del Coni: pianta organica, asset”.

 

E, ancora: “Siamo in una situazione drammatica, sportivamente parlando, per colpa della politica in quanto dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2018 è mutata la questione riguardante il rapporto tra l’allora Coni Servizi e oggi Sport & Servizi col Coni. La Carta Olimpica vieta a qualsiasi comitato olimpico di operare per il tramite del governo. Attualmente la società Sport e salute è il braccio operativo del governo. Per questo non si può fare un contratto di servizio con una società governativa. Questo è il punto centrale”.

 


Ma si può salvare la partita in zona Cesarini e intervenire d’urgenza, con decreto, come del resto Malagò chiede da tempo: “Si può ancora risolvere, prima di mercoledì 27. Il Cio chiede quello che il Governo italiano si è impegnato di sistemare e che per colpa della politica, a distanza di 25 mesi, non è stato risolto. L’esecutivo di mercoledì è importantissimo perché è l’ultimo. Poi non ce ne saranno altri perché poi si va alle elezioni. Il presidente Bach scade e a marzo ci saranno le elezioni. Da qui a quella data non ci saranno altri esecutivi. Ecco perché è una scadenza ineludibile”.

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