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Chi ha il compito di segnalare un’allerta meteo? E su quali dati?

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Ecco come funziona il sistema italiano di allerta meteo

Almeno 10 morti e 4 dispersi. È questo il triste bilancio dell’ondata di maltempo che ha colpito le Marche, dove in poche ore sono caduti oltre 400 millimetri d’acqua e diversi corsi d’acqua sono straripati. Particolarmente colpito l’entroterra nel nord della Regione: Cantiano, Serra Santabbondio e Sassoferrato, Arcevia, Serra de Conti, Barbara, Senigallia.

Ma chi ha il compito di segnalare un allerta meteo? E su quali dati?

L’attuale sistema per la prevenzione dei rischi legati alle allerte meteo, dal 2016, fa capo alla Protezione Civile (da quell’anno Protezione Civile e Regioni uniformarono i loro metodi per la rilevazione del meteo). Il sistema si basa sulla rete dei Centri Funzionali, un organismo composto da un Centro Funzionale Centrale (situato presso il Dipartimento della Protezione Civile) e da un gran numero di Centri Funzionali dislocati fra regioni e province italiane.

Ad ogni centro spetta il compito di raccogliere dati e informazioni relativi alle alle condizioni atmosferiche. “Le previsioni meteo a fini di protezione civile sono diverse dalle classiche “previsioni del tempo” perché evidenziano situazioni potenzialmente dannose per persone o cose. Sono elaborate dalle Regioni e dal Dipartimento e vengono sintetizzate quotidianamente nel Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale”, spiega la stessa Protezione Civile.

I dati raccolti vengono inviati presso il Centro Funzionale Centrale, che in base ad essi elabora la propria valutazione dei rischi. Dopo aver elaborato i dati, il Centro Funzionale Centrale rilascia un bollettino in cui viene riportata la probabilità di problematiche legate al clima secondo una scala con quattro valori, che vanno dal colore verde (assenza di fenomeni significativi) al colore rosso, che indica la presenza di fenomeni estremi, pericolosi per fondi e/o regioni.

In caso di rischi, la Protezione Civile allerta le Regioni. Sulla base degli eventi meteo previsti, infatti, è compito di ciascuna Regione e Provincia Autonoma valutare le situazioni di criticità idrauliche e idrogeologiche (allagamenti, frane, alluvioni…) che si potrebbero verificare sul territorio. Queste valutazioni confluiscono nel Bollettino di criticità nazionale/allerta che viene prodotto quotidianamente dal Dipartimento. È compito poi delle Regioni e delle Province Autonome comunicare tutto a province, comuni e prefetture e dunque diramare le allerte per i sistemi locali di protezione civile.

Ai Sindaci attivare i piani comunali di protezione civile, informare i cittadini sulle situazioni di rischio e decidere le azioni da intraprendere per la tutela dei cittadini.  I comuni diramano l’allerta meteo e partono le procedure previste dal protocollo, ovvero si riunisce quindi il Centro Operativo Comunale, in cui vi sono tecnici ed autorità comunali che hanno l’obbligo di monitorare il territorio e di interfacciarsi con la Protezione Civile in caso di danni o eventi disastrosi.

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