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Primarie Dem Usa, ora il turno di Nevada e South Carolina

Nevada

Due weekend di fila alle urne, tra il Nevada e il South Carolina, due Stati game-changing per le elezioni: vediamo insieme perché. L’articolo di Giulia Anderson per il Caffè geopolitico

Sabato 22 febbraio in Nevada e sabato 29 febbraio in South Carolina i candidati del Partito democratico si scontreranno di nuovo, tra un caucus e un voto per le primarie. Queste due elezioni sono considerate fondamentali per chi vorrà rimanere in gara, ma sono state anche etichettate come un “campo di battaglia” da US News, dato il recente coinvolgimento dell’ex Sindaco di New York, Michael Bloomberg. Infatti le ultime elezioni primarie hanno visto il ritirarsi di Andrew Yang, il giovane imprenditore che aveva maggiormente coinvolto i millenials, ed è per questo motivo che le due elezioni sono considerate importanti: dai risultati si capirà chi rimarrà in gara e chi invece, come Yang, si ritirerà.

NEVADA: SANDERS VS BIDEN?

Sono 48 i delegati che si possono ottenere in seguito al caucus che si terrà sabato 22 febbraio in Nevada. Secondo 270ToWin, Bernie Sanders potrebbe riuscire ad avere ben 23 delegati, Joe Biden ne riscuoterebbe 13, e i rimanenti candidati invece non riuscirebbero a superare la soglia minima. Come tutti i sondaggi, questi dati sono stimati assumendo che ogni distretto in Nevada abbia lo stesso peso in termini di delegati, dunque non sono da considerare come dati definitivi.
Ciò che renderà questo caucus diverso rispetto a quelli tenuti in passato è un nuovo fattore: la comunità latino-americana. Per la prima volta nella storia, come riporta anche Politico, la più grande organizzazione in Nevada che mobilita i cittadini latino-americani al voto, si è esposta nei confronti di un candidato. Mijente, diretto da Marisa Franco, ha infatti deciso di appoggiare la campagna elettorale di Sanders, tramite un voto interno all’organizzazione che si è concluso con il 70% di voti a favore del rappresentante del Vermont. Ciò che ha spinto la comunità latina a esporsi sono stati i vari attacchi del Presidente Trump verso i loro confronti e le varie legislazioni introdotte che hanno colpito particolarmente la comunità, come ad esempio le leggi sulle deportazioni, ma anche i vari scandali in seguito alle divisioni familiari al confine USA-Messico.
Grazie anche all’endorsement di Mijente, Sanders si trova in netto vantaggio rispetto a Biden, ma dato il vasto elettorato dello Stato del Nevada, e la volatilità del sistema del caucus, nulla è prevedibile per il 22 febbraio.

IL SOUTH CAROLINA E L’ELETTORATO DEMOCRATICO

In South Carolina l’elettorato democratico è fondamentale per una buona riuscita delle elezioni primarie, sia perché il 60% dei cittadini iscritti al partito sono afro-americani – quindi i risultati potranno influenzare il voto della comunità in tutto il Paese, – sia perché le votazioni avvengono tre giorni prima del Super Tuesday – giornata in cui si voterà in 14 Stati contemporaneamente.

Demograficamente l’elettorato del South Carolina è da sempre ritenuto come pilota per le primarie a seguire, e risulta come game-changing per molti candidati. Questo fondamentalmente perché la comunità afro-americana ha un importante voce in capitolo in queste elezioni, e il suo appoggio a un candidato piuttosto che a un altro può cambiare molto gli exit poll. Infatti il 27% dei cittadini dello Stato è afro-americano e alle scorse elezioni il 94% votò a favore del candidato democratico, Hillary Clinton, il 4% per il Presidente Trump, e il restante per altri candidati. Nel 2016 l’appoggio della comunità nelle primarie aiutò molto Clinton, che infatti riuscì ad avere l’endorsement da altri afro-americani in molti Stati, specialmente grazie al voto del South Carolina.

Concludendo, l’elettorato in queste primarie potrà cambiare radicalmente quelle che sono le previsioni dei sondaggi. 270ToWin, una settimana prima delle votazioni, mette Joe Biden in testa con 22 delegati, a seguire Bernie Sanders con 18, e il filantropo Tom Steyer con 14 delegati – al limite della soglia minima. Infine, possiamo considerare un ultimo fattore, che può rendere questi dati ancora più imprevedibili: le primarie in South Carolina sono libere, dunque non vi è l’obbligo di essere iscritti al Partito democratico per votare.

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