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Cosa diceva (e non dice ora) il governo gialloverde su Brexit

Brexit

La presidenza del Consiglio dei Ministri ha diramato una nota sulla bocciatura britannica dell’Accordo di recesso del Regno Unito dall’Ue. Ma come si esprimeva la maggioranza di governo sulla Brexit nel 2016? Il fact checking di Policy Maker

Con 432 voti contrari e solo 202 favorevoli, il Parlamento britannico ha bocciato l’accordo sulla Brexit proposto dalla premier Theresa May.  Mentre aumenta l’incertezza su quando e secondo quali modalità avverrà l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, anche Palazzo Chigi si è espresso sulla questione.

LA NOTA DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

“Il Governo italiano prende atto del voto del Parlamento britannico che ha respinto la ratifica dell’Accordo di Recesso del Regno Unito dall’Unione europea, sostenuto dal Consiglio europeo straordinario (Art.50) del 25 novembre 2018”, si legge nella nota. “Il Governo italiano continuerà a lavorare in stretto contatto con le Istituzioni e gli altri Stati membri dell’Ue per limitare le conseguenze negative della Brexit, e, in particolare, per garantire i diritti dei cittadini italiani nel Regno Unito, quelli dei cittadini britannici in Italia, la stabilità dei mercati e dei settori bancario, assicurativo e finanziario e un recesso il più ordinato possibile in tutti gli altri campi a tutela”.

Come ha notato il giornalista David Carretta su Twitter, la maggioranza di governo che ora deve gestire le conseguenze di un’uscita “caotica” di un Paese Membro dall’Unione europea è la stessa che questa mattina non è intervenuta sui social ma che la mattina del 24 giugno 2016 plaudeva per il referendum pro-Brexit.

Sempre Carretta ha cinguettato che nessuno deputato di M5S e Lega è intervenuto nel dibattito all’Europarlamento di questa mattina sulla Brexit. Eppure in questi ultimi due anni esponenti di Lega e 5 Stelle non erano così taciturni sull’argomento. Siamo andati a ripescare commenti e previsioni di due anni fa.

QUANDO VINCEVA LA DEMOCRAZIA PER I 5 STELLE

All’alba del 24 giugno 2016, giorno del referendum sulla Brexit quando il fronte «Leave» con il 51,9% dei voti ha sancito il divorzio fra Londra e Bruxelles, il Movimento 5 Stelle festeggiava sui social il risultato con post dal titolo “Oggi ha vinto la democrazia. La Ue o cambia o muore”. Da sempre promotori dello strumento referendario come espressione di democrazia diretta, i grillini hanno sostenuto la volontà dei cittadini britannici di decidere sulla permanenza o meno nell’Unione europea.

L’allora esponente grillino e attuale vice premier Luigi Di Maio, rincarava il messaggio dichiarando: “Il LEAVE del Regno Unito sancisce il fallimento delle politiche comunitarie volte all’austerità e all’egoismo degli Stati membri, incapaci di essere una comunità”.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/1052925701410642

Anche un altro famoso esponente del Movimento 5 Stelle, all’epoca deputato della Repubblica italiana, Alessandro Di Battista, non si è lasciato sfuggire l’occasione per attaccare su Facebook i “burocrati senz’anima” di Bruxelles promuovendo la Brexit come “occasione di totale ripensamento”.

https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/posts/905326859579379

Infine, tra le schiere grilline anche l’attuale vice ministro al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti affidò a Twitter un commento sulla Brexit: un’opportunità per i cittadini europei di trasformare l’Ue in una forza progressista.

BOCCATA D’OSSIGENO PER SALVINI

Il leader dell’altra metà della maggioranza di governo, Matteo Salvini, è sempre stato un fedele sostenitore della Brexit. Alcuni giorni prima del referendum, il numero uno del Carroccio commentava così sui social i risultati dei sondaggi: “gli euroscettici sono al 55%. Sarà la volta buona per uno schiaffone a Bruxelles?”.

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10153831858498155

Fiero sostenitore del fronte “Leave”, il giorno del referendum Salvini ha sentenziato su Facebook: “L’Europa sta affondando se non ci ascoltano meglio che anche l’Italia torni a essere l’Italia” rivolgendosi ai suoi elettori con un esortativo “Ora tocca a noi!”. Addirittura ad ottobre 2016, in un’intervista al Financial Times, il leader della Lega ha definito la Brexit “una boccata d’ossigeno”.

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10153862821108155

Nei mesi successivi la Lega ha continuato a seguire la questione Brexit e Salvini ha commentato spesso sui social l’andamento dell’economia inglese all’indomani del voto: “Rccontavano che sarebbe stato un disastro e invece…
A luglio in Gran Bretagna le vendite sono aumentate dell’1.4% e nel secondo trimestre la produzione industriale è salita del 2.1%”.

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10154057570278155

Nel marzo 2017, anche l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, esprimeva il suo appoggio alla volontà espressa dai cittadini britannici durante una seduta alla Camera dei Deputati: “La Brexit rappresenta in concreto il concetto di democrazia, inteso come principio dei principi a cui doversi attenere per qualsiasi azione da fare”.

Eppure, al momento, ancora nessun esponente della maggioranza gialloverde si è espresso sull’ultima tappa del processo innescato quel 24 giugno 2016. Nello scenario di una Brexit senza accordo, il Regno Unito lascerebbe l’Ue senza un periodo di transizione e per ora il governo gialloverde si limita a guardare.

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