Escalation nelle politiche commerciali da parte della nuova amministrazione Trump. L’Ue si dice pronta a reagire. Per il governo italiano parlano i ministri Giorgetti e Urso
Donald Trump ha dato il via a una nuova guerra commerciale imponendo dazi sulle importazioni da Cina, Messico e Canada. Le tariffe, in vigore da febbraio, prevedono un aumento del 25% per i prodotti provenienti da Messico e Canada e del 10% per quelli cinesi. L’obiettivo dichiarato dell’ex presidente, tornato alla Casa Bianca da meno di due settimane, è proteggere l’industria americana da quella che definisce una concorrenza sleale. In questo scenario l’Unione Europea teme di essere la prossima nel mirino e avverte di essere pronta a difendere i propri interessi.
E l’Italia? Giorgetti e Urso a confronto
In Europa e in Italia il dibattito su come rispondere alla nuova politica commerciale statunitense è acceso. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazione per le ripercussioni che i dazi potrebbero avere sulle economie europee e italiane, sottolineando la necessità di strumenti di difesa per evitare che le imprese vengano “stritolate dalla concorrenza” asiatica e americana. Il titolare del Mef esorta l’Ue “a immaginare degli strumenti per difendere le produzioni in Europa e in Italia”. Giorgetti propone, tra le possibili soluzioni, una revisione della tassazione ambientale, che a suo avviso ha penalizzato l’industria automobilistica europea.
Di segno leggermente diverso la posizione del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, il quale intervistato da La Stampa invita l’Ue a evitare una guerra commerciale con Washington, suggerendo di rivedere la politica economica e ambientale europea per renderla più competitiva e in linea con le nuove dinamiche globali. Secondo Urso, il confronto con gli Stati Uniti va affrontato con una visione strategica che tenga conto della fine della globalizzazione e della necessità di rafforzare l’influenza europea nei nuovi assetti economici internazionali. Entrambi i ministri, dunque, riconoscono la necessità di una reazione da parte dell’Ue, ma mentre Giorgetti enfatizza la difesa dell’industria europea, Urso punta su un riassetto più ampio delle politiche economiche per evitare lo scontro con Washington.
L’impatto sui mercati e le critiche interne agli Usa
Nonostante l’opposizione di Wall Street e il calo degli investimenti, Trump non ha fatto marcia indietro sulla sua politica protezionistica. Secondo un’analisi dell’Università di Yale, i nuovi dazi peseranno sulle famiglie americane con un aumento medio di 1.300 dollari annui nei costi di beni di consumo. Il Wall Street Journal ha criticato duramente la strategia dell’amministrazione, definendola “la guerra commerciale più stupida della storia”, con il rischio di rendere l’economia statunitense meno competitiva.
Le reazioni internazionali: il Canada risponde, Messico e Cina in attesa
Se da Pechino e Città del Messico non sono ancora arrivate risposte ufficiali, il Canada ha già annunciato contromisure. Mark Carney, candidato alla guida del governo canadese, ha dichiarato che il suo paese reagirà “dollaro per dollaro” alle nuove tariffe imposte dagli Usa.
L’approccio di Trump segna decisamente un ulteriore passo verso il ritorno di una politica commerciale aggressiva da parte degli Stati Uniti. L’Ue dovrà ora decidere se reagire con misure simili o cercare un compromesso per evitare una guerra commerciale che potrebbe danneggiare entrambe le economie. Nei prossimi giorni, la Germania potrebbe assumere un ruolo chiave nel dibattito, con il possibile ridimensionamento del Green Deal e una maggiore apertura alle richieste americane.