skip to Main Content

TPI, come funziona lo scudo anti spread della BCE e perché potrebbe non coprire l’Italia

TPI

Spariti i bazooka di draghiana memoria, col TPI siamo più dalle parti dell’idrante, forse persino della pistola d’acqua, che non si attiverà a ogni fiammata dello spread per salvare l’euro «Whatever it takes», quanto più un aiuto premiale per chi è in difficoltà ma fa i compiti a casa

I futuri governanti dell’Italia in base ai risultati che usciranno dalle urne il prossimo 25 settembre (sempre che siano univoci) sono già avvertiti: se un Paese fa troppo debito o pensa di discostarsi dal PNRR, non sarà coperto dal nuovo scudo anti spread che la BCE ha presentato in pompa magna la scorsa settimana. E dato che all’Eurotower non c’è più Mario Draghi, scalzato anche da Palazzo Chigi, difficile che Roma possa ottenere favoritismi. È il Transmission Protection Mechanism, abbreviato in TPI, acronimo che potrebbe diventare familiare a seconda di come andrà l’economia dei 27 nel prossimo futuro.

Spariti i bazooka di draghiana memoria, resta un compromesso fra le anime della BCE, cedendo parecchio ai rigoristi: siamo più dalle parti dell’idrante, forse persino della pistola d’acqua, che non si attiverà a ogni fiammata dello spread per salvare l’euro «Whatever it takes», quanto più un aiuto premiale per chi è in difficoltà ma fa i compiti a casa. Si tratta di uno strumento che si aggiunge a quelli preesistenti, come l’Omt di Draghi e i reinvestimenti del ‘Pepp’ previsto in pandemia, da attivare con lo scopo preciso di far sì che la trasmissione degli impulsi di politica monetaria sia omogenea nell’area euro.

COME FUNZIONA IL TPI ANTI SPREAD

Il TPI comprerà titoli di Stato ed eventualmente altri bond con scadenza fra uno e dieci anni, sterilizzando gli acquisti per non alimentare inflazione. L’aspetto che potrebbe più preoccupare i PIIGS, ovvero i “pigroni d’Europa”, è che nessun automatismo è stato volutamente previsto: non entrerà insomma in gioco quando la febbre dello spread oltrepassa una data soglia. Al contrario, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato che la Banca Centrale del Vecchio continente si riserverà il diritto di decidere in maniera “discrezionale”.

RICORDA UN PO’ IL MES

Al pari del famigerato Mes, il TPI richiederà condizioni ben precise, a iniziare dall’assenza di gravi squilibri macroeconomici, passando poi per la sostenibilità del debito, richiedendo infine un’analisi sul rispetto degli impegni presi con il PNRR e con le raccomandazioni specifiche della Commissione Ue. Insomma, sarà una recensione a tutto tondo sullo stato di salute del Paese colpito dalle ondate speculative che comprenderà anche il suo impegno nel salvarsi da sé e nel rispettare i vincoli comunitari.

E c’è di più, perché Lagarde ha aggiunto che “alcune componenti dello strumento è meglio tenerle riservate”. Insomma, lo strumento resta misterioso ma lascia comunque intendere che non servirà a suonare la campanella della ricreazione anche perché ciò che la numero 1 della BCE ha tenuto a ribadire è che la Banca Centrale europea non tornerà più a essere il principale compratore di debito sui mercati. L’era Draghi, insomma, è definitivamente tramontata, anche all’Eurotower.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top