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Coronavirus, i problemi del Terzo settore (non solo economici)

Terzo Settore

L’economista Stefano Zamagni lamenta il mancato coinvolgimento da parte del governo nella gestione dell’emergenza mentre il Forum del Terzo settore si è confrontato con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Intanto l’Acri ha raccolto oltre 70 milioni di euro che andranno anche al non profit

Tra le tante difficoltà del Paese durante questa emergenza sanitaria ed economica c’è anche quella del Terzo settore, una realtà in cui secondo gli ultimi dati Istat lavorano oltre 800mila persone.

Il mondo del volontariato lamenta di non essere stato tenuto in considerazione finora dal governo, né per quanto riguarda la possibilità di aiutare il sistema sanitario, così duramente colpito, e neppure sul fronte del sostegno economico per le tante strutture attive che stanno continuando ad operare anche in questi giorni.

Intanto qualcosa pare muoversi in ambito filantropico: le fondazioni bancarie hanno risposto all’appello del presidente dell’Acri, Francesco Profumo, e hanno già raccolto oltre 70 milioni di euro per gestire l’emergenza e per aiutare il Terzo settore.

L’ALLARME DI ZAMAGNI

Oggi a lanciare un appello è Stefano Zamagni, economista, primo presidente dell’agenzia del Volontariato. “In questa crisi il Terzo settore avrebbe potuto e dovuto avere un ruolo di rilievo. Invece non è stato minimamente coinvolto” si rammarica in un’intervista con il Corriere della Sera Zamagni che cita l’esempio di realtà come Ant e Vidas, attive nella cura dei malati terminali, che avrebbero potuto “dare sostegno a medici e infermieri, già massacrati da turni ed emergenze”. “La sensazione è che sia stato considerato ruota di scorta perché in fondo continua a essere visto e vissuto in posizione subordinata”.

Non solo il dispiacere per la mancata chiamata in causa, però. Il professore bolognese esprime anche grande preoccupazione per il futuro. “La stragrande maggioranza di queste realtà — spiega — si regge sul fundraising, completamente fermo, e sulle donazioni che in questo momento si rivolgono completamente agli ospedali e alla Protezione civile“. Zamagni punta il dito ancora una volta contro il governo che ha perso un’occasione per sostenere il non profit con il dl “Cura Italia”. “Mi auguro che si faccia con il prossimo decreto perché questi non sono figli di un Dio minore e il Paese sta correndo un rischio enorme”.

Di sicuro, rileva, dalla situazione attuale emerge “il fatto che le persone non soffrono solo per le malattie ma anche per la solitudine e l’incertezza”. Per rispondere a ciò “sarà basilare attivare il Terzo settore che già ora si sta dando da fare sfruttando le potenzialità delle tecnologie e l’esperienza delle associazioni. Solo così — conclude il presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali — supereremo insieme questa crisi socio-relazionale e potremo ripartire con un rinnovato tessuto sociale”.

L’INCONTRO (IN VIDEO) DEL FORUM CON IL MINISTRO CATALFO

Delle istanze del mondo del volontariato ha parlato, circa 15 giorni fa, il Forum del Terzo settore durante un video confronto con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S), in cui ha evidenziato  un doppio problema: finanziario, per i mancati introiti, e operativo, per le molte attività bloccate.

Claudia Fiaschi, portavoce del Forum, lo ha raccontato al quotidiano Avvenire: “La priorità assoluta, per noi, è anzitutto quella di dare continuità ai nostri servizi verso la popolazione, che in molti casi sono essenziali” perché “tutto il sistema di welfare nazionale si basa su due pilastri: il settore pubblico e l’energia sussidiaria del Terzo settore. È indispensabile e urgente mettere in sicurezza e dare continuità all’opera di milioni di volontari, operatori e organizzazioni del Terzo settore”.

Per quanto riguarda le difficoltà nel reperire risorse Fiaschi ha ricordato, ad esempio, le raccolte di fondi legate alle gare di corsa, come la Maratona di Milano che nel 2019 ha permesso di raccogliere oltre 100 milioni di euro per più di 100 organizzazioni e che si sarebbe dovuta tenere il 5 aprile prossimo.

COS’HA PENSATO L’ACRI

Le Fondazioni bancarie intanto hanno stanziato oltre 70 milioni di euro in seguito all’emergenza. Inoltre hanno istituito un Fondo nazionale con 5 milioni iniziali per poterne erogare alcune decine con rimborso agevolato a molte piccole realtà del non profit. A questo si affiancherà un Fondo di copertura da 500mila euro per abbattere gli oneri finanziari del primo ciclo di erogazione. “Non fermare la filiera della solidarietà, stare accanto alle comunità e dare sostegno al Terzo settore” aveva detto Francesco Profumo, presidente dell’Acri, l’associazione che riunisce 83 Fondazioni di origine bancaria e Casse di risparmio. Il sostegno maggiore è arrivato dalle più importanti Fondazioni bancarie come la piemontese Compagnia San Paolo, che ha stanziato 6 milioni per l’emergenza più altri 10,5 per il sistema sociale e culturale, e la veneta Cariverona che ha stanziato 3,1 milioni per aziende sanitarie e Caritas più 6 milioni di anticipo di liquidità per il Terzo settore.

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