Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeo ha spiazzato il mondo con la decisione, poi ritrattata, di…
Super missili, Biden apre a Kiev che può colpire la Russia e sfida Trump
Dopo un attacco violento di Mosca a Kiev, il presidente uscente autorizza Zelensky ad usare i missili americani a lungo raggio scatenando l’ira di Donald. Perché questa decisione prima di lasciare la presidenza? Intanto il G20 in Brasile si divide sulla risoluzione finale mentre Meloni che parla oggi ribadisce il sostegno al popolo ucraino
Mentre la politica italiana è concentrata sulle elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria dove, ad ora, l’unico dato certo è la bassa affluenza il mondo sta a guardare quello che sta succedendo sui due fronti di guerra: Ucraina e Medio Oriente. Con una escalation imprevista, soprattutto sul primo fronte. “Ucraina, Biden spiazza Trump” titola il Messaggero in prima e il Corriere della Sera spiega perché: “Raid in Russia c’è il si di Biden” meglio ancora esplicitato dal Quotidiano Nazionale: “Biden a Kiev: potete usare i super missili”.
PREVENIRE TRUMP PRIMA DELL’ ADDIO ALLA CASA BIANCA
L’autorizzazione agli ucraini ad usare i missili a lungo raggio americani Atacms (Army Tactical Missile Systems) all’interno del territorio russo, chiesta insistentemente da Zelensky, alla fine è arrivata a soli due mesi dalla conclusione della presidenza di Joe Biden. Il Corriere della Sera con la sua corrispondente Viviana Mazza prova a spiegare le due ragioni che hanno spinto a questa novità: “La prima è che con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca a gennaio, e con la sua promessa di limitare gli aiuti militari a Kiev e di porre fine rapidamente alla guerra, gli ucraini coltivano una speranza: se ci saranno negoziati, Kiev tenterà di scambiare i territori russi che ha conquistato nella zona di Kursk con territori ucraini controllati dalla Russia. La seconda ragione è che lo schieramento di soldati nordcoreani è in sé preoccupante agli occhi degli americani e dei loro alleati non solo in Europa ma anche nell’Indo-Pacifico: vogliono dissuadere il dittatore Kim Jong-un da un crescente coinvolgimento al fianco della Russia”.
MACRON: PUNTIN NON VUOLE LA PACE, G20 AL BIVIO SU KIEV
Secondo il Washington Post l’autorizzazione all’uso degli Atacms sarà “limitata” inizialmente alla regione di Kursk, ma il New York Times afferma che in seguito potrebbero avere un impiego più ampio. Che il mondo si trova ad un bivio lo scrive anche Paolo Mastrolilli per Repubblica nella sua cronaca dedicata al G20 che sta partendo e lo fa riprendendo la posizione del presidente francese Macron che ha criticato i raid russi su Kiev: “È la dimostrazione che Putin non vuole la pace e non è pronto a negoziarla. Il nostro obiettivo resta quello di aiutare Kiev a difendersi”. Il rischio è che i capi di Stato riuniti a Rio de Janeiro possano dividersi proprio sull’Ucraina. “Le divisioni sono così forti che, secondo indiscrezioni – scrive il giornalista – se continuassero i bombardamenti intensi su Kiev, nella dichiarazione finale del summit ci potrebbero essere testi separati sulla guerra”.
ITALIA E G7 DALLA PARTE DI KIEV SENZA SE E SENZA MA
Gli sherpa sono al lavoro sulla Dichiarazione finale, con l’obiettivo anche di raggiungere un linguaggio condiviso sull’Ucraina e al conflitto in Medio Oriente, come annota la Stampa. E l’Italia che fa? Su iniziativa di Giorgia Meloni, i leader G7 hanno adottato una dichiarazione di sostegno a Kiev in vista del millesimo giorno dall’inizio della guerra. Nella dichiarazione è riaffermato, tra le altre cose – come riporta il Messagero – il “fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario. Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sua ricostruzione” e viene sottolineato “l’impatto dell’aggressione della Russia sulle persone vulnerabili in tutto il mondo”.
OGGI PARLA MELONI, UCRAINA NODO DA SCIOGLIERE
Giorgia Meloni parlerà oggi nella prima e nella terza sessione di lavoro del G20: la prima dedicata alla lotta alla fame e alla povertà; la terza allo sviluppo sostenibile e transizione energetica. Sarà l’occasione per ricordare, sottolineano fonti italiane, come riportato dai quotidani anche “lo storico impegno dell’Italia per garantire la sicurezza alimentare delle nazioni più vulnerabili”. Roma ospita, infatti, le tre Agenzie del Polo agroalimentare delle Nazioni Unite (FAO, PAM e IFAD) e la sicurezza alimentare è, da sempre, una delle direttrici strategiche della politica estera italiana e un’area prioritaria della cooperazione allo sviluppo. Ma è chiaro che è il destino dell’Ucraina al centro della politica ma su questo il nostro presidente non ha nulla da nascondere perché l’Italia fin dall’inizio del conflitto è sempre stata dalla parte del popolo ucraino.