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Cosa sappiamo dell’attacco hacker alla Sanità del Lazio

Attacco Hacker Lazio

Nel giorno in cui il Lazio ha superato il traguardo del 70% della popolazione over 18 vaccinata con doppia dose, un attacco hacker ha mandato in tilt il sistema. La richiesta di un riscatto in bitcoin e l’ombra dei No-Vax. Gli ultimi aggiornamenti

Un attacco hacker senza precedenti quello che ha colpito il Centro Elaborazione Dati (CED) della regione Lazio. Una fonte riservata riportata da Repubblica fa sapere che “la situazione è drammatica” e “nessuno sa cosa accadrà nelle prossime ore”.

Il 1° agosto è stata la stessa regione Lazio a dare la notizia via Twitter:

“Tutto questo avviene proprio nel giorno in cui il Lazio ha superato il traguardo del 70% della popolazione over 18 vaccinata con doppia dose. Confido nel lavoro dei tecnici di LazioCrea che stanno conducendo ininterrottamente assieme alle autorità di sicurezza e controllo ed auspico che questo vile attacco possa essere respinto nel più breve tempo possibile”, ha detto l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.

L’ATTACCO E IL RISCATTO

Il virus che ha colpito la Regione è un ransomware criptolocker, ovvero un particolare tipo di attacco informatico dove di solito l’attaccante prende il controllo di parte o di tutto il sistema informatico e per liberarlo chiede in cambio un riscatto.

Riscatto che è stato chiesto proprio ieri. Non si sa quale sia la cifra precisa ma è stato richiesto di pagarlo in bitcoin.

LE CONSEGUENZE

L’attacco ha provocato l’interruzione delle prenotazioni dei vaccini – che viaggiavano sulle 10 mila al giorno – ma anche delle avvenute somministrazioni e la sospensione del rilascio del Green Pass, atteso da moltissime persone.

I TIMORI

Oltre ai disagi provocati dall’attacco hacker, adesso ciò che preoccupa è che i dati sensibili di milioni di persone, compresa buona parte della classe dirigente, possa finire nelle mani sbagliate. Il CED della Regione gestisce, infatti, i dati sensibili di 5,8 milioni di persone. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha dichiarato che “la situazione è gravissima”.

“È stata un’operazione pianificata e coordinata, e temo che ci vorranno ancora giorni prima di risolvere il problema”, ha spiegato D’Amato.

I SOSPETTI

I sistemi sono al momento interrotti per evitare che con la riattivazione il virus si ripresenti. Intanto, sui social circolano diverse teorie, secondo le quali si tratterebbe di un “hacker no-vax”, ma né l’Assessore né gli investigatori lo confermano.

Quello che invece è certo che, come ha ricordato il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao, il 95% dei data center pubblici non è sicuro, motivo per cui sembra ancora più urgente attivare l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

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