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Le condizioni segrete del prestito Sure

Sure

Che cosa si sa e che cosa non si sa sul prestito Sure. L’approfondimento di Giuseppe Liturri

Prosegue la saga misteriosa delle condizioni che regolano il prestito Sure.

Nessuno ancora riesce a conoscere il contenuto dell’accordo di prestito (loan agreement) che regola il prestito di € 27,4 miliardi (di cui già erogati 16) tra la Repubblica Italiana e la Commissione, stipulato lo scorso ottobre.

Chi vi scrive ha fatto una prima richiesta alla Commissione per accedere a quell’atto lo scorso 28 ottobre.

Il 19 novembre il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, nel corso di un’audizione parlamentare, ha svelato solo alcuni dettagli relativi al tasso di interesse (intorno allo 0% a 10 anni), ma sono le altre condizioni dell’accordo che fanno la differenza per valutare l’effettiva convenienza per l’Italia.

Resta quindi ancora di grande importanza conoscere l’esito della richiesta. In un primo momento, essa avrebbe dovuto essere soddisfatta entro il 17 novembre ma, puntualmente, il funzionario della Commissione preposto, mi ha inviato una mail in cui, accampando inverosimili scuse (necessità di consultazione sia a Roma che a Bruxelles) ha chiesto ulteriori quindi giorni lavorativi che scadevano oggi 10 dicembre. Oggi, lo stesso funzionario si è premurato di farmi sapere che non può evadere la richiesta a causa della necessità di fare “ulteriori consultazioni interne ed esterne” e che, in considerazione della chiusura per festività natalizie, potrà rispondermi entro il prossimo 18 gennaio.

Nella risposta viene richiamato, come giustificazione, il seguente articolo del regolamento 1049 del 2001.

“In casi eccezionali, per esempio nel caso di una domanda relativa a documenti molto voluminosi o a un numero elevato di documenti, il termine di 15 giorni lavorativi di cui al paragrafo 1 può essere prorogato di altri 15 giorni lavorativi, purché il richiedente ne sia previamente informato mediante comunicazione motivata in modo circostanziato”.

Ora lascio al lettore valutare quanto possa essere “voluminoso” un accordo di prestito che è sicuramente già scannerizzato e pronto in formato pdf.

Io osservo solo che si tratta di una preoccupante mancanza di trasparenza che avvalora i peggiori sospetti sul contenuto di quell’accordo, che invece avrebbe dovuto essere il manifesto più importante per chi sostiene la convenienza dei prestiti della UE, rispetto all’emissione di titoli pubblici.

Con che tranquillità e sulla base di quale valutazione di convenienza, ci apprestiamo a ricevere circa 120 miliardi di prestiti nell’ambito del programma Next Generation UE, se non riusciamo nemmeno a sapere a quali condizioni essi saranno erogati?

Ricevere un mutuo senza conoscere preventivamente le condizioni non sembra una mossa molto avveduta.

Articolo pubblicato su startmag.it

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