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Putin minaccia nucleare, Netanyahu da arrestare: il mondo in fiamme

invasione ucraina

Per la prima volta il leader russo minaccia apertamente di usare le armi contro chi ha armato Kiev, a partire dagli Stati Uniti, intanto la Corte penale internazionale dichiara che a Gaza sono stati commessi crimini di guerra. Per Tel Aviv è una decisione antisemita, i quotidiani si dividono mentre il mondo trema

E’ la politica estera a tenere banco sui quotidiani, due episodi distinti ma che lanciano un unico allarme: siamo di fronte ad una escalation dalla quale non si può tornare più indietro. Impressiona la prima pagina di Repubblica con una doppia foto di Puntin e Netanyahu, il primo dice: “E’ guerra mondiale”, sul secondo si sventola il “mandato d’arresto”.

LA MINACCIA DI PUTIN, LA GUERRA E’ GLOBALE

La minaccia di Vladimir Puntin rappresenta il passo per “una guerra globale” come titolano insieme  il Resto del Carlino e il Messaggero. Per capire meglio serve leggere con attenzione le parole del leader del Cremlino. Premette che gli ucraini non sarebbero in grado di fare funzionare da soli i meccanismi dei missili a lungo raggio occidentali. Ciò significa come sottolinea il Giornale che “l’utilizzo degli Atacms e Storm Shadow coinvolge direttamente Stati Uniti e Gran Bretagna”, trasformando il braccio di ferro tra Mosca e Kiev in «un conflitto con elementi globali». Poi sostiene che il ricorso ai missili balistici a medio e corto raggio come l’Oreshnik dipenderà dalle «azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti». Segue il cuore del ragionamento: «Abbiamo il diritto di usare le nostre armi contro le basi militari nei Paesi dove si permette che le loro armi vengano sparate contro di noi. In caso di escalation, noi risponderemo velocemente sulla base del principio di reciprocità».

KIEV NON ARRETRA: TERZA GUERRA MONDIALE GIA’ IN ATTO

Bisogna ovviamente anche capire il contesto. Le dichiarazioni di Putin sono arrivate alla fine di una lunga giornata di paure e tensioni seguite all’intensificarsi della guerra negli ultimi giorni e ai timori di un attacco missilistico su larga scala su Kiev. “L’ex capo delle forze armate ucraine e oggi ambasciatore a Londra, Valerii Zaluzhnyi – riporta Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera – parla di «Terza guerra mondiale già in atto». A calmare un poco la tensione in serata è giunta la notizia per cui Mosca aveva avvisato Washington mezz’ora prima del «lancio sperimentale». Nel suo messaggio serale Zelensky ha fatto appello alla comunità internazionale perché «reagisca unita contro le minacce russe». Ma di fatto anche qui si è di fronte ad un punto di non ritorno dopo oltre 1000 giorni di conflitto.

MERKEL RIVELA PERCHE’ SI OPPOSE ALL’INGRESSO DI KIEV NELLA NATO

Spiccano, poi, in questo scenario anche le anticipazioni del libro di Angela Merkel “Libertà” in uscita il prossimo 26 novembre in 30 paesi e che in Italia sarà pubblicato da Rizzoli. E proprio il Corriere della Sera dandone un’anticipazione rivela come la Merkel affronta anche il tema dell’Ucraina e spiega perché, al vertice Nato di Bucarest nel 2008, insieme al presidente francese Nicolas Sarkozy, si oppose all’ingresso del Paese nella Nato: «Ritenevo che fosse illusorio pensare che lo status di candidato all’adesione avrebbe protetto l’Ucraina (e la Georgia) dall’aggressione di Putin».  Significativo uno scambio con il presidente russo: lui le disse: «Non resterai cancelliera per sempre e allora loro (l’Ucraina e la Georgia, ndr) diventeranno membri della Nato. E io voglio impedirlo». La risposta di Merkel, riportata nel libro, è tagliente: «Ed io pensai: nemmeno tu sarai presidente per sempre».

A DESTRA DIFENDONO NETANYAHU: E’ CACCIA ALL’EBREO

L’altra notizia che agita il mondo è quella del mandato d’arresto per il premier israeliano Netanyahu e Gallant, ormai ex ministro della difesa, emesso ieri dalla Corte penale internazionale dell’Aja. Anche su questo fronte i quotidiani si dividono. Quelli vicino al governo puntano il tema sull’antisemitismo. Così il Giornale titola: “l’Onu apre la caccia all’ebreo Netanyahu” e Libero: “L’Aia legittima la caccia all’ebreo”. Ma anche i giornali più tradizionali, come la Stampa sono scettici basta leggere il commento di Elena Loewenthal che parla di “una decisione è discutibile, la guerra è più complessa”.

VITTIMA O CARNEFICE? LA STAMPA SI DIVIDE

Per l’editorialista de la Stampa “è un provvedimento illogico che si fonda su una visione parziale del tremendo conflitto che brucia in Israele, a Gaza e in Libano da ormai più di un anno. Una visione parziale nel senso che ne vede solo una parte (il che non ha a che fare con la presunta “imparzialità” di aver riservato lo stesso trattamento al leader di Hamas Mohammed Deif, non è questo il punto), emettendo un giudizio, una sentenza e un mandato d’arresto fondati su presupposti incompleti. E dunque ingiusti”. Anche il Foglio è sulla stessa lunghezza d’onda e in prima parla di “Corte della vergogna”. A spiegare bene la situazione è Yehuda Mirsky, professore della Brandeis University di Boston, come riporta Francesca Caferri su Repubblica: “Chi sostiene Netanyahu non cambierà idea a causa del mandato di arresto. Il premier lo userà per presentarsi ancora di più come l’unico uomo forte abbastanza per difendere Israele davanti al mondo. E che per questo paga un prezzo altissimo”.  Ed è quello che sta già succedendo.

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