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Come viene utilizzata la spesa pubblica dagli Stati dell’Ue?
L’articolo di Michele Masulli per i-Com sul perché la protezione sociale è il primo capitolo di spesa per gli Stati Ue
Come viene utilizzata la spesa pubblica dagli Stati dell’Unione europea? Parte importante viene destinata alla protezione sociale. Lo si comprende facilmente dando un’occhiata a un recente bollettino Eurostat. La spesa degli Stati europei impiegata in tal senso ammonta a quasi 2,9 migliaia di miliardi di euro nel 2017, che equivalgono al 41,1% della spesa aggregata, oltre che al 18,8% del prodotto interno lordo dell’Ue. Con queste cifre, la protezione sociale è di gran lunga il primo capitolo di spesa nell’Unione. Seguono la sanità con 1,1 migliaia di miliardi di euro circa e i servizi pubblici generali con 897 miliardi. A ruota, troviamo l’istruzione (715 miliardi) e gli affari economici (623). Più consistente, invece, è la distanza dagli impieghi per la sicurezza e l’ordine pubblico (259 miliardi), la difesa (205), le spese ricreative, culturali e religiose (162), la tutela dell’ambiente (116) e l’edilizia e i servizi di comunità (91).
PROTEZIONE SOCIALE AL PRIMO POSTO
La protezione sociale è prima non solo nell’Ue presa nel suo complesso, ma anche in tutti gli Stati membri e nei Paesi dell’EFTA ed è costituita quasi totalmente da benefici sociali e trasferimenti in kind – in pratica quelli in natura, non monetari – che ammontano all’89%. Emerge in modo chiaro, quindi, la centralità della leva pubblica per redistribuire reddito e ricchezza attraverso il gettito fiscale. Comparando la spesa per la protezione sociale con il Pil degli Stati, otteniamo una percentuale che varia dal 9,5% dell’Irlanda a ben il 24,9% della Finlandia, dove la protezione sociale rappresenta quasi un quarto del prodotto interno lordo. Sono 6, comunque, i Paesi Ue dove gli impieghi a fini sociali costituiscono almeno il 20% del Pil, e cioè, oltre alla citata Finlandia, la Francia, la Danimarca, l’Italia, l’Austria e la Svezia. Nello specifico, il nostro Paese si attesta al 20,9%. Ugualmente sono 6 gli Stati che per cui la spesa in protezione sociale equivale a meno del 13% del Pil: Lituania, Malta, Romania, Repubblica Ceca e Bulgaria, oltre all’Irlanda.
I FINANZIAMENTI PER LA PARTE ANZIANA DELLA POPOLAZIONE
Possiamo scomporre il capitolo di spesa sulla protezione sociale in voci più dettagliate. Quella “persone anziane”, che include le pensioni, ammonta al 10,1% del Pil nel 2017. Si tratta della porzione più ampia della spesa in protezione sociale in tutti gli Stati membri. È chiaro, pertanto, il rilievo che la spesa pensionistica riveste nei Paesi Ue. In proporzione al Pil, i finanziamenti per la parte anziana della popolazione raggiungono la quota più alta in Grecia e Finlandia (il 13,8% per entrambe), seguite dalla Francia e dall’Italia (entrambe al 13,4%) e dall’Austria (12,5%). Agli ultimi posti della classifica, invece, si collocano Cipro (6%), la Lituania (5,7%) e, fanalino di coda, l’Irlanda (3,4%). A seguire, a lunga distanza, nel capitolo di spesa sulla protezione sociale, si evidenzia la voce relativa a malattie e disabilità, che è pari al 2,7% del prodotto interno lordo europeo. In questo ambito, si distinguono la Danimarca, con il 4,4%, i Paesi Bassi (4,1%) e il Belgio (3,3%). L’1,7% del Pil Ue, inoltre, viene destinato alle famiglie e ai bambini. Anche in questo caso, spicca la Danimarca (4,4% del Pil), seguita dal Lussemburgo (3,7%) e dalla Finlandia (3,1%). Su quote più basse si fermano le spese per i sopravvissuti (1,3%), per i disoccupati (1,2%), per l’esclusione sociale (0,9%) e l’edilizia sociale (0,5%).
Se guardiamo alle destinazioni di spesa in serie storica, si nota come la protezione sociale abbia accresciuto la propria quota sul totale della spesa tra il 2007 e il 2017, dal 38,2% al 41,1%. La protezione sociale e la sanità sono gli unici due impieghi ad aver aumentato il proprio peso sulla spesa pubblica nell’ultimo decennio. Questa crescita, quindi, è stata parzialmente compensata dal declino di tutti gli altri settori di finanziamento.
Articolo pubblicato su i-com.it