Si torna a parlare di Golden power sul caso della fusione lanciata da Unicredit con…
Alverà, Starace, Descalzi. Ecco chi sono i manager italiani più “social”
Con l’arrivo della pandemia il “Ceo activism” è diventato il nuovo trend su LinkedIn e Twitter. La ricerca di Ad Mirabilia ed Ecco stila la classifica dei manager più attivi e più efficaci sui social
Durante il lockdown l’agenzia di comunicazione milanese Ad Mirabilia ed ECCO International Communications Network hanno realizzato una ricerca su 17 Paesi, che ha avuto come focus la presenza su LinkedIn e Twitter di più di 340 Top CEO internazionali delle migliori 20 aziende per capitalizzazione. Considerato il particolare momento, i post dedicati al COVID-19 sono stati quelli che hanno generato più engagement rispetto ad altri argomenti e tra i manager italiani che si sono distinti, nel periodo gennaio – aprile 2020, troviamo sul podio: Marco Alverà (amministratore delegato di Snam), Francesco Starace (amministratore delegato e direttore generale di Enel) e Claudio Descalzi (amministratore delegato di ENI). Seguono poi Philippe Donnet (CEO del gruppo Generali), Luigi Ferraris (amministratore delegato di Terna), Bob Kunze-Concewitz (Chief Marketing Officer del gruppo Campari) e Hubertus M. Mühlhäuser (ex CEO di CNH Industrial).
La ricerca ha evidenziato che i 20 Top CEO presi in esame hanno mostrato un cambiamento radicale nel tono utilizzato nei post: meno formale e più empatico e solidale. Anche i contenuti visivi sono diventati più emotivi ed enfatici, con immagini che esprimono umanità, impegno e appartenenza all’Italia (bandiere, ad esempio). Molti i riferimenti a ospedali, medici, dispositivi. Tra i vari social network, LinkedIn risulta il preferito dai Top CEO in Italia, anche se del 70% di loro che ha un account solo la metà è attivo.
La presenza sui social media da parte dei vertici delle aziende sta diventando una componente sempre più essenziale per un’efficace brand identity e anche i numeri lo dimostrano, tra i dati più rilevanti emersi dalla ricerca: il 46% possiede e utilizza un account personale per comunicare con gli stakeholder; l’Italia si colloca alla quattordicesima posizione rispetto al ranking mondiale, con 9 CEO presenti su LinkedIn e Twitter e durante i mesi maggiormente interessati dal COVID-19 a livello mondiale i post sui social riguardanti l’emergenza hanno rappresentato il 27% delle tematiche totali.
Per Lorenza Bassetti, Founder & Managing Director di Ad Mirabilia, le organizzazioni che hanno iniziato a valorizzare l’unione di una comunicazione sia da parte del brand che delle persone ai vertici dell’azienda “hanno alimentato un circolo virtuoso per la reputazione di entrambi”. E a proposito di come sta cambiando rapidamente la comunicazione per le imprese: “Come abbiamo visto, con l’avvento di internet, potenzialmente oggi le aziende non hanno più bisogno di soggetti terzi per comunicare, e anzi loro stesse sono diventate dei veri e propri centri media. Ogni azienda può avere i propri canali YouTube, i propri canali social, il proprio sito e parlare ai clienti anche attraverso newsletter e chat, insomma ha a disposizione tantissimi mezzi di comunicazione. A prescindere dall’ambito di azione, in questo nuovo scenario, il punto di partenza principale è quello dell’ascolto. Questo significa approcciare il cliente con un senso di modestia e di umiltà che permette di conoscerlo a fondo. Non ci si può più porre come l’esperto che sa tutto e che arriva con la soluzione perfetta e già collaudata, ma è necessario avere quell’apertura mentale e quella sana curiosità che ti permettono di entrare in empatia con il cliente e comprendere fino in fondo cosa vuole e di cosa ha bisogno”.