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Perché Trump ha ritirato gli Usa dal trattato Open Skies

Trump

L’articolo di Enrico Oliari per Notizie geopolitiche sulla decisione del presidente degli Stati Uniti

L’ultima di Donald Trump è quella di ritirare gli Usa dal trattato Open Skies, ”Cieli aperti”, sottoscritto nel 1992 e che aveva lo scopo di prevenire conflitti dovuti a errori di calcolo o incomprensioni con la Russia. Leggere tuttavia la mossa del presidente Usa come una decisione spensierata e da campagna elettorale, rispondente alla sua dialettica dell’”America First”, sarebbe riduttivo e fuorviante. A prima vista verrebbe infatti ad essere un ulteriore passaggio da inquadrare nelle difficili relazioni con la Russia di Vladimir Putin, e questo forse ha voluto far intendere Trump nel momento in cui ha affermato che “Ho buone relazioni con Mosca, ma non rispetta il trattato”.

NON SOLO RUSSIA VS USA… ANCHE CINA

Tuttavia la realtà è ben diversa. Siamo infatti davanti alla medesima situazione dell’accordo Inf, quello che imponeva la drastica riduzione degli arsenali nucleari presenti sul suolo europeo e che fu sottoscritto nel dicembre 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, ma da allora il quadro geopolitico è cambiato drasticamente, con la presenza del terzo attore nucleare e per armamenti: la Cina.

Quando venne firmato il trattato Open Skies le potenze con armamenti nucleari consistenti erano infatti due, la Russia e gli Usa, ma negli ultimi anni la Cina ha investito molto sullo sviluppo dei propri armamenti, ed oggi si pone come terzo attore in grado di farsi temere dal punto di vista geostrategico con una spesa militare che nel 2019 ha subito un incremento di 26 miliardi di dollari (+ 5.1% rispetto al 2018). Contestualmente altri paesi stanno investendo in armamenti, anche nucleari, imponendosi nel panorama internazionale, ed uno di questo è l’India, paese da un miliardo di persone in perenne tensione con il Pakistan, altra potenza nucleare.

LA RETORICA DI TRUMP

Se la retorica di Trump sul non rispetto da parte della Russia dei trattati cede di fronte alla realtà di continue violazioni da entrambe le parti, altresì è verso che il modo più spiccio, per quanto non proprio diplomatico, per arrivare a ridisegnare gli equilibri coinvolgendo le altre potenze è quello di mandare all’aria i trattati e di scriverne di nuovi.

Una metologia, quella di Trump, che però continua a non trovare spiegazioni per quanto concerne il ritiro dall’Accordo sul nucleare iraniano (Jpcoa), un’iniziativa controversa e contestata persino all’interno della sua amministrazione e che va letta solamente come un favore fatto agli alleati israeliani e alle potenti lobby sioniste che hanno garantito l’elezione del 45mo presidente Usa, e che a novembre potrebbero continuare a garantirgliela.

 

Articolo pubblicato su notiziegeopolitiche.net

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