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Ponte sullo Stretto

I pedaggi non basteranno a ripagare il Ponte sullo Stretto. Chi pagherà il resto del conto?

I pedaggi del Ponte sullo Stretto di Messina frutteranno appena 3 miliardi di euro in 30 anni, coprendo solo un quarto dell’investimento da 13 miliardi. Chi pagherà il resto del conto?

I ricavi dei pedaggi del futuro Ponte sullo Stretto di Messina ripagheranno solo il 23% dell’investimento. L’indotto per la Calabria e la Sicilia ammonterà appena a mezzo miliardo di euro all’anno. È quanto emerge dalle stime di Unimpresa sull’infrastruttura sullo Stretto di Messina.

CHI PAGHERA’ DAVVERO IL PONTE SULLO STRETTO?

I ricavi da pedaggi non basteranno a rientrare nell’investimento di 13 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, secondo Unimpresa. La ricerca stima un traffico di 25 milioni di veicoli e 36.000 treni ogni giorno, a fronte di una tariffa media di 15 euro (10 euro per le automobili e 20 euro per i camion). Secondo le previsioni, le entrate dell’infrastruttura potrebbero oscillare tra i 535 e gli 800 milioni di euro all’anno, portando un utile operativo di circa 100 milioni di euro annui. L’attuale piano di ammortamento di 30 anni permetterebbe di coprire appena il 23% dell’investimento, pari a circa 3 miliardi di euro, secondo le stime più ottimistiche.

QUANTO PAGHERA’ IN PIU’ LO STATO PER IL PONTE SULLO STRETTO?

Per raggiungere il 100% degli investimenti previsti per il Ponte sullo Stretto serviranno “entrate accessorie”, quali “servizi logistici, concessioni, attività”, nonché “probabili integrazioni pubbliche, come contributi statali o europei”, secondo il Centro studi di Unimpresa.

Come se non bastasse, le stime si basano su una previsione di spesa di 13 miliardi di euro. Tuttavia, non è da escludere che i costi possano lievitare in corso d’opera, come avverta l’ANAC, sfondando la soglia dei 15 miliardi. “È evidente che i soli ricavi diretti non bastano a giustificare l’opera dal punto di vista strettamente finanziario, ma devono essere letti in un’ottica di investimento pubblico a ritorno sistemico”, scrive il Centro studi.

SOLO MEZZO MILIARDO IN PIU’ ALL’ANNO PER CALABRIA E SICILIA

Le ricadute economiche su Calabria e Sicilia “secondo le proiezioni attuali, restano modeste”, sottolinea il centro studi. L’impatto sull’indotto del ponte ammonterebbe appena a mezzo miliardo di euro all’anno. “Per la Sicilia l’impatto sul Pil (circa 100 miliardi annui) sarebbe inferiore all’1% annuo; per la Calabria, regione con un Pil più contenuto (circa 40 miliardi di euro), la ricaduta si attesterebbe tra l’1,4% e il 2,3%, ben lontano da stime iperboliche superiori al 100%”, si legge nella ricerca.

UNIMPRESA: SERVE ECOSISTEMA LOGISTICO INTEGRATO CON PORTI

I pedaggi e le entrate accessorie da soli non saranno sufficienti a ripagare l’investimento. Serve un sensibile aumento del traffico commerciale di merci, secondo Unimpresa.

Per realizzare l’obiettivo, “sarà indispensabile sviluppare un ecosistema logistico integrato che comprenda porti modernizzati e competitivi, terminal intermodali efficienti, connessioni ferroviarie ad alta capacità e piattaforme di distribuzione interna collegate alle principali direttrici europee”, scrive il Centro Studi.

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