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Putin vs Prigozhin : cosa è successo e cosa accadrà adesso

Putin Russia Prigozhin

Appunti e scenari sulla situazione in Russia di questi giorni a cura di Riccardo Pennisi (Aspenia)

Cosa sta accadendo in RUSSIA in 5 parole.

1) GOLPE. Il capo mercenario Eugeny Prigozhin, leader della milizia Wagner (costellazione di corpi militari e tecnologici in coordinamento con il Cremlino in varie parti del mondo, inclusa l’Ucraina), ha annunciato la sua ribellione contro il comando militare russo, colpevole “di portare il Paese alla sconfitta”. Ha occupato con i suoi uomini alcune posizioni a Rostov sul Don, città-chiave della retroguardia russa, non lontana da Donetsk e Mariupol. E minaccia ora di “marciare per la giustizia” su Mosca (800km) per disfarsi dello Stato Maggiore della Difesa, a cominciare dal ministro Shoigu, suo nemico giurato.

2) ROSTOV. Nella città sul Don, nella quale assicura di trovarsi, Prigozhin ha preso il controllo del quartier generale delle operazioni militari sul fronte ucraino e dell’aeroporto militare. Se vero, si tratterebbe di un evento clamoroso, proprio perché Rostov è fondamentale per i rifornimenti e lo smistamento sui fronti del Donbass. Proprio nel momento in cui la controffensiva ucraina prende corpo, parti importanti del fronte russo potrebbero rimanere prive di ordini o disorganizzate.

3) PUTIN. Il presidente, che da demiurgo del conflitto in un quarto d’ora è passato nella condizione di possibile bersaglio, ha risposto rivolgendosi al Paese, alle 10 di stamattina ora di Mosca. Ha definito quella di Prigozhin “una pugnalata alla schiena”, che sarà “inevitabilmente punita”. Con Putin si sono schierati l’ex presidente Medvedev, il capo ceceno Kadyrov, e i presidenti dei due rami del Parlamento russo. Putin ha poi chiamato il presidente bielorusso Lukashenko, il kazako Tokayev, e ricevuto il sostegno del turco Erdogan.

4) RIBELLIONE. Perché Prigozhin si solleva? Da mesi l’influentissimo capo della Wagner (sue sono ad esempio le milizie che garantiscono la penetrazione russa in Africa subsahariana) è in lotta di potere con la gerarchia militare russa, incolpandola di boicottare le sue truppe, o di rubargli le vittorie, o persino di sparare addosso ai suoi uomini – uccidendone a decine. Il Cremlino ha negato ma Prigozhin ieri, mediante video e audio su Telegram, ha giurato che sarebbe andato “fino in fondo”; Putin, due settimane fa, aveva annunciato che tutte le attività dei gruppi mercenari sarebbero passate sotto controllo ministeriale.

5) SORPRESA. Putin e il Cremlino chiaramente non si aspettavano nulla del genere: pensavano a un bluff, magari per negoziare più risorse, privilegi, prebende, da risolvere pacificamente. Dopo stanotte però, truppe regolari sono state mandate sulla lunga autostrada tra Rostov e Mosca, in attesa che i golpisti si facciano a metà strada – secondo alcuni, ci sarebbero già. Non è chiaro se ci siano abbastanza truppe per impedire a Prigozhin di arrivare a Mosca: più o meno tutte quelle disponibili sono schierate in Ucraina, e da lì non si possono certo togliere. Dalla capitale e San Pietroburgo stanno scappando le famiglie di molte personalità importanti.

IN RUSSIA TUTTI FEDELI A PUTIN?

In Russia, le istituzioni culturali (scuole, biblioteche) hanno cominciato a pubblicare post – tutti identici, pre-confezionati – invitando chi legge a mantenere la calma e a rimanere fedele a Putin. Lungo le arterie verso Mosca si costruiscono blocchi stradali, mentre il sindaco della capitale ha decretato per lunedì “astensione dal lavoro per tutti”, “per minimizzare i rischi”. Intanto, l’aereo di Putin ha lasciato Mosca alle 14.16 ora locale, anche se il suo portavoce dice che si trova ancora al Cremlino.

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COME INTERPRETARE IL DIETROFRONT DI PRIGOZHIN

E infine, il colpo di scena. A 200 km da Mosca, Prigozhin ha ordinato ai suoi di fare inversione a U e riportare i veicoli indietro in Ucraina, “come da piani”: “non voglio spargimento di sangue”.

L’assalto alla capitale, dove il centro e i quartieri del potere erano stati già evacuati, non ci sarà. Ma la campana, al Cremlino, ha suonato forte e chiara. Il capo della Wagner ha occupato una città (Rostov), e il quartier generale del fronte ucraino – e con i suoi mercenari ha attraversato la Russia per 600 km senza incontrare resistenza, esponendo per di più il regime di Putin e l’esercito russo a una figuraccia di proporzioni storiche, l’ennesima.

Prigozhin chiude l’operazione diventando il secondo uomo più importante del sistema militare della Russia – chi altro sarebbe capace di compiere un’azione del genere, per di più con i propri mezzi? – e segnando un punto importante nella sua battaglia di potere contro il ministro della Difesa Shoigu.

Ora, deve temere per la sua vita. Ancora da vedere se il Cremlino vorrà accettare la mascherata messa in piedi dal capo della Wagner, oppure procedere ufficialmente contro di lui processandolo per l’insurrezione.

 

– Leggi anche: Che cosa c’è nell’undicesimo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia

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