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Libertà di stampa: per il Consiglio d’Europa in Italia pressioni su giornali ed editori

Rassegna Giornali

Oggi 3 Maggio si celebra la giornata mondiale della libertà di stampa ed il Consiglio d’Europa ha pubblicato il rapporto annuale sulla libertà di espressione nel mondo.

Dal rapporto emergono diverse critiche all’Italia dove si legge che “Le pressioni finanziarie, il favoritismo e altre forme di manipolazione indiretta del media possono costituire museruole insidiose e sono usate sempre di più da politici di ogni colore”.

CRITICHE PER DI MAIO

Particolari critiche vengono rivolte al Vice Premier Luigi Di Maio per due iniziative che rischiano di indebolire i giornali e l’indipendenza dei media. Il rapporto si riferisce in particolare: al fatto che “In Italia, il vice premier e leader politico del M5S abbia chiesto alle imprese detenute dallo Stato di smettere di fare pubblicità sui giornali e ha annunciato piani per una riduzione dei contributi pubblici indiretti ai media nella legge di bilancio 2019”. Il rapporto fa riferimento anche ad un post pubblicato da Luigi Di Maio nel novembre 2018 che “conteneva un linguaggio insultante contro giornalisti italiani e chiedeva nuove restrizioni legali sugli editori”.

LA SFIDA PER LE DEMOCRAZIE

Per il Consiglio, si legge nel rapporto, “garantire un ambiente favorevole per i media indipendenti è una sfida per tutte le democrazie. L’influenza dei governi e gli interessi economici potenti devono essere limitati per permettere ai media di proteggersi dai tentativi di controllarli”.

Dal rapporto emerge, inoltre, che le pressioni ed i tentativi di condizionamento da parte della politica e delle lobby sono maggiormente evidenti sui media audio-visivi “che continuano a essere fonti di informazioni maggiori e che il pubblico generale usa per formare la propria opinione”.

L’OBIETTIVO DA PERSEGUIRE

Per il Consiglio, pertanto, l’obiettivo che gli Stati devono perseguire è quello di isolare efficacemente gli abusi da parte dei poteri regolatori perché i “media di servizio pubblico hanno un ruolo particolarmente importante nelle nostre democrazie” ma la loro “capacità di assolvere il loro compito di cane da guardia dipenderà alla fine da garanzie continue di autonomia e indipendenza istituzionali e risorse sufficienti”.

SOTTO OSSERVAZIONE NON SOLO L’ITALIA

Nella parte relativa all’indipendenza dei media, oltre all’Italia vengono citati i casi della Turchia (per la chiusura e la confisca di tre giornali e una televisione dopo il fallito colpo di Stato del 2016); della Serbia (per i problemi con il finanziamento pubblico per media di interesse pubblico); della Danimarca, della Lituania e della Bosnia-Herzegovina (per decisioni finanziarie o influenza politica sul servizio pubblico radiotelevisivo).

Infine, Russia e Ungheria sono sotto particolare osservazione.

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