Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeo ha spiazzato il mondo con la decisione, poi ritrattata, di…
Chi è Joerg Kukies, il nuovo ministro delle Finanze tedesco e perché Scholz ha licenziato Lindner
Terremoto politico a Berlino, il cancelliere Scholz toglie la fiducia al suo ministro delle Finanze e leader dei liberali. Governo in bilico, Lindner voleva voto anticipato
IL LICENZIAMENTO DI LINDNER: LA ROTTURA NEL GOVERNO ‘SEMAFORO’
A Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha deciso di licenziare Christian Lindner, ministro delle Finanze e leader del Partito Liberale (FDP). La decisione segna un punto di rottura nella coalizione di governo, nota come ‘semaforo’ per i colori dei partiti che la compongono: SPD (socialdemocratici), Verdi e FDP (liberali). Lindner aveva chiesto il ricorso a elezioni anticipate, una proposta che Scholz ha definito “irresponsabile” e che lo ha portato a perdere la fiducia nel suo ministro delle Finanze.
Ich habe den Bundespräsidenten um die Entlassung des Finanzministers gebeten. Wer sich in dieser Lage einer Lösung verweigert, handelt verantwortungslos. Es gibt keine Vertrauensbasis.
Ich habe einen Amtseid geschworen: Ich halte stets das Wohl unseres ganzen Landes im Blick.
— Bundeskanzler Olaf Scholz (@Bundeskanzler) November 6, 2024
LA CRISI NEL GOVERNO E IL FALLIMENTO NEGOZIATI
La crisi tra i partiti di coalizione era in fermento da mesi, complicata dalle dure sconfitte elettorali dell’FDP nei Laender orientali e da un calo nei sondaggi che potrebbe escludere i liberali dal Bundestag nelle prossime elezioni. Lindner ha spinto per un “piano di svolta economica” che prevedeva tagli alle spese sociali e ambientali, con un ridimensionamento degli investimenti sul clima e un freno all’indebitamento. Tuttavia, SPD e Verdi hanno rigettato queste misure, ritenendole un passo indietro rispetto agli impegni del governo.
LE TENSIONI SUL BILANCIO E LE DIVERGENZE DI VISIONE
Le tensioni interne si sono riflesse anche sulla gestione del bilancio, una delle principali aree di disaccordo. Scholz e il vicecancelliere Robert Habeck (Verdi) hanno tentato di trovare un compromesso con il leader liberale. Habeck aveva persino proposto di ridistribuire i fondi destinati alla fabbrica Intel a Magdeburgo per coprire i buchi di bilancio, ma Lindner ha rifiutato. L’insistenza del ministro delle Finanze sui tagli di spesa e sulla riduzione delle tasse aziendali ha reso impossibile trovare una base comune di intesa.
SCHOLZ HA ANTICIPATO “LA TRAPPOLA DEI LIBERALI”
“E alla fine – scrive la corrispondente del Corriere della Sera, Mara Gergolet – è stato Olaf Scholz a licenziare Christian Lindner. Quando le cose erano decise, quando la trappola dei liberali è scattata, quando ormai la scenografia era stata allestita per lasciare il governo, è stato il cancelliere con senso d’orgoglio e d’anticipo, a privarli del gusto di sbattere la porta”. Olaf Scholz però, prosegue il Corriere, “paga l’incapacità di dare un’identità e una direzione a un esperimento che doveva «modernizzare» la Germania: via dalle grandi coalizioni, un patto con i liberali e i verdi per guardare a un mondo più aperto”.
LA REAZIONE DI LINDNER E IL RUOLO DI SCHOLZ
Subito dopo l’annuncio del licenziamento, Lindner ha accusato Scholz di non essere in grado di guidare il Paese verso un “nuovo inizio” e ha criticato quella che ha definito una “rottura calcolata” del governo. Scholz, tuttavia, ha sostenuto che il comportamento di Lindner aveva minato la fiducia necessaria per una collaborazione stabile e costruttiva, e ha indicato la decisione come necessaria per evitare danni alla Germania.
IL FUTURO DEL GOVERNO E LA POSSIBILITA’ DI NUOVE ELEZIONI
Con il licenziamento di Lindner, il governo di coalizione è in bilico. Il partito liberale tedesco FDP ha annunciato che tutti i suoi ministri lasceranno privando così la Cancelleria della maggioranza alla Camera dei Deputati. Scholz ha annunciato che richiederà un voto di fiducia al Bundestag a metà gennaio, il che potrebbe portare a elezioni anticipate entro marzo, qualora non ottenga il sostegno del parlamento. Nel frattempo, il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, ha già incontrato il leader dell’opposizione Friedrich Merz (CDU), segnale che i preparativi per un possibile cambio di governo sono in corso.
SCHOLZ NOMINA JOERG KUKIES NUOVO MINISTRO DELLE FINANZE. IL PROFILO
Sicuramente quello che emerge è che Scholz non vuole rimanere a guardare e farsi travolgere dagli eventi. Così ha già deciso di nominare Joerg Kukies, il suo ex consigliere economico, all’incarico di ministro delle Finanze, al posto di Lindner. A dare notizia è la Dpa.
Ecco il profilo di Kukies: 1994, laurea in Scienze Economiques, Università Pantheon-Sorbonne, Parigi; 1997, MPA, John F. Kennedy School of Government, Università di Harvard; 2001, Dottorato di Ricerca in Finanza, Università di Chicago, Graduate School of Business. 2001-04, Associato, Team di sviluppo prodotto, Goldman Sachs International, Londra. Dal 2004 al 2011 è stato associato e dal 2007 al 2011 responsabile della divisione azioni, Germania e Austria, Goldman Sachs International, Francoforte. 2011-14, Responsabile Equity Derivates, Europa, Medio Oriente e Africa, Goldman Sachs International, Londra. Dal 2014 al 2018 è stato co-amministratore delegato di Goldman Sachs AG e amministratore delegato della filiale di Francoforte di Goldman Sachs International. Da aprile 2018 a dicembre 2021, Sottosegretario di Stato per la politica dei mercati finanziari e la politica europea presso il Ministero federale delle finanze tedesco. Da dicembre 2021 segretario di Stato presso la Cancelleria federale, commissario della Cancelliera federale per i vertici del G7/G20.
IL CONTESTO INTERNAZIONALE E LE RIPERCUSSIONI DELLA CRISI TEDESCA
Questa crisi di governo si sviluppa in un momento delicato per la Germania e per l’Europa, anche alla luce della recente vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. SPD e Verdi considerano la stabilità del governo essenziale per affrontare le nuove sfide, mentre l’FDP sostiene che l’instabilità negli Stati Uniti richieda una pronta revisione delle politiche economiche e una maggiore disciplina fiscale.
IL BILANCIO TEDESCO E I PROSSIMI PASSI
La discussione sul bilancio rimane un nodo centrale da risolvere, con il prossimo dibattito fissato per il 14 novembre. SPD e Verdi potrebbero tentare di governare con un esecutivo di minoranza, ma la stabilità di un simile assetto è tutt’altro che garantita. Il licenziamento di Lindner e l’incertezza politica potrebbero avere significative ripercussioni sia sul bilancio tedesco sia sulle politiche europee. E sullo sfondo incombe sull’Europa il nuovo corso dell’Amministrazione Trump.