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Fondi freschi per l’agro-alimentare e le aree rurali europee. Ok dal Parlamento Ue alla relazione De Castro (Pd)

Brexit

Via libera dal Parlamento Ue alla relazione di Paolo De Castro (Pd) sui fondi aggiuntivi per il settore agro-alimentare e le aree rurali europee. Stanziamento di oltre 8 miliardi di euro

“Una misura senza precedenti per circostanze senza precedenti. Tradotto: fondi freschi aggiuntivi per il settore agro-alimentare e le aree rurali europee”. È la dichiarazione di Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici e relatore della misura per il Parlamento Ue, dopo il via libera dei deputati della commissione Agricoltura per anticipare a partire dal 2021 lo stanziamento di oltre 8 miliardi di euro dallo Strumento Europeo per la Ripresa (Eri) a sostegno del settore, che nella proposta della Commissione europea dovevano essere subordinati all’entrata in vigore della riforma della Pac nel 2023.

UN’AGRICOLTURA IN LINEA CON IL GREEN DEAL EUROPEO

“Questi fondi – a cui si aggiunge un anticipo da 2,6 miliardi previsto dall’accordo sul Bilancio Ue, per un pacchetto complessivo che supera i 10 miliardi, di cui 1,22 destinati all’Italia – dovranno rappresentare uno stimolo economico verso un’agricoltura più resiliente, sostenibile e digitale, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo”, afferma De Castro. Si tratta però solo di un punto di partenza perché il Parlamento chiede che questi fondi vengano obbligatoriamente co-finanziati con ulteriori risorse nazionali per un minimo del 10% aggiuntivo, fino ad un massimo del 400%, di fatto moltiplicandoli fino a 5 volte, nel caso in cui gli Stati membri lo vogliano.

COME VERRANNO SUDDIVISI I FONDI

Per l’eurodeputato Pd “questa decisione tempestiva – approvata con 46 voti favorevoli, 0 contrari e solo 2 astensioni – costituirà la base del nostro mandato negoziale e ci consentirà di avviare immediatamente i negoziati inter-istituzionali con la Commissione e il Consiglio. Siamo particolarmente orgogliosi che i fondi siano destinati ad aumentare la resilienza, la sostenibilità e la digitalizzazione del settore, e non solo a finanziare il business-as-usual”. Almeno il 55% degli oltre 8 miliardi dovrà essere destinato al supporto al primo insediamento di giovani agricoltori e, soprattutto, a investimenti che promuovano lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali. Dovranno mirare a una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse tramite l’agricoltura di precisione, la digitalizzazione e la modernizzazione dei macchinari e degli strumenti produttivi, migliori condizioni di sicurezza sul lavoro, filiere corte e mercati locali, energie rinnovabili, economia circolare e bio-economia, accesso a tecnologie informatiche e di telecomunicazione di alta qualità nelle aree rurali. Inoltre, almeno il 37% delle risorse aggiuntive sarà indirizzato a pratiche a favore dell’ambiente tra cui: agricoltura biologica, adattamento ai cambiamenti climatici, riduzione delle emissioni agricole di gas serra, miglioramento della gestione idrica, creazione e mantenimento di habitat favorevoli alla biodiversità, riduzione dei rischi derivanti dall’uso di pesticidi e antibiotici, salute e benessere animale.

UN’AGRICOLTURA DEMOCRATICA

Secondo il testo Eri per lo sviluppo rurale, questa spinta verso l’innovazione dovrà avere un carattere pienamente democratico, dando a ogni agricoltore la possibilità di accedervi, indipendentemente dalla dimensione aziendale e dal background formativo. Per questo, l’intensità del supporto per questi investimenti sostenibili viene innalzata dall’attuale 40%, fino a un massimo del 90% per le regioni più in difficoltà. “Siamo orgogliosi – conclude De Castro – di aver spinto l’Unione a mostrare concreta solidarietà a uno dei settori che, anche nei giorni più bui della pandemia, non si è mai tirato indietro dalle proprie responsabilità e doveri verso i cittadini dell’Ue”.

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