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Perché per Trump in New Hampshire non è stato il trionfo che sperava
Trump vince ancora alle primarie dei Repubblicani in vista delle Presidenziali Usa. Si riduce la corsa per lo sfidante di Biden, Nikki Haley infatti è ancora in gioco. L’analisi di Riccardo Pennisi
Ieri in New Hampshire – alle primarie Repubblicane – Trump ha vinto di nuovo. Ma non è stato il trionfo che sperava. 7 cose da sapere
⭕1. La corsa che deciderà lo sfidante di Biden a novembre si è ridotta a due soli partecipanti. Otto giorni fa, il voto in Iowa provocò ritiro (immediato) di Vivek Ramaswamy, imprenditore e finanziere quarantenne di origine indiana. Tre giorni fa è uscito anche il governatore della Florida Ron DeSantis, che per mesi era apparso l’avversario più convincente dell’ex presidente. Una gioiosa macchina da guerra che aveva trasformato la Florida in una roccaforte Repubblicana. Ma il risultato deludente in Iowa, nonostante l’enorme impegno – aveva girato personalmente tutte le contee dello Stato, speso cifre ingenti in pubblicità e campagne porta a porta – lo ha convinto a mollare.
⭕2. In New Hampshire, contro Trump rimaneva quindi soltanto Nikki Haley, ex ambasciatrice USA all’ONU ed ex governatrice della South Carolina. Anche lei di origine indiana – entrambi i genitori nati in India, nome di battesimo Nimarata Nikki Randhawa. Trump l’ha staccata di 11 punti. E’ una vittoria o una sconfitta?
⭕3. E’ una vittoria, se consideriamo che in Iowa il distacco tra i due era stato di 31 punti. E DeSantis, ritirandosi, aveva detto ai suoi di votare Trump, perché Haley “rappresenta un aziendalismo fuori tempo massimo, inginocchiato alla grande impresa e prono all’ideologia woke”.
⭕4. Il New Hamphire è uno stato di tradizione libertaria, “vivi libero o muori” è il suo motto. La tassazione è basata quasi soltanto sulla proprietà immobiliare: non esiste l’equivalente dell’IRPEF o dell’IVA. Vota di solito per il candidato presidenziale Democratico (l’ultima eccezione fu G. W. Bush nel 2000), anche se nel 2016 Trump finì sotto Hillary Clinton soltanto di 2.736 voti. Le primarie del 2016, le vinse Trump di un gran margine.
⭕5. Poteva quindi essere la tomba di Haley, che invece rimarrà in gioco ancora almeno per un mese, fino alle primarie della South Carolina, il 24 febbraio. E’ il suo stato, e può intanto trovare nuovi fondi, sostenitori e argomenti. In mezzo c’è solo il caucus del Nevada, l’8 febbraio. Vincere in SC significherebbe costringere Trump al SuperTuesday: le primarie del 5 marzo in ben 16 stati contemporaneamente. Una lotteria a cui Trump farà di tutto per arrivare da solo.
⭕6. Ma per Haley è stata anche una #sconfitta. Vincere avrebbe fatto passare il messaggio – fondamentale per Nikki – che Trump non è un colosso imbattibile. Invece, con il Nevada, l’ex presidente potrebbe segnare una tripletta che non è mai riuscita a nessun Repubblicano. Haley era anche sostenuta dal governatore del New Hampshire – d’altronde anche la governatrice dell’Iowa aveva sostenuto un avversario di Trump: DeSantis.
⭕7. Tutto inutile: il blocco trumpiano dentro il partito Repubblicano è forte e motivato. Sta decidendo le primarie. Vedremo presto se potrà decidere anche le presidenziali.