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Tutti i significati del voto in Grecia di ieri

Mitsotakis Premier Riconfermato Ma Avrà Bisogno Del Secondo Turno

Il premier uscente è stato premiato da una scelta di stabilità e continuità, di fronte a un’opposizione ormai poco brillante e disunita. Il punto di Riccardo Pennisi, Aspenia

La vittoria per il partito del premier uscente Kyriakos Mitsotakis, Nuova Democrazia, di centrodestra, è stata netta: 40,8% dei voti. Altrettanto netta la sconfitta per il capo dell’opposizione di sinistra, Alexis Tsipras, fermo al 20,1% con la sua Syriza.

IN GRECIA VINCE (MA NON ABBASTANZA) IL PREMIER USCENTE

Nuova Democrazia, dopo quattro anni al potere, ottiene un risultato simile a quello delle ultime elezioni (2019) – tuttavia, resta di poco sotto la soglia della maggioranza assoluta: non potrà governare da sola. Syriza invece scende di oltre 11 punti, ed è evidente il logoramento della leadership di Tsipras, alla settima elezione da leader e candidato premier – la prima volta fu nel 2009, benché accreditato della possibilità di vincere solo dal 2012. Syriza ha deluso anche rispetto ai sondaggi, che prevedevano un risultato molto migliore, ed è stato il partito più penalizzato da un astensionismo che ha sfiorato il 40%.

Tra gli altri partiti, va segnalata la rinascita del Pasok, l’antico partito socialista greco che sembrava non essere sopravvissuto agli anni della bancarotta economica del Paese. Con l’11,5 dei voti si pone nella posizione almeno di sfidare Syriza come forza egemone dell’opposizione – a meno che non decida di governare con Mitsotakis. A sinistra cresce di due punti anche il KKE (al 7,2), uno dei partiti comunisti rimasti più ortodossi in tutto il panorama europeo. All’estrema destra, con il 4,4%, resta in parlamento il partito “Soluzione Greca” (slogan: “prima i greci”). Non così la formazione dell’ex ministro dell’Economia Yannis Varoufakis: MeRA25, con il 2,6%, non ottiene alcun seggio.

LE STRADE PER MITSOTAKIS

Mitsotakis ha ora tre possibilità. Tentare un governo di minoranza, contando sui soli 5 seggi che lo separano dai 151 della maggioranza assoluta: un gap gestibile. Tentare l’accordo con un altro dei partiti in parlamento, ossia delle “larghe intese” con il Pasok o un accordo con Soluzione Greca. Oppure, più probabile, puntare a nuove elezioni a stretto giro, entro luglio: queste sarebbero infatti regolate da una diversa legge elettorale, maggioritaria, che offrirebbe un consistente premio di maggioranza, stare senza pensieri insomma, a chi le vincesse.

Il premier uscente è stato premiato da una scelta di stabilità e continuità, di fronte a un’opposizione ormai poco brillante e disunita. Mitsotakis ha abilmente condotto una campagna elettorale centrista, in cui ha rivendicato il miglioramento almeno formale del quadro economico – benché le diseguaglianze crescano e l’inflazione rischi di mangiarsi il recupero nei salari e nei bilanci – promettendo maggiori investimenti nella sanità e in generale nel settore pubblico. Di fronte alle confusioni dell’opposizione, ma anche ad esempio alle numerose provocazioni della Turchia, il governo Mitsotakis si è dimostrato solido, determinato, perfino autoritario: un profilo che l’elettore medio, abituato al dominio di un solo partito sullo Stato, non ha disprezzato.

 

(Pubblicato su LinkedIn)

 

 

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