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Uno spettro si aggira per l’Europa: l’estrema destra che vince (e vuol governare)

Le elezioni in Austria regalano la vittoria alla formazione di estrema destra FPO. Il partito guidato da Herbert Kickl è primo con oltre il 29 % dei voti mentre i popolari del cancelliere Nehammer si fermano al 26%, Esulta Matteo Salvini. Dopo la Germania avanza “l’onda nera” mentre il presidente Sergio Mattarella, insieme all’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier alla commemorazione di Marzabotto, dice “mai più fascismo”

Continua  e si allarga il conflitto in Medio Oriente con Israele che dopo il Libano allarga il suo raggio d’azione nello Yemen, tanto che la Stampa titola in prima “Netanyahu, la sfida totale” ma per molti quotidiani la notizia, in parte scontata, è l’affermazione in Austria dell’estrema destra. “L’ Austria si tinge di nero” titola Repubblica, “Ultradestra sfonda in Austria” annota il Messaggero mentre il Corriere della Sera scrive che adesso il partito guidato da Herbert Kickl “vuole il governo”.

DOPO LA GERMANIA, ALTRO SEGNALE D’ALLARME

C’erano le avvisaglie dell’affermazione dell’estrema destra FPO in Austria ed erano arrivate dalla Germania Est dove  quasi un cittadino su tre ha scelto il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD). Qui però il trionfo va tutto a Herbert Kick, che era già stato  ministro degli Interni tra il 2017 e il 2019. A raccontare chi è il numero uno dell’FPO ci pensa Paolo Valentino sul Corriere della Sera: “Maniaco del controllo della narrazione, con un talento per i social, Kickl ha usato la pandemia, l’immigrazione e la guerra in Ucraina per riportare la FPÖ al centro del paesaggio austriaco, dominando l’agenda politica”. La sua tecnica è quella di gettare ancore emotive agli elettori intercettandone ansie e preoccupazioni su temi come l’immigrazione, la pace, l’inflazione, le battaglie di genere, i costi dell’energia, le misure climatiche. “Ieri sera ha vinto. Ma come sembra accadere spesso nella sua vita, Kickl, e con lui il suo partito, rischia di rimanere da solo” conclude il giornalista di via Solferino.

UN “FRONTE POPOLARE” PER ARGINARE L’ESTREMA DESTRA

Non la pensa allo stesso modo Tonia Mastrobuoni di Repubblica che nella sua cronaca scrive che questo voto “nella peggiore delle ipotesi, potrebbe cambiare gli equilibri in Europa”.  E non è un caso che già si ragione su come creare una sorta di cordone sanitario per arginare i “fantasmi del passato” lo scrive Claudio Tito sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari:  “L’Fpö è il primo partito, ma il presidente austriaco — il Verde Alexander Vander Bellen — non ha alcun vincolo nell’assegnare al suo leader, Herbert Kickl, l’incarico di formare il nuovo governo.  L’idea di ricorrere ad un “Fronte Popolare” anche in Austria va considerato un dovere. Questi sono tempi straordinari in cui la differenza politica non si basa più sul confronto tra ricette e modelli alternativi, ma tra l’idea di proteggere la democrazia e quella di avviarsi sulla strada inquietante della non-democrazia. Tra il mantenimento di un sistema sociale equo e inclusivo, ed uno iniquo ed esclusivo. Tra un futuro di pace nell’Unione europea ed uno dilaniante basato sull’Austrexit”.

SALVINI ESULTA, COMPLIMENTI ANCHE DA LE PEN

Solo paranoie? Di certo se c’è una parte d’Europa che si interroga sulla vittoria dell’estrema destra c’è ne un’altra che esulta come riportano i quotidiani a partire dal vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini è tra i primi a complimentarsi: «Premiati i nostri amici, una delegazione sarò con noi a Pontida». Dalla Francia si associa anche Marine Le Pen e poi arriva l’olandese Geert Wilders e gli altri leader dei partiti di estrema destra. Componendo così quel puzzle che ha come immagine un’onda lunga che si espande in tutta Europa.

MATTARELLA E STEINMEIER: “MAI PIU’ I FANTASMI DELL’ORRORE”

Per questo, il richiamo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella insieme al presidente tedesco  Frank-Walter Steinmeier alla commemorazione di Marzabotto,  luogo in cui vennero trucidate dalla strategia di annientamento arci-nazionalista di Hitler 770 persone, è ancora più evocativo come riporta nella sua analisi Marzio Breda sul Corriere della Sera. ” L’ansia dei due capi di Stato di ricucire un’atroce ferita e confermare la riconciliazione. In modo che ne esca una memoria intera. Senza inquinamenti o rimozioni. Senza storture. Senza che qualcuno, ottant’anni dopo, voglia dissociarsi perfino da quei morti scegliendo il silenzio. E senza ignorare che «sbaglieremmo», come spiega Mattarella, in sintonia con l’amico tedesco, «se pensassimo che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia siano cose del passato». Le guerre in corso dimostrano che «i fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la storia”.

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