Coldiretti prevede che in autunno saranno 4 milioni le persone bisognose di cibo, un milione di nuovi poveri come conseguenza della crisi provocata dal coronavirus
Secondo un’analisi presentata nel corso dell’Assemblea della Coldiretti sugli effetti provocati dalle crescenti difficoltà economiche e occupazionali causate dall’emergenza coronavirus, salgono a 4 milioni i poveri in Italia.
I DATI DI COLDIRETTI E BANKITALIA
Come evidenziato da Coldiretti, con l’aggravarsi della situazione in autunno, sempre più persone saranno costrette a chiedere aiuto alle mense o a chi si occupa della distribuzione di pacchi alimentari. E questo si aggiunge a uno studio sulle famiglie italiane effettuato da Bankitalia, tra aprile e maggio 2020, che ha raccolto informazioni sulla situazione economica e sulle aspettative delle famiglie durante la crisi legata alla pandemia di Covid-19. Da questa indagine emerge che oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell’epidemia. L’impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti. Più di un terzo degli individui (38,4%) dichiara di non avere risorse liquide sufficienti a far fronte alle spese per consumi essenziali della famiglia (cibo o riscaldamento) per un periodo di 3 mesi e il 40% degli individui indebitati dichiara di avere già difficoltà nel sostenere le rate del mutuo. Anche le aspettative di spesa dei nuclei familiari risentono della situazione economica: oltre la metà della popolazione ritiene che, anche quando l’epidemia sarà terminata, le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno inferiori a quelle pre-Covid19.
CHI SARANNO I NUOVI POVERI
Fra i nuovi poveri nell’autunno 2020 – sottolinea la Coldiretti – ci saranno coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi, ma anche molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Le situazioni di difficoltà sono diffuse in tutta Italia ma le maggiori criticità si registrano al Sud con il 20% di persone in difficoltà in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia, ma anche nel Lazio si parla del 10% e in Lombardia del 9%.
IL RECOVERY FUND
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha parlato anche del Recovery Fund e degli aiuti necessari per far fronte all’emergenza: “Tra le priorità del Recovery Fund per l’Italia dovrà certamente esserci un piano straordinario di almeno un miliardo di euro per acquistare cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie più povere per l’emergenza sociale senza precedenti che l’Italia dovrà affrontare”. Coldiretti sottolinea quindi l’urgenza dell’intervento per fare fronte a quella che è diventata una vera e propria catastrofe e, allo stesso tempo, l’importanza di sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare italiano duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione.
LA SOLIDARIETÀ
Quasi 4 italiani su 10 (39%) dall’inizio dell’emergenza hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori con la spesa sospesa: 1,5 milioni di kg in frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometro zero in dono dagli agricoltori di Campagna Amica ai più bisognosi nell’ambito dell’iniziativa la “spesa sospesa” operativa in tutta Italia. Si tratta – spiega Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento.
COME STA IL SETTORE DELL’AGRICOLTURA IN ITALIA
Secondo il bollettino relativo al primo trimestre 2020 elaborato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), anche l’agricoltura ha inevitabilmente risentito dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia. Si è infatti registrata una diminuzione del valore aggiunto pari a -1,9%, rispetto al trimestre precedente, e dell’occupazione con un -2,4% di ore di lavoro e -1,8 di unità di lavoratori impiegati. Si è verificata una forte contrazione nei primi quattro mesi del 2020 dell’indice della produzione dell’industria alimentare (-4% a marzo e -2% ad aprile), mentre l’indice del fatturato dell’industria alimentare continua a crescere – quasi +5% rispetto al primo quadrimestre dell’anno precedente – trainato dal fatturato estero (+ 10%), nonostante la riduzione del -4,4% sul mercato interno. Le esportazioni agroalimentari, pari a circa 11,25 miliardi di euro, registrano rispetto allo stesso periodo del 2019 un aumento del +8%, e anche le importazioni crescono del +4,2%. In particolare, sono in forte aumento i flussi verso Germania, Francia e Stati Uniti.