Quest'anno gli USA hanno fatto la parte del leone nelle esportazioni di GNL, rappresentando il…
Voto in Spagna: per la corsa al Ppe sorride von der Leyen, Weber e Tajani no
I riflessi delle elezioni di domenica nella penisola iberica si riflettono in Italia ma anche a Bruxelles, dove si vota nel 2024. In ballo c’è lo spostamento dell’asse verso destra, con il Ppe al centro delle manovre
Il ‘tandem Giorgia-Ursula’, come è stato ribattezzato ieri dal Messaggero, sicuramente reggerà fino alle Europee per opposte convenienze. Ma dopo il voto in Spagna il peso specifico del loro rapporto è destinato a cambiare. Perché è vero che sorride Sanchez ma, in cuor suo, anche von der Leyen può tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora.
FLOP DI VOX, PERDE QUOTA IL GRUPPO ECR
Con il flop del partito di Vox scendono infatti le quotazioni di vedere un exploit del gruppo Conservatori e Riformisti (di cui Meloni è presidente) alle prossime elezioni europee e, quindi, diminuiscono le probabilità che possano essere determinanti per la formazione della nuova maggioranza di Strasburgo.
Musica per le orecchie dell’attuale presidente della Commissione Ue. Von der Leyen, infatti, è stata eletta con una maggioranza che porta il suo nome e che ha nel Ppe e nel S&D i due perni centrali, sa bene che con qualsiasi altro scenario avrebbe poche chance per essere riconfermata.
CORSA AL PPE: PERCHE’ GONGOLA VON DER LEYEN
Sorridono meno, anzi “escono ammaccati” come ha scritto Claudio Tito su Repubblica, gli avversari interni della VDL “e in particolare quella parte di Partito popolare europeo che più ha seguito il suo presidente Manfred Weber”, tra cui il segretario di Forza Italia Tajani.
Il voto in Spagna viene giudicato “nelle prime riflessioni riservate, la prova che il patto con la destra conservatrice ‘meloniana’ non è vincente. La scommessa compiuta dal tedesco Weber e dagli italiani di centrodestra è quindi persa e inevitabilmente avrà delle conseguenze”.
Chiaramente se von der Leyen dovesse spuntarla Tajani potrà cantare comunque vittoria, ma il peso contrattuale suo e di FI tra i Popolari (pronosticando tra l’altro un risultato sottotono del partito alle Europee) inevitabilmente sarà ridimensionato.
Da oggi dunque la vera sfida per von der Leyen sarà all’interno del Ppe. Se riuscirà a compattare sul suo nome l’intero gruppo dei Popolari e con il sostegno del governo tedesco a trazione socialista, per lei la strada sarà in discesa. A quel punto il problema sarà di Giorgia Meloni, sul tipo di narrazione da costruire per giustificare – nel caso – il sostegno alla maggioranza Ursula II.