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Infocamere: artigianato e alberghiero i settori dove nascono più imprese

Imprese Usura Pmi Covid

Tra aprile e giugno sono più le imprese nate di quelle cessate ma l’aumento è in calo rispetto allo stesso periodo degli ultimi tre anni. Bene il Sud e il settore alberghi e ristoranti. Report Infocamere

Oltre 29mila imprese in più tra aprile e giugno, recupero dell’artigianato e buona performance del settore alberghi e ristoranti. È la sintesi della fotografia scattata da Movimprese, l’analisi statistica della nati-mortalità delle aziende condotta da lnfocamere – per conto di Unioncamere – sulla base dell’anagrafe delle Camere di Commercio. Il saldo positivo di 29.277 imprese scaturisce dalle poco più di 92mila domande di iscrizione ai registri camerali – dato in linea con quelli registrati nel secondo trimestre degli ultimi 3 anni – a fronte di quasi 63mila richieste di cancellazione da parte di imprese esistenti. Queste ultime, viene sottolineato, in aumento nell’ultimo triennio. Il risultato è sì un saldo positivo ma – notano da Unioncamere – “uno tra i meno brillanti dell’ultimo decennio”.

IMPRESE ARTIGIANE IN RECUPERO

Da segnalare come poco più del 13% dell’aumento della base imprenditoriale rilevato nel periodo sia frutto del recupero delle imprese artigiane che fanno registrare un incremento pari allo 0,3% (rispetto allo 0,18% del corrispondente trimestre del 2018), determinato perlopiù da un significativo aumento delle iscrizioni.

SUD IN GRANDE SPOLVERO

Dando un occhio alla distribuzione territoriale emerge che al Sud si registrano sia il saldo maggiore in termini assoluti (10.677 imprese in più), sia l’incremento relativo più elevato (+0,52%). Al Mezzogiorno afferisce il 36,5% del saldo complessivo che, comunque, appare in contrazione negli ultimi due anni. In tutte le regioni italiane il trimestre si è chiuso con il segno positivo: dalla Lombardia (5.014 imprese in più all’appello), al Lazio (+3.956), alla Campania (+3.258), alla Puglia (+2.243). I saldi positivi minori si verificano nelle Marche (+312), in Basilicata (+245), in Molise (+214) e in Valle d’Aosta (+101). Ad eccezione del Nord-Ovest, con 7.150 imprese in più, tutte le circoscrizioni registrano però un tasso di crescita inferiore a quello osservato nello stesso trimestre dello scorso anno. Nel Nord-Est il saldo positivo è di 4.752 unità, al Centro di 6.648, al Sud e Isole di 10.677.

ALBERGHI E RISTORANTI SETTORI VINCENTI

Ad eccezione dell’industria estrattiva (che vanta solo 4.120 imprese), tutti i settori mettono a segno saldi positivi nel secondo trimestre dell’anno. Migliore di tutti gli altri, in termini assoluti, la performance del settore alberghi e ristoranti, uno tra i più rilevanti per grandezza nel nostro Paese, con 5.284 imprese in più. Seguono altri due grandi comparti: quello delle costruzioni (+4.518 unità) e quello del commercio con 3.377 imprese in più rispetto alla fine di marzo.

Bene anche il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.959) e quello dei “servizi alle imprese” come noleggio e agenzie di viaggio con +2.693. In termini relativi, i risultati migliori arrivano dai settori legati ai servizi: +1,4% le attività professionali scientifiche e tecniche, +1,3% le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese e +1,2% gli alberghi e ristoranti.

Tornando all’universo delle imprese artigiane, è dominato da tre settori: quello delle “Costruzioni” (488.142 realtà al 30 giugno 2019), quello delle “Attività manifatturiere” (296.274) e quello degli “Altri servizi” (186.689). Con 971.105 unità, alla fine del periodo aprile-giugno, determinano il 74,7% dello stock complessivo delle imprese artigiane e spiegano peraltro il 75,4% del saldo trimestrale, nonostante il contributo addirittura negativo delle “Attività manifatturiere” (con -222 unità che causa una variazione negativa dello stock di circa lo 0,1%).

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