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Quali sono le priorità della nuova Commissione Ue?

Ue

Le elezioni europee di giugno hanno rivoluzionato il Parlamento Europeo. Cambiano soprattutto le strategie e le priorità della Commissione Ue. Chi c’era e cosa si è detto nel corso de “L’Unione Europea dopo il voto: le priorità della prossima Commissione”

Le elezioni europee di giugno hanno ridisegnato il volto dell’Unione Europea e rivoluzionato le priorità della Commissione. La riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue non deve ingannare. Infatti, la composizione del nuovo team di commissari suggerisce che non poche norme e regolamenti potrebbero subire modifiche. Chi c’era e cosa si è detto nel corso de “L’Unione Europea dopo il voto: le priorità della prossima Commissione”, evento realizzato da Adl Consulting in collaborazione con Kreab e Centro Studi Americani.

UE, LA SFIDA DELLA COMPETITIVITA’

La vittoria del Partito Popolare Europeo ha spostato gli equilibri della Commissione Europea a favore del centro-destra, che ha ottenuto la maggior parte dei portafogli. La nuova squadra creata da von der Leyen conta 20 commissari, 6 vicepresidenti e una presidente. Una struttura che la presidente stessa ha definito “più snella e interconnessa”. Italia, Francia e Spagna hanno ricevuto gli incarichi più delicati in materia di crescita. Le criticità non sono poche.

Il mercato unico europeo in diversi settori è ancora una chimera. L’Unione Europea risponde alla spietata concorrenza cinese con un approccio protezionistico. Si prevede che nei prossimi anni la Commissione Europea entrerà sempre più a gamba tesa nelle politiche dei singoli Stati per aumentare la competitività dell’Europa. Al tempo stesso, tra le priorità della Commissione dei prossimi anni ci sarà anche la creazione di grandi campioni europei e il maggiore supporto economico alle startup.

“Il focus del dibattito sul futuro dell’Ue ora si sposta sulla necessità di migliorare la competitività del tessuto industriale europeo, per non perdere terreno nella competizione con Stati Uniti e Cina. Questa sarà la principale sfida della nuova Commissione Europea”, ha affermato Alberta Laschena, partner di Kreab, sottolineando l’importanza delle norme sugli obblighi di reporting.

“Ci vuole un’Europa che detti le linee guida, ma senza entrare nelle scelte di vita e di consumo dei cittadini. Così facendo, l’Ue diventa matrigna, come nel caso della Politica Agricola Comune, dove per avere i finanziamenti si deve sottostare alle imposizioni di Bruxelles. Imposizioni che poi non si applicano ai prodotti extra Ue”, ha detto Gian Marco Centinaio, Senatore della Lega.

COME NON PERDERE LA PARTITA DELL’INNOVAZIONE

Neutralità tecnologica, semplificazione normativa, cooperazione tra settori per mettere dati e competenze a fattor comune per addestrare l’Intelligenza Artificiale. Sono questi i pilastri su cui si dovrebbe fondare l’azione della nuova Commissione Europea nei prossimi anni per non perdere la sfida tecnologica con i giganti di Cina e Usa.

“Tra le priorità della prossima legislatura europea, in due settori chiave come quello dell’energia/ambiente e dell’innovazione, deve acquisire di nuovo centralità il concetto di neutralità tecnologica come principio fondamentale per garantire un approccio equo e inclusivo nello sviluppo delle politiche europee”, ha detto Claudio Di Mario, founding partner di Adl Consulting.

La sottovalutazione del potenziale della Cina è uno degli errori che hanno portato alla vittoria dell’industria del Paese asiatico nel settore delle auto elettriche. Di questo passo, l’Ue rischia di perdere anche la partita dell’Intelligenza Artificiale, secondo Luigi Marattin, Deputato del Gruppo Misto, presentando la sua ricetta per la competitività: completamento dell’Unione Bancaria, devoluzione al Bilancio Ue di una parte dell’Iva per finanzierà difesa, migranti.

“I cinesi stanno già pensando a come rendere l’Intelligenza Artificiale profittevole e come spendere i proventi. Rinunciare alla neutralità tecnologica sulle auto è stato un errore. Durante l’audizione in Parlamento Tavares è stato attaccato per aver fatto luce sul problema del differenziale di costo di produzione tra endotermiche ed elettriche. È fonte di enorme frustrazione quando i problemi sono facili da comprendere, ma difficili da risolvere. Le priorità dei prossimi 10-15 anni per la Commissione Ue sono chiarissime e si possono inquadrare con tre semplici parole: cessione di sovranità. Nel prossimo futuro, nessun Paese europeo sarà in grado di giocare sui mercati la partita della globalizzazione, figuriamoci vincerla. Ciò dovrebbe implicare un sovranismo europeo, senza il quale non si andrà lontano”, ha affermato Marattin.

La neutralità tecnologica dovrebbe tornare ad essere uno dei fondamenti della politica europea nei prossimi anni anche secondo Elisabetta Gardini, Vice Capogruppo Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati.

LE COLPE DELLA POLITICA

La politica trova poco spazio a Bruxelles, una situazione provocata dal livello stesso della politica nazionale, che ha abdicato al suo ruolo in favore di altre categorie, secondo Marattin. Una scelta dettata anche dall’inadeguatezza della classe politica, secondo il deputato del Gruppo Misto.

“L’Europa è un gigante burocratico ma un nano politico. L’Ue deve tornare ai principi fondamentali, che ha nella propria natura, anche se non li applica. Ad esempio, la neutralità tecnologica nel processo di transizione ambientale è cruciale per garantire il futuro delle imprese europee. Il GreenDeal negli ultimi anni ha troppe volte assunto il ruolo di totem indiscutibile”, ha aggiunto Gardini.

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