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Perché von der Leyen fa dietrofront e i trattori sorridono

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Secondo la premier Meloni, il dietrofront europeo sui pesticidi “è una vittoria anche italiana”. Ma cosa ha deciso Bruxelles, precisamente?

“L’annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi è una vittoria anche italiana”. Non abbiamo dovuto attendere molto per leggere il commento di Giorgia Meloni che rinsalda, anche sulle ultimissime vicende, il rapporto con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione”, ha aggiunto la premier sui suoi canali social.

Il riferimento è alla mossa, ormai inevitabile, arrivata da Bruxelles di accontentare su un punto importante le proteste degli agricoltori che da settimane stanno protestando per le strade di Germania, Francia, Italia e non solo contro le politiche verdi dell’Unione Europea. Pur facendo parte, loro, di una categoria ampiamente sussidiata da anni.

CHE COSA HA DECISO BRUXELLES SUI PESTICIDI

Nel giorno del varo della strategia sulla neutralità climatica al 2050, Bruxelles comincia a cedere alle richieste sempre più pressanti (e in alcuni casi violente, viste le devastazioni in piazza dei giorni scorsi) degli agricoltori.

E così, Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro della legge Ue sui pesticidi. “I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati”, ha ammesso. “So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire”. La presidente ha quindi annunciato in plenaria all’Europarlamento di Strasburgo di voler proporre il ritiro dell’attuale proposta di legge sulla riduzione dei pesticidi per avanzarne una nuova più ragionevole e matura che superi la polarizzazione attuale. “Il nostro sistema di produzione alimentare dell’Ue è unico e i nostri agricoltori producono cibo di altissima qualità al mondo e devono essere pagati in modo equo”, ha aggiunto. Anche perché “la proposta è stata rigettata dall’Eurocamera, e non ci sono progressi neanche in Consiglio”.

Dall’aula, poi, come riporta il brief dell’Europarlamento “sulle recenti manifestazioni degli agricoltori, la maggior parte degli oratori ha affermato che è necessario un nuovo approccio per la politica agricola comune dell’Ue e qualsiasi legislazione imminente per la transizione verde, e ha evidenziato il duplice obiettivo politico di garantire mezzi di sussistenza agli agricoltori e garantire la produzione alimentare dell’Ue. La maggior parte dei deputati ha sollevato la necessità di trovare soluzioni per affrontare questi problemi contemporaneamente, con molti avvertimenti contro le voci populiste che cercano di politicizzare questo complesso problema. Alcuni hanno chiesto un sostegno finanziario più diretto per gli agricoltori o restrizioni all’importazione di prodotti agricoli”.

LA REAZIONE POSITIVA DI COLDIRETTI

In Italia, la questione ha diviso e continua a dividere il panorama politico. Da un lato, Ettore Prandini – Presidente Coldiretti – ha esultato: “Il ritiro della proposta di
regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci”.

Per Prandini, però, “la battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli
agricoltori italiani non si ferma”. Perché “non sarà accettato nessun taglio alle risorse
economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale. In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione
all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole”. In più, per il capo della Coldiretti, va cancellato “l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto”.

OLTRE A MELONI, ESULTA TUTTO IL GOVERNO

Stessa posizione è quella assunta da Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, nonché leader della Lega: “Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre”.

Per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, “è evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella”.

STOP AI PESTICIDI UN PRIMO PUNTO PER IL CRA

Infine, per il leader del Cra (Comitato agricoltori traditi) Danilo Calvani, “è un punto di apertura importante, è la prima proposta parzialmente positiva che sentiamo nell’ultimo periodo. Non condividiamo, però, l’idea di dare più soldi a chi
lascia i terreni incolti”.

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