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L’Italia è un Paese corrotto a metà. I dati del Corruption Index

Trasparency International Org Corruption Index

Secondo i dati diffusi dalla Trasparency International, “la maggior parte dei paesi non riesce a fermare la corruzione”

Habemus Corruption Perception Index Data. I dati aggiornati al 2022 sulla corruzione nel mondo ci dicono tante cose. Anzitutto, che “la media globale rimane invariata per oltre un decennio a soli 43 su 100. Più di due terzi dei Paesi ottengono un punteggio inferiore a 50, mentre 26 paesi sono scesi ai punteggi più bassi di sempre”. A dirlo è la Trasparency International Organization nel suo indice annuale. Uscito in una fase in cui di corruzione si è tornati a parlarne anche in Ue, più da vicino, con lo scandalo Qatargate.

Andiamo nel dettaglio.

IL MONITO DELLA TRASPARENCY INTERNATIONAL

“L’indice di percezione della corruzione (CPI) del 2022 mostra che la maggior parte dei paesi non riesce a fermare la corruzione“, dice la TIO. Che come sempre elabora dati su 180 Paesi e territori, andando a indagare il tasso percepito di corruzione nel settore pubblico. In scala, più si è vicini allo zero e più si è percepiti come uno Stato corrotto.

“La pace globale si sta deteriorando da 15 anni. La corruzione è stata sia una causa chiave che un risultato di questo”, si legge nel rapporto. “Anche i paesi con alti punteggi CPI svolgono un ruolo nella minaccia che la corruzione rappresenta alla sicurezza globale. Per decenni, hanno accolto denaro sporco dall’estero, permettendo ai kleptocrati di aumentare la loro ricchezza, potere e ambizioni geopolitiche distruttive”.

Stagnazione è la parola chiave. Secondo la TIO, “l’influenza indebita sul processo decisionale, la scarsa applicazione delle garanzie di integrità e le minacce allo stato di diritto continuano a minare l’efficacia dei governi”.

ERIKSSON: I GOVERNI SI APRANO AL PUBBLICO NEL PROCESSO DECISIONALE

La soluzione, allora? Almeno una sembra proporla l’ad di Trasparency International, Daniel Eriksson. “I leader possono combattere la corruzione e promuovere la pace tutto in una volta”, ha detto. “I governi devono aprire lo spazio per includere il pubblico nel processo decisionale, dagli attivisti e imprenditori alle comunità emarginate e ai giovani. Nelle società democratiche, il popolo può alzare la voce per contribuire a sradicare la corruzione e chiedere un mondo più sicuro per tutti noi”.

CHI MIGLIORA E CHI PEGGIORA DI PIU’

“Nonostante gli sforzi concertati e i guadagni duramente conquistati da alcuni, 155 paesi non hanno compiuto progressi significativi contro la corruzione o sono diminuiti dal 2012”, ammonisce la TIO.

E andando a vedere un po’ il quadro generale emerge che “i paesi della regione top-scoring, l’Europa occidentale e l’Unione europea, sono stati fermi per oltre un decennio o sono diminuiti negli ultimi cinque anni“. Dall’altro lato, “anche i paesi con punteggi bassi non sono in grado di fare progressi significativi. In molte parti delle Americhe, dell’Europa orientale e dell’Asia centrale e dell’Africa subsahariana, le restrizioni e gli attacchi allo spazio civico e alle libertà fondamentali continuano mentre molteplici crisi minacciano la sicurezza e la stabilità, la democrazia e i diritti umani”.

Di più. “Allo stesso modo, in vari paesi dell’Asia-Pacifico, il crescente autoritarismo diluisce la funzione della società civile come cane da guardia, mentre molti leader stanno dando la priorità alla ripresa economica rispetto agli sforzi anti-corruzione. In Medio Oriente e Nord Africa, dove il potere politico ed economico disuguale è profondamente intrecciato con i conflitti, la corruzione sta minando i processi democratici, causando disordini civili pervasivi e alimentando la violenza”.

IL CASO ITALIA

E l’Italia? Il punteggio del 2022 è 56/100. Un livello che eguaglia quanto registrato già dodici mesi fa.

In classifica, su 180 Paesi il nostro è al 41° posto.

 

 

SCARICA QUI IL RAPPORTO COMPLETO SULL’INDICE DI CORRUZIONE PERCEPITA NEL 2022

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