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Sarkozy

Perché Sarkozy è andato in carcere

Nicolas Sarkozy è il primo ex presidente della Repubblica francese a essere incarcerato. Ecco perché e di cosa è accusato

“Il mio pensiero va ai francesi di ogni estrazione sociale. Voglio dire loro con la mia incrollabile forza che non è un ex presidente della Repubblica ad essere rinchiuso questa mattina ma un uomo innocente. La verità trionferà”: queste le ultime parole da uomo libero dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, mentre si dirige verso il carcere della Santé mano nella mano con la moglie Carla Bruni per scontare la sua pena.

Tra i libri che porterà nella cella di 11 metri quadrati due dichiarazioni d’intenti: “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas e “Vita di Gesù” di Jean-Christian Petitfils.

PER COSA È IMPUTATO SARKOZY

L’ex presidente dovrà scontare una pena di cinque anni per associazione a delinquere. Il 25 settembre infatti è arrivata la condanna in primo grado per i finanziamenti illeciti libici alla sua campagna elettorale del 2006, che poi vincerà.

Sono rimaste fuori le accuse di ricettazione, appropriazione indebita, corruzione e finanziamenti illegali per mancanza di prove, anche se come riporta la sentenza, l’ex inquilino dell’Eliseo non poteva non essere al corrente di quelle trasferte.

Nelle motivazioni si parla di “gravità eccezionale dei fatti” e di “movimenti finanziari riconducibili alla Libia” dell’équipe del presidente formata da Brice Hortefeux e Claude Guéant.

L’ITER PROCESSUALE

Nel 2011 uno dei figli di Gheddafi accusò l’allora presidente francese di aver ricevuto denaro dalla Libia per finanziare la sua campagna presidenziale. Nel 2012 il sito d’inchiesta Mediapart pubblicò un documento in cui l’ex capo dei servizi segreti esteri libici parlava di un “accordo di principio” con un contributo di 50 milioni di euro.

L’anno dopo la procura di Parigi aprì un’inchiesta contro ignoti e nel 2018 l’ex presidente venne formalmente incriminato per corruzione passiva, finanziamento illecito di campagna elettorale e ricettazione di fondi pubblici libici. Nel 2020 si aggiunge anche l’associazione a delinquere. Il 25 settembre 2025 i giudici hanno emesso la sentenza.

LA VITA IN CARCERE

All’ex presidente è riservata una cella di isolamento di 11 metri quadrati per motivi di sicurezza, dotata di piastra per cucinare, scrivania, doccia e bagno. Potrà leggere e guardare la televisione. Tra gli oggetti che può portare con sé: una sciarpa che non dovrà superare 1 metro di lunghezza, un coltello con punta arrotondata e una forchetta. Gli sarà concesso di uscire un’ora al giorno nel cortile interno e avere tre visite settimanali con famigliari e amici. Potrà anche acquistare prodotti per l’igiene e alimenti da un catalogo, per non mangiare i pasti della mensa.

L’ATTENTATO DC10

Il giornale Mediapart che aveva pubblicato i documenti incriminati, di fronte alla vittimizzazione di Sarkozy ha tenuto a precisato che: “Il trio Sarkozy-Guéant-Hortefeux è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere per aver negoziato con il numero due del regime libico, Abdallah Senoussi condannato in Francia per aver organizzato l’attentato contro l’aereo DC-10 dell’UTA (170 morti). Secondo il tribunale, i libici hanno versato 6,5 milioni di euro per il finanziamento di questa campagna, in cambio del quale l’équipe di Sarkozy si era impegnata a esaminare la situazione penale di Senoussi in Francia”.

Due rappresentanti delle famiglie delle vittime dell’attentato al DC 10 si sono costituite parti civili in tribunale. “Questo processo non è una vendetta, ma l’espressione di una giustizia che aspettavamo da anni. No, Nicolas Sarkozy non è una vittima” hanno precisato a Libération.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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