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Editoria, ecco le novità nel Milleproroghe

Editoria Digitale

Dai contributi diretti alle misure a favore delle agenzie di stampa all’Inpgi, vediamo che cosa c’è per l’editoria nel decreto varato salvo intese il 23 dicembre dal Cdm e che da lunedì sarà al vaglio dell’Aula della Camera

Si appresta a passare all’esame dell’assemblea di Montecitorio il decreto Milleproroghe, approvato ieri sera dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Nel provvedimento interessanti novità sono state introdotte dal governo sul fronte dell’editoria.

L’ITER DEL MILLEPROROGHE

Varato salvo intese dal Consiglio dei ministri il 23 dicembre scorso e firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una settimana dopo, il Milleproroghe è ora in fase di conversione in legge. Dopo il via libera della Camera il provvedimento passerà al vaglio del Senato.

CONTRIBUTI DIRETTI

Entrando nello specifico delle misure riguardanti l’editoria, le norme prevedono la proroga di altri 12 mesi, rispetto ai 12 previsti dalla legge i Bilancio ai tagli ai contributi diretti che dovevano partire proprio dall’anno in corso. Dunque la proroga raggiunge i 24 mesi totali rispetto ai termini fissati durante il governo gialloverde dall’allora sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, oggi capo politico del Movimento Cinque Stelle. Non a caso, proprio su questa misura, le forze di governo si sono divise con i pentastellati che in commissione hanno votato contro.

Per quanto riguarda invece la destinazione dei contributi diretti, nel Milleproroghe si chiarisce che non possono richiederli le società editrici di quotidiani e di periodici in cui hanno quote maggioritarie gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati.

AGENZIE DI STAMPA

Novità in arrivo pure per le agenzie di stampa. Approvata dalle commissioni la proroga fino al 31 dicembre 2020 dei contratti di convenzione con Palazzo Chigi – al momento in essere per dieci società – per la fornitura di servizi giornalistici e informativi. In tal modo l’esecutivo intende prendere tempo per superare il sistema dei bandi di gara voluto dal sottosegretario all’editoria durante il governo Renzi, Luca Lotti, e per preparare nuovi meccanismi per l’assegnazione dei contributi.

Un altro elemento positivo viene introdotto per le agenzie che al momento sono destinatarie di cassaintegrazione: il Milleproroghe consente di prolungare la durata massima del trattamento di altri 12 mesi e dunque di tenere le redazioni in cassaintegrazione fino al 31 dicembre 2020 con il limite di 2 milioni di euro per l’anno in corso.

Misure che potrebbero dare una mano nel risolvere la vertenza Askanews, in cui l’editore, Luigi Abete, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 21 giornalisti. Ieri al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali c’è stato un incontro tra il cdr dell’agenzia di stampa, la Fieg, la Fnsi, l’Associazione stampa Romana, l’Associazione Stampa Toscana e l’Associazione Lombarda Giornalisti. In una nota diffusa dal dicastero si legge che durante la riunione le parti hanno deciso di firmare un preaccordo per evitare i licenziamenti: sono state individuate forme di riduzione oraria di lavoro.

INPGI

Il Milleproroghe si occupa poi di una nota assai dolente per il settore ovvero la crisi dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Ai vertici – in rinnovo proprio in questi giorni – viene dato tempo fino al 30 giugno per inviare al governo un bilancio tecnico attuariale oppure scatterà il commissariamento.

Intanto nei giorni scorsi è stato aperto a palazzo Chigi un tavolo tecnico convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla situazione dell’ente previdenziale a cui partecipano il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, il sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi, il presidente e il direttore generale dell’Inpgi, Marina Macelloni e Mimma Iorio.

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