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Thailandia: il generale Prayuth Chan-o-cha confermato Primo Ministro

L’analisi del Cesi sull’elezione come primo ministro del generale Prayut. La nomina non rappresenta tanto un banco di prova per la leadership thailandese in carica, quanto un test dell’influenza dei militari all’interno delle istituzioni

Nella tarda serata di mercoledì 5 giugno, il Parlamento thailandese ha eletto Primo Ministro, Prayut Chan-o-cha, ex generale delle Forze Armate e leader del Consiglio Nazionale per la Pace e l’Ordine (CNPO), la giunta militare fautrice del colpo di Stato del 2014, che ha governato il Paese negli ultimi cinque anni. La nomina è arrivata a dieci settimane dalle elezioni generali, tenutesi nel mese di marzo, per la prima volta dopo il golpe. Al termine della votazione congiunta delle due Camere (Camera Bassa e Senato), il Primo Ministro, candidatosi come leader del partito pro giunta e conservatore Palang Pracharat, è stato eletto con 500 voti su 750, ottenendo inoltre l’unanimità dai 250 membri del Senato. Il leader progressista del partito Future Forward Party, Thanathorn Juangroongruangkit, sfidante ufficiale dell’ex generale alla guida del governo, si è fermato a soli 244 voti.

L’INFLUENZA DEI MILITARI ALL’INTERNO DELLE ISTITUZIONI

La nomina di Prayut non ha costituito tanto un banco di prova per la leadership thailandese in carica, quanto un test dell’influenza dei militari all’interno delle istituzioni. Due, infatti, sono stati gli elementi decisivi per la nomina di Prayut a Primo Ministro. Innanzi tutto, il voto del Senato, la cui maggioranza dei membri (194 su 250) è nominata dal CNPO e che si è espresso all’unanimità per Prayut. In secondo luogo, la modifica dei seggi assegnati ai partiti minori dalla Commissione elettorale ad elezione già conclusa, che, di fatto, ha consentito a formazioni minori di entrare in parlamento e schierarsi in coalizione con il Palang Pracharat, potendo così votare per la candidatura dell’ex generale alla guida del governo.

L’IMPORTANZA DELL’ALLEANZA CON I PARTITI MINORI

L’alleanza con i partiti minori, inoltre, è stata fondamentale anche per garantire al partito del Primo Ministro la maggioranza dei seggi alla Camera Bassa. I risultati delle elezioni, infatti, avevano attribuito solo 116 seggi al Palang Pracharat. I 19 partiti ammessi, dunque, sono stati fondamentali per rafforzare la coalizione ed ottenere quei 12 seggi in più rispetto alla coalizione di opposizione, che permettono al partito pro-giunta di guidare la coalizione di maggioranza.

UN GOVERNO CHE ASSICURA ALLE FORZE ARMATE UN CONTROLLO INDIRETTO SULL’ESECUTIVO

Nonostante la conclusione del processo elettorale e l’insediamento di un governo civile dopo più di cinque anni, dunque, il peso della leadership militare continua ad essere un elemento portante degli equilibri interni alla Thailandia. Con la conferma di Prayut a Primo Ministro e la maggioranza in Parlamento, gli ambienti militari possono ora contare su un’espressione politica che, di fatto, assicura alle Forze Armate un controllo, quanto meno indiretto, dell’orientamento del prossimo esecutivo.

 

Articolo pubblicato su cesi-italia.org

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