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Prove tecniche d’Europa, per Ursula è arrivato il D-Day

Il 90% dell’Europarlamento conferma alla presidenza la maltese Roberta Metsola ma per la guida della Commissione è tutta un’altra partita. SI tratta ad oltranza e per i giornali nostrani Giorgia Meloni non sa come dire sì alla Von der Leyen

“Si tratta ad oltranza” titola a tutta pagina il Corriere della Sera mentre Repubblica scrive che “Ursula apre a Fdi” e la Stampa sottolinea come si vada “verso un bis” e che al nostro premier convenga un’intesa sottobanco. Le prime pagine dei quotidiani, almeno nelle aperture, si dimenticano della politica americana e dell’attacco a Donald Trump e pongono l’accento sulle “prove d’Europa” come titola Avvenire facendo intendere che dal voto di domani per la riconferma della tedesca Von der Leyen sono tanti i “destini in gioco”.

SI CERCA UN’INTESA CHE CONVENGA ANCHE A GIORGIA MELONI

Proprio sul quotidiano d’ispirazione cattolica si legge nell’editoriale di Eugenio Fatigante il significato del voto di domani che non è una semplice riconferma. “Cercare di lavorare tutti insieme – e più di prima – non è un’opzione ma una necessità, puntando a trovare un difficile equilibrio fra un’identità europea da rafforzare e quei sovranismi nazionali che un po’ ovunque hanno  preso vigore”. In fondo è la partita o, meglio, il dilemma che sta vivendo Giorgia Meloni, come annotano i quotidiani che per il suo ruolo oggi sarebbe tentata di dire sì al bis della Von der Leyen ma per la sua storia e per il suo “popolo” deve comunque trovare “una giusta via di uscita”. Per questo, Marcello Sorgi, su la Stampa scrive che ci sono accordi che si fanno sottobanco ed è meglio nascondere: “ci sono casi in cui le cose che si dicono sono poi quelle che si fanno, e altri in cui le cose che si dicono non sono quelle che si fanno”. Anche perché come riporta Simone Canettieri sul Foglio “Meloni non sa come dirle di sì”.

LE DOMANDE DI MARIO MONTI PER UN “RUOLO DELL’ITALIA” IN EUROPA

In fondo è poi quello che scrive nero su bianco l’ex presidente del Consiglio, Mario Monti in un suo intervento sul Corriere della Sera. “È augurabile che il capo del governo Meloni si proponga obiettivi strategici alti, per un migliore funzionamento dell’Europa che c’è e di un percorso chiaro e senza ambiguità verso l’Europa che più ci manca, a cominciare dalla difesa e sicurezza comune. Nessuno può impedirle di perseguire anche finalità relative alle sue posizioni e alleanze sullo scacchiere dei partiti politici europei. Ma è a tutti i cittadini italiani che dovrà rendere conto di come avrà definito e cercato di conseguire l’«interesse nazionale» nelle prossime trattative”.  Monti – che non è proprio il politico che sta più a genio alla Meloni – poi rivolge alla premier delle domande che sono un vero e proprio programma e alle quali la leader di Fdi non ha ancora risposto. “È meglio che l’Italia si tolga ora soddisfazioni con posizionamenti eterodossi e qualche non ingiustificata ripicca? – chiede Mario Monti – O lavori per mettere il grande capitale dell’esperienza di Stato fondatore, che Spagna e Polonia non hanno, ma sono viste politicamente più affidabili dal pur ammaccato duo franco-tedesco, accanto a Francia e Germania per dare un proprio nuovo spirito alla cooperazione europea, aperta a tutti?”.

COME FINIRA’? PREPARIAMO I POP CORN E ASPETTIAMO IL D-DAY

Eppure come scrive Il Domani se Giorgia Meloni “non mantiene un margine di manovra, rischia di restare ai margini” per questo al di là dei desiderata anche nella coalizione di centrodestra, vedi alla voce Antonio Tajiani e Forza Italia, la posizione del nostro premier non è affatto facile e non è scontata anche perché deve fare i conti con l’altra partita che sta giocando Matteo Salvini e l’ultra destra che sarà anche fuori da tutti i giochi (hanno invocato una vicepresidenza a Strasburgo che non è mai arrivata) ma ha un suo peso specifico nell’elettorato. Il conto alla rovescia è già iniziato, sarà una lunga giornata di trattative come riporta Repubblica. Come finirà? “In politica problemi complessi, sulla carta rompicapo impossibili” scrive Augusto Minzolini sul Giornale “possono essere risolti con un pizzico di fantasia. Nel regno del compromesso e dell’arte del possibile, si può arrivare alla quadratura del cerchio che in geometria invece è un’eresia. Specie se l’interlocutore del momento Ursula von der Leyen è disposta a giocare di sponda con Giorgia Meloni. Perché come spesso avviene in politica, a volte i rapporti personali contano più degli steccati ideologici”. Sarà così? armiamoci di popcorn e aspettiamo l’esito del d-day.

 

 

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