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Chi è Sergej Šojgu, il ministro della Difesa russo (costretto a far arretrare i suoi in Ucraina)

Sergej Šojgu

Tra Sergej Šojgu e Vladimir Putin c’è una grande amicizia. Il loro rapporto è ventennale, ma la guerra 

Non sono giorni felici per Sergej Šojgu, fedelissimo di Vladimir Putin e ministro della Difesa russo. L’esercito di Mosca è in difficoltà e, mentre il leader del Cremlino cerca di utilizzare i referendum per annettere territori ucraini alla Russia, l’esercito di Kiev avanza.

E così, nella mappa aggiornata sulla posizione delle truppe nella regione di Kherson, si vede chiaramente lo sfondamento degli ucraini da Nord, lungo il fiume Dnepr. Tra i villaggi riconquistati dall’esercito di Zelensky ci sono Davydov Brod, Staroselye, Bolshaya Aleksandrovka, Velyka Oleksandrivka, Novopetrivka.

Ma chi è il Ministro della Difesa che guida (a debita distanza) l’esercito? Šojgu è nato il 21 maggio 1955 a Čadan, in Siberia, nella repubblica buddista di Tuva. È laureato in ingegneria civile è ha lavorato nel settore delle grandi costruzioni.

Nei primi anni Novanta ha ottenuto il primo grande incarico pubblico: la vicedirezione del Comitato di architettura e costruzione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Con la caduta dell’Unione Sovietica, Šojgu diventa capo del ministero delle Situazioni di emergenza.

Nel 1999 viene scelto da Putin tra i leader del suo partito e nel 2012 viene nominato dal leader del Cremlino ministro della Difesa (nonostante non avesse mai prestato servizio nell’esercito).

Nel tempo i due diventano l’uno la spalla dell’altro. Insieme fanno regolarmente brevi battute di caccia e pesca in Siberia. Putin lo stima e crede nelle sue capacità: “ha provato a modernizzare l’esercito, ha anche aumentato gli stipendi per il corpo degli ufficiali. Allo stesso tempo, ha reso quasi impossibile per i giovani russi evitare il servizio militare”, ha affermato Putin, secondo quanto si legge su Foreign Affairs.

D’altronde, Šojgu ha seguito Putin in tutte le sue smanie. A Šojgu si deve il successo militare dell’invasione della Crimea del 2014, una delle cause all’origine dell’attuale conflitto in Ucraina. Il secondo è arrivato subito dopo, con la guerra civile siriana. E sempre l’intervento di Šojgu ha aiutato l’esercito del dittatore siriano Bashar al-Assad a respingere gli attacchi dei ribelli.

La campagna in Ucraina, invece, non è certa andata secondo i piani del Ministro. Quella che doveva essere una guerra lampo si è trasformata in una guerra di logoramento e la Russia, al momento, non sembra passarsela bene.

“Non abbiamo abbastanza uomini, siamo stanchi. I territori non li teniamo più, non ci saranno buone notizie nel prossimo futuro: né dal fronte di Kherson, né da Lugansk”, scrivono sui canali Telegram, si legge sulle chat dei blogger militari. “Gli ucraini possono fare operazioni di sbarco colpendoci al fianco”, “ci ritiriamo”, si legge ancora.

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