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Gimbe: +37,7% i nuovi casi settimanali di Covid-19

Crisi Semiconduttori

Anche i numeri del Gimbe fotografano l’inizio della quarta ondata di Covid. Intanto uno studio certifica: “Over 80 rischiano 180 volte di più di under 40”

Crescono del 37,7% i nuovi casi settimanali di Covid-19, del 14,8% i ricoveri in ospedale e del 9,4% le terapie intensive, mentre gli attualmente positivi superano quota 100.000. Sono i dati, preoccupanti, del nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che confronta i dati della settimana 3-9 novembre, rispetto alla precedente. “Per la terza settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – si conferma un incremento dei nuovi casi settimanali e una media giornaliera più che raddoppiata in meno di un mese, da 2.456 il 15 ottobre a 5.870 il 9 novembre”.

Crollano del 75% in tre settimane le prime dosi di vaccino anti Covid e ancora 2,7 milioni sono gli over 50 da vaccinare. Mentre anche le terze dosi non decollano e al palo sono anche le forniture di vaccini.  In particolare, rileva il report, dopo aver sfiorato quota 440 mila nella settimana 11-17 ottobre, in tre settimane il numero dei nuovi vaccinati è crollato del 75,4% attestandosi a 108.497 nella settimana 1-7 novembre. Di questi, il 72,2% sono persone in età lavorativa. Per questo Gimbe chiede al governo un “cambio di marcia” nella strategia di contrasto al Covid.

Intanto, il presidente della European Geriatric Medicine Society, Athanase Benetos, nella lecture inaugurale della giornata dedicata agli effetti del virus sugli anziani della Healthy Ageing Week organizzata ad Alba dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con l’Accademia di Medicina di Torino, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e il Karolinska Institutet di Stoccolma, ha ribadito la pericolosità del virus soprattutto negli ottuagenari: “Per le persone con più di 80 anni il rischio di morte da Covid-19 è 180 volte più alto rispetto a quelle con meno di 40 anni. Questo è un fatto peculiare del Covid, confermato dai dati sulla extra mortalità registrata nel 2020 rispetto ai due anni precedenti, che mostrano una incidenza esponenziale nella fascia di età 75-84 e in misura maggiore in quella over 80”.

 

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